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TESTO La donna del profumo

don Walter Magni  

Penultima domenica dopo l'Epifania (Anno B) (04/02/2018)

Vangelo: Lc 7,36-50 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 7,36-50

36Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; 38stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 39Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

40Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». 41«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. 42Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

Gesù amava essere invitato. Il titolo di un libretto di qualche anno fa dedicato ai bambini diceva: Gesù, Un Rabbi, che amava i banchetti! (E. Bianchi 1985). Se poi Gesù era l'ospite d'onore non mancavano le sorprese. Si avviava una discussione sull'accaduto e la buona notizia, il Vangelo, faceva la sua corsa. Scaldando soprattutto il cuore di chi Lo stava ad ascoltare. Come ci attesta anche l'episodio evangelico di questa domenica.

Gesù che scandalizza
Gesù era ben consapevole che le Sue parole e il Suo modo di agire finivano sempre per scandalizzare i benpensanti. Poco prima del nostro episodio, a conclusione di un grande elogio di Giovanni il Battista, Gesù aveva proclamato una delle Sue beatitudini: “e beato è colui che non trova in me motivo di scandalo” (7,23). Qualcuno forse Gli avrà pure suggerito d'essere più prudente e diplomatico, ma Gesù va per la Sua strada. Appena ricevuto un invito, non Si perde in considerazioni e distinzioni ideologiche. Che sia un pubblicano o un fariseo ad invitarLo non fa differenza. A Lui importa che il Vangelo della misericordia raggiunga tutti. Entra in quella casa e s'adagia sui cuscini che stanno attorno alla tavola, prendendo il posto che il padrone di casa Gli ha indicato. Ed ecco il colpo di scena. La notizia ghiotta, la news della giornata: “una donna, una peccatrice di quella città” avanza decisa verso Gesù. Mostrando una fierezza e una discrezione che non le derivava dalla durezza del suo lavoro, ma dalla certezza che Gesù la stava aspettando. Che non l'avrebbe respinta e svergognata. Nel suo cuore risuonava come un dolce ritornello, una parola che aveva sentito pronunciare da Gesù in un discorso: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori” (Mc 2,17). Così, incurante degli sguardi curiosi degli altri commensali, lei semplicemente avanza, senza paura.

La donna del profumo
Nel suo lavoro non servono tante parole. Importa agire. Questa donna, tenendo tra le mani “un vaso di profumo, stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo”. È il suo corpo che parla, il suo sguardo. Accovacciata ai piedi di Gesù si sente al suo posto e abbracciando i Suoi piedi compie quattro azioni molto precise. Bacia quei piedi, li bagna col suo pianto, li asciuga con i capelli e infine li unge con l'olio profumato e prezioso che aveva portato con sé. Gesù non oppone alcuna resistenza. Accetta con grande naturalezza quel contatto. Sente tutta la gratuità dei suoi baci. Percepisce che quelle lacrime che gli bagnano piedi dicono il suo sincero pentimento, mentre in lei avveniva il miracolo della purificazione e del perdono. E forse Gesù ricordava un passo del Cantico. Quando lo sposo, estasiato dalla capigliatura dell'amata, esclama: “I tuoi capelli sono un gregge di capre che scendono dalle pendici del Galaad” (Ct 4,1; 6,5). E, infine, nella casa si espande la fragranza di quel profumo che inebria il cuore. Come farà anche Maria di Betania, in prossimità ormai della Pasqua di Gesù (Gv 12,3). Una scena tutta da vedere, che non ammette alcuna malizia o insinuazioni. Perché se “la lampada del tuo corpo è l'occhio (...) sta attento che la luce che è in te non sia tenebra” (Lc 11,34-35). A tutti è data semplicemente l'opportunità, la grazia, di potersi inoltrare ancora una volta nel mistero profondo del cuore amante di Dio.

Questione di sguardo
Qui, infatti, sta la stranezza. La realtà che sta sotto gli occhi di tutti è identica, oggettiva. Tutti vedono una donna, una peccatrice che, superando ogni regola, si avvicina a Gesù e compie una serie di gesti che pure fanno parte del suo rituale. Ma è qui che lo sguardo è chiamato ad essere limpido per vedere davvero cosa sta capitando. Perché c'è modo e modo di guardare, di accogliere e di giudicare. Che cosa indigna Simone il fariseo? Non che una peccatrice di quella città, conosciuta forse da tanti uomini, sia entrata nella sua casa con tutti quegli ospiti. Simone s'indigna perché Gesù accetta i baci e le carezze di una donna che, collocatasi in quel modo dalla parte di Gesù, disattende la norma che distingue il puro dall'impuro. La purezza di Gesù dall'impurità di quella donna. Una indistinzione che Gesù accetta, che Gesù vuole. Perché Lui è venuto “per i peccatori”, non per coloro che si sentono sani. Simone è l'uomo della legge e della distinzione; Gesù l'uomo della tenerezza e dell'accoglienza, della comunione. Gli occhi della legge registrano i fatti, senza accorgersi di quanto avviene nel cuore. Gli occhi dell'amore, registrando i fatti, sanno andare oltre. Soprattutto dentro le persone, scavando e raggiungendo le ragioni del cuore. Gli itinerari insondabili del cuore di un uomo o di una donna, le sue svolte improvvise. Pier P. Pasolini diceva che “Madre Teresa (di Calcutta) è una piccola suora albanese che ha uno sguardo che quando guarda, vede”.

 

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