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TESTO Commento su Luca 4,24-30

Paolo Curtaz  

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Lunedì della III settimana di Quaresima (24/03/2014)

Vangelo: Lc 4,24-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,24-30

24

Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.

25

Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese;

26

ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone.

27

C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Lo sappiamo bene, è diventato proverbiale: è difficile essere profeti in patria. E Gesù cita due casi che tutti conoscevano, quello del generale lebbroso siriano Naaman, guarito dal profeta Eliseo e della vedova di Sarepta in Sidone che ospitò il profeta Elia. E subito pensiamo, a ragione, a quanta fatica facciamo nell'essere riconosciuti come cristiani proprio nel luogo in cui abitiamo o con i nostri famigliari. Bene, giusto, è corretto. Ma proviamo a pensare anche a quanti profeti noi per primi non riusciamo a riconoscere. Magari proprio il nostro parroco noiosetto o la mamma un po' troppo bigotta... Gesù ci chiede di aprire il cuore per riuscire a riconoscere tutto il bene che egli riesce a instillare nelle persone che ci stanno accanto, persone che, a volte, diventano strumenti attraverso i quali Dio ci raggiunge. Il mondo è zeppo di profezia, di indizi, di segni, di rimandi, è il nostro sguardo che non sa più stupirsi, che non riesce più ad accorgersi del tanto che abbiamo attorno a noi. Impegniamoci, in questa settimana, a riconoscere i tanti profeti che ci camminano accanto...

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