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TESTO Commento su Genesi 9,8-15; Marco 1,12-15

Carla Sprinzeles  

I Domenica di Quaresima (Anno B) (18/02/2018)

Vangelo: Mc 1,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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12E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto 13e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Come passa il tempo! Mi sembrava ieri Natale e oggi inizia la Quaresima.
Proprio perché il tempo vola, vorrei capire, insieme a voi cos'è la Quaresima. L'invito di Gesù: ”Convertitevi e credete al Vangelo” a chi è rivolto?
Gesù, all'inizio della predicazione, aveva colto l'esigenza, l'urgenza per i suoi contemporanei di assecondare il cammino della storia: ”Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino”. Noi molte volte pensiamo che si debbano convertire i peccatori, o comunque che questo invito sia rivolto solo ai singoli! Non è così, la conversione è proposta a ogni uomo o donna, sopratutto se giusto. Ci sono situazioni in cui, se uno non è libero dal male, non riesce ad accogliere le nuove offerte di vita e non può aiutare gli altri che ne sono schiavi! Non dipende spesso dalla buona volontà, e spesso non basta questa, per cambiare, solo chi ci vive vicino, la comunità, ci può proporre stimoli efficaci di cambiamento! A nostra volta noi possiamo essere stimolo agli altri!
Potremmo tradurre la parola “conversione” in “rivoluzione nella coscienza” e questa avviene tramite una spiritualizzazione della vita, della revisione dell'atteggiamento dell'uomo verso la natura, verso gli altri uomini, verso se stesso. Sapete chi ha detto questo? Gorbaciov in una sua visita in Italia! A livello individuale nasciamo carne e veniamo sollecitati a diventare spirito; a livello sociale l'umanità è sollecitata a arricchirsi di cultura e spiritualità.Tutto questo non avviene in modo automatico! Ma attraverso scelte consapevoli e libere, ed è necessaria l'attitudine della contemplazione e avviene attraverso l'incontro e il dialogo, l'ascolto degli altri. E' urgente, perché se non facciamo certi passaggi, ritardiamo o impediamo all'umanità di esprimere il meglio di sé e di essere felici! Vi pare poco?

GENESI 9, 8-15
La prima lettura è tratta dal libro della Genesi. E' il 1° libro della Bibbia, non è stato il 1° libro scritto, anzi è stato scritto nel periodo dell'esilio di Babilonia da uno o più sacerdoti. La Bibbia non è un libro che mi racconta ciò che è successo. E' un libro che mi dice ciò che Dio vuole che io faccia.
Genesi è l'originale, ciò che non è una copia, dice: questa è la matrice; ci dice qual è il nostro schema, che noi ripetiamo se non lo correggiamo. Genesi è uno specchio, per dirci come siamo fatti, com'è la nostra vita. In questo brano in particolare si parla del diluvio (allora la vita dell'uomo era minacciata dalle alluvioni dei fiumi incontenibili, il Tigri e l'Eufrate). Il messaggio è: ”Io stabilisco la mia alleanza con voi, con ogni essere vivente, il diluvio non devasterà più la terra!” Subito ci viene da obiettare: ”Non è vero!” Quante devastazioni! Ma qui è l'impegno di Dio! Ricordate che la caratteristica nostra è la scelta! Noi, con le nostre mani, ci possiamo ancora distruggere, anzi con strumenti sempre più potenti! Cresce il bene e cresce il male!
Poi parla dell'arcobaleno, che sarà il segno dell'alleanza di Dio con l'umanità. In antico si pensava che Dio si servisse di un arco per colpire gli uomini. Quando Dio decise di far pace inarcò il suo arco nei cieli. L'arcobaleno poggia nel cuore di Dio e dall'altra parte nel cuore dell'uomo. Ci dice che, se vogliamo non essere sopraffatti dalle acque delle cose che distruggono la vita, dobbiamo ricordarci che Dio è fedele all'alleanza. Dio vuole la vita e il bene delle sue creature. Quando ascoltiamo le notizie del dilagare della violenza, delle catastrofi, qual è l'atteggiamento da avere? Non è la mancanza di speranza: tutto andrà sempre peggio! Non è la paura, con la rinuncia alla nostra responsabilità, bensì è ricordarsi che abbiamo un alleato potente invincibile, dobbiamo avere fiducia in Lui, non passivamente, ma essendo attenti nelle piccole situazioni della nostra giornata e orientarle verso il bene. Non c'è nessun male che sia solo male! Tutto è convertibile, occorre fiducia innanzitutto, attenzione e orientamento.

