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TESTO Gesù ti manda... a quel paese

don Nazareno Galullo (giovani)  

Ascensione del Signore (Anno A) (08/05/2005)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Un giorno una signora anziana venne a confessarsi da me e mi disse: don Nazaré, tutti siamo peccatori, mica siamo come le statue, che stanno immobili in una nicchia?

Un'altra mi disse: don Nazaré: le orecchie sentono, gli occhi vedono e la bocca parla.

Certamente il cristianesimo non ha chiuso nessuno in una nicchia, e né certamente è la religione del "non vedo, non sento, non parlo"!. Il cristianesimo è movimento, dinamicità...e per dirla con Gesù è un "ANDARE".

Andare è il verbo dei cristiani. Muoversi per il vangelo è il nostro statuto. Non siamo stati chiamati ad una rigidità canonica, ma ad una mobilità missionaria.

Un giorno ho sentito una predica sulle missioni, fatta da un prete, non anziano, che diceva che è necessario essere missionari, uscire dalle sacrestie, non ancorarsi alle proprie origini. Il problema era che quel prete da circa 20 anni stava nella stessa parrocchia e non aveva mai accettato le proposte dei suoi vescovi a cambiare parrocchia adducendo ora un motivo ora un altro!

Capite che prendere alla lettera questo vangelo fa rimettere in discussione la propria vita. Se non si è disposti ad "andare" non si è cristiani.

Ora voi mi potreste dire: si può andare anche restando chiusi in un monastero; si può andare anche rimanendo tanti anni nella stessa parrocchia; si può andare anche formando famiglia e portandola avanti nel migliore dei modi. Certamente, rispondo io, certamente. Ma qualcuno dovrà pur "andare" concretamente, non credete?

Allora, cerchiamo di capirci: andare è un verbo di movimento "fisico" da un lato; da un altro lato è un verbo di movimento in senso meta-fisico.

Per chi, come me, è prete: è necessario andare, anche fisicamente, essere disponibili al soffio dello Spirito che "ti conduce anche dove non vuoi".

Per chi, non come me, è altro: è necessario essere aperti, non chiudersi nella propria "vitina" (= vita piccola) ma aprirsi con la testimonianza, il servizio, l'ascolto, la carità e chi più ne ha più ne metta.

D'altronde, un giorno, volenti o nolenti, saremo chiamati ad "andare" là dove le nostre sicurezze materiali non ci spingerebbero ad andare. Sarà il nostro "andare al di là"... che ci spingerà ad "andare". Ma come sarebbe più bello obbedire a Gesù che ti dice "vai"!

P.S.: tanto per rompere lo schema di questa riflessione, un'ultima confessione di una donna sulla cinquantina. Questa mi confessava delle sue tentazioni al pettegolezzo (tipiche specialmente qui al sud). E mi disse: don Nazaré, io a tutte le dicerie faccio orecchie...da meccanico! (N.B.: meccanico... e non come sarebbe giusto "mercante").

Saluti a tutti.
Naza

 

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