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TESTO Che cosa è mai questo?

don Giacomo Falco Brini  

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (28/01/2018)

Vangelo: Mc 1,21-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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21Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Gesù era un maestro itinerante. Non aveva una parrocchia. Ma insegnava anche nelle parrocchie che, presso il suo popolo a quei tempi, erano le sinagoghe. Marco ci racconta di un sabato nella sinagoga di Cafarnao. In realtà, l'episodio serve a ricordarci quanto accadeva quasi sempre durante la predicazione del Signore. Tra gli astanti c'era chi si lasciava raggiungere dalla parola di Dio che apriva il loro cuore a uno sconvolgente stupore. E c'era chi, invece, alla stessa parola udita, reagiva con colorazioni di sentimenti avversi percependola come una minaccia, quando non ci si trovava in un caso peggiore (possessione) come quella dell'uomo del vangelo di oggi. Perché? Perché dove arriva Gesù, il diavolo non può più trovarsi a suo agio: è costretto a manifestarsi e ad andarsene. E' poi veramente curioso che, prima dell'arrivo di Gesù, l'uomo posseduto dal maligno se ne stesse tranquillamente in sinagoga, dove satana non dovrebbe essere di casa, e senza che nessuno si accorgesse del suo grave problema! (Mc 1,23). Non esiste un luogo sacro che possa renderci immuni dal maligno. E' nel cuore dell'uomo che si fronteggiano lo spirito di Dio e lo spirito del male. Se il vangelo va sempre rintracciato nella vita concreta, cosa diremo in proposito? Non esito a dire che satana si trova anche in chiesa, persino mentre si celebra messa! Anche oggi, l'uomo (o la donna) che trasmette la parola di Dio suscita meraviglia in tanti, ma disturba parecchio la quiete satanica di altri!

Che vuoi da noi Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? - grida il demonio pieno di rabbia che si ritrova scoperto e spacciato (Mc 1,24a). Davanti alla luce di Cristo, satana, il padre della menzogna, è costretto a “servire” la verità: non può infatti esserci niente in comune tra lui e Gesù. Interessante è che parli al plurale, come una voce che rappresenta tutti i suoi seguaci. Non esiste solo il regno di Dio con i suoi angeli. Esiste anche il regno del “principe” di questo mondo con i suoi servitori. Sappiamo che molti non credono che il male sia una persona: molti non credono che il diavolo esista forse perché fa comodo pensarlo. Poi ci sono quelli che credono che esista, ma lo vedono così dappertutto che alla fine viene da chiedersi se credano davvero al vangelo, il quale ci attesta che Gesù è il più forte e il diavolo gli obbedisce. Nell'uno e nell'altro caso costoro fanno un gran servizio a satana che tiene in piedi il suo regno o nell'agire di nascosto, oppure nel far parlare di sé più del necessario; come è avvenuto ad esempio con il film “L'esorcista” di W. Friedkin (1973) dove, a parte il portare alla conoscenza di un più vasto pubblico la crudezza di ciò che accade realmente negli esorcismi, il finale con la morte dell'esorcista e del suo aiutante lascia lo spettatore nel dubbio/presagio che possa essere satana il vincitore nella lotta con Cristo. Il vangelo ci presenta invece Gesù come Colui che spezza sempre la signoria di satana sull'uomo e sul mondo: Gesù è la rovina di satana e del suo regno!

Io conosco chi tu sei: il Santo di Dio! (Mc 1,24b) Anche il diavolo è un “credente”: sa chi è veramente Gesù. Eppure S. Giacomo, nella sua lettera, invita a non credere come il diavolo (Gc 2,19). Non basta sapere che Dio esiste e che sia lo stesso Gesù Cristo. Bisogna appartenere a Lui, bisogna lasciarsi trasformare dall'azione del suo spirito. E il suo spirito, ancora oggi, lavora per scacciare satana dalle nostre vite (Mc 1,25), perché dietro ad ogni schiavitù, ad ogni infelicità, ad ogni fame di potere e successo, ogni avidità di ricchezze, dietro ogni volontà di dominio sugli altri, ogni odio, ogni mancanza di riconciliazione, ogni giudizio accusatorio degli altri, dietro ogni idolatria...c'è il diavolo, il ragno che tesse incessantemente la velenosa tela che intrappola le nostre vite. E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui (Mc 1,26). Satana fa sempre un gran chiasso quando è smascherato. Il suo potere è forte fin quando rimane nascosto. Il gran rumore che fa è proprio il segnale che sta perdendo la battaglia. Resiste fino all'ultimo per cercare di impaurire chi gli si oppone, ma inutilmente. Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono! (Mc 1,27) Il vangelo si apre con lo stupore della gente davanti alle parole di Gesù e si chiude con altrettanto stupore davanti all'autorità di esse sul mondo dei demoni. Chi ascolta la parola di Gesù dandogli l'autorità che gli spetta, sperimenta e sperimenterà sempre la potenza liberante che essa ha, anche se il Signore non lo sottrarrà mai alla fatica della drammatica lotta con il maligno. Ma chi (come oggi avviene abbondantemente) diserta l'eucarestia e ogni altra riunione dove viene annunciata la parola di Dio, chi abbandona la preghiera come relazione personale con Lui, chi si allontana da sacramenti, riconoscendo piuttosto l'autorità alle parole di altre persone sulla propria vita, non si stupiscano se in loro non si manifesta la potenza di Cristo Gesù: come disse il profeta essi hanno abbandonato me, la sorgente d'acqua viva, per scavarsi delle cisterne screpolate che non contengono l'acqua (Ger 2,13).

 

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