TESTO Commento su Matteo 5,17-19
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Mercoledì della III settimana di Quaresima (26/03/2014)
Vangelo: Mt 5,17-19
«17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Spesso una malintesa visione di Dio e della fede stravolge la nostra fede, anche partendo dalle migliori intenzioni. Così molti contrappongono il rigore al lassismo, una religione fatta di regole con una lasciata all'improvvisazione. Dio è misericordia, si dice, e a ragione!, quindi tutti siamo perdonati. Certo, Dio desidera perdonarci ma se poi la nostra vita non cambia, a cosa è servito? Gesù dice alla donna adultera che anch'egli non la condanna ma poi la invita a non peccare... Gesù non viene a cambiare l'alleanza che Dio ha stipulato con gli uomini. Di questa alleanza distingue quanto davvero proviene da Dio e quanti, furbescamente, è stato aggiunto dai devoti di ieri e di oggi. Il Maestro non distrugge la Legge ma la riposta alla sua origine, nel cuore di Dio. Amare significa anche indicare, sostenere, correggere ed è esattamente ciò che Dio fa con ciascuno di noi. Ciò che propone il vangelo non è una gabbia di regole (molti ancora vivono così la fede!) ma neppure il caos dell'anarchia ma un retto percorso che scaturisce dalla verità dell'essere umano. Grandioso.