MARCO 1, 12-15
Amici, ci troviamo di fronte al testo di Marco, che in 4 versetti ci condensa cose molto importanti per la nostra vita. Dopo il battesimo di Gesù, lo Spirito “sospinge Gesù nel deserto”. Quante volte anche noi ci sentiamo spinti da eventi e la vita va come vuole e non come vogliamo noi! Si è appena detto nella descrizione del Battesimo che si sono aperti i cieli e una voce ha detto: ”Questo è il mio Figlio diletto!” Il medesimo Spirito, che è sceso su Gesù nel Battesimo, ora lo spinge nel deserto! Ci vuol dire che il regista è lo Spirito di Dio. Dove lo spinge? Nel deserto! Cosa ci vuole indicare? Il deserto è uno spazio simbolico in cui bisogna verificare l'autenticità del rapporto con Dio. In mezzo alla confusione della vita, sempre affannati su cosa fare prima, come facciamo a scegliere che tipo di uomini e donne vogliamo essere? In questo tempo di caos e di confusione, è difficile, molto difficile, dare spazio a sé e a Dio, difficile restare uomini e donne, la vita ci travolge, ci passa addosso! Che fare allora? Per non rischiare di morire di sete di fianco a una sorgente d'acqua? Costringiamoci a fermarci! Facciamo una diga alla vita. Riscopriamo cos'è essenziale nella vita. Per noi cristiani è l'alleanza che Dio ha fatto con noi esseri viventi. Dio vuole stipulare con l'umanità un contratto d'amore, con ciascuno di noi! Non lasciamoci sfuggire quest'occasione, per noi assetati d'amore, di attenzione!
“Nel deserto Gesù vi rimase 40 giorni”, questo numero 40 indica un tempo per prendere decisioni. Normalmente gli esseri umani scappano, si vagheggia, si rimpiange il tempo precedente, prima era meglio! Gesù invece “resta”, torniamo alla fiducia in Dio. Per rimanere nel deserto, più che coraggio, occorre fiducia in Dio, in quel Dio che nel Battesimo l'ha proclamato Figlio Amato.
Gesù accetta la sua condizione di essere umano, senza pretendere privilegi, come vorrebbe Satana, che suggerisce la via del successo; ma questo lo può fare solo perché ha fiducia. Noi ce l'abbiamo? Come ogni essere umano, anche Gesù è tentato da Satana. ”Gesù stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. I nostri sbagli nascono da sofferenze incancrenite in paure, in angosce, dalle quali cerchiamo di difenderci. L'armonia non viene dall'esterno. Le fiere della negatività chiedono di essere addomesticate, guardate in faccia, chiamate per nome in umiltà, per trasformarsi in angeli, cioè in strumenti di bene. Spesso siamo tentati di raggirare le difficoltà, o di scoraggiarci di fronte a loro, o di rassegnarci a una vita scialba che subiamo come un'ingiustizia del destino. Gesù inizia la sua attività pubblica nel deserto, come se dovesse prendere la misura delle resistenze a quel Bene, che la sua stessa esistenza manifesta, come se fosse necessario confrontarsi con i suoi limiti umani per consentire al Padre di operare in Lui. Il potere delle sue doti abbaglia un istante il suo cuore, come una possibilità di raggirare la Croce. Tutti siamo tentati di portare avanti il nostro progetto di vita come lo intendiamo, come se fossimo onnipotenti e soli al mondo. Gesù ha voluto affrontare le bestie selvatiche, come noi ci troviamo di fronte alle nostre paure, alle nostre aggressività, alle nostre pazzie, al nostro peccato. Chi ha il coraggio d'incontrare le sue fiere sarà servito dagli angeli. Forse importa poco cedere alla tentazione o resistervi, purché questa abbia rivelato la follia del credersi capaci di creare da soli il bene. Chi ha trovato la strada della libertà, incontra messaggeri del Bene: persone, eventi, parole o segni.

Facciamo insieme a qualcuno, che ci aiuta a essere “forza”, che può essere la persona più vicina, qualcosa di concreto. 1° può essere fermarsi un tempo, in un luogo, per percepire la fame di senso, di autenticità; 2° focalizzare cosa più facilmente ci fa proseguire il canale del male, per esempio mettiamo una sentinella sulle nostre labbra e osserviamo cosa esce. Chiediamoci fa del bene quello che dico? Non serve? Ecco un'idea sarebbe fare digiuno di pettegolezzo! Qualunque cosa facciamo sia per essere autentici e felici e far felici chi ci vive vicino!

 

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