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TESTO Un Dio incontrabile

don Maurizio Prandi

II Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (14/01/2018)

Vangelo: Gv 1,35-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Anche questo incontro di Gesù con i discepoli è inserito in un viaggio, in un cammino. Le scorse celebrazioni sono state segnate dal cammino dei Magi, dal cammino degli uomini; oggi se volete, potremmo dire che stiamo insieme al cammino che Dio in Gesù decide di intraprendere. Gesù che passa, viene incontro all'umanità. Mi piace questo Dio che in Gesù si fa incontrabile perché passa proprio dove sei tu. È passato quel giorno accanto a degli uomini e possiamo dire che da quel giorno passa, infatti il vangelo usa questo imperfetto: passava, che dice un'azione che continua nel tempo, non un fatto puntuale, preciso. Passava, e da quel giorno non ha mai smesso.

Gesù passava: è la prima nota, la prima azione di Gesù che il vangelo di Giovanni registra. Prima caratteristica di Gesù è quella di essere un camminante. Da subito lo troviamo lì, sulla strada, ed è la mia strada, la strada di tutti! La strada e la casa: oggi il vangelo ci parla di questi luoghi amati da Gesù. Lo possiamo trovare, con grande sorpresa, proprio lì. Don Cristiano, nell'incontro formativo coi catechisti e gli animatori, ci diceva proprio questo: Gesù non lo trovi là dove pensi dovrebbe essere. Gesù ti sorprende stando sulla strada, nelle case, sui luoghi di lavoro, nei campi; i luoghi della manifestazione per lui sono i luoghi nei quali gli uomini giocano la loro vita nella fedeltà ad una quotidianità non semplice.

Per cogliere il passaggio, la presenza di Gesù, occorre stare, come Giovanni, e questo suo stare dice fedeltà, speranza e umiltà dell'attesa allo stesso tempo. E io dove sto? Sto nei luoghi di passaggio del Signore? Intuisco quali siano questi luoghi? Mi do degli strumenti per capire dove posso trovare Gesù? Dove sta la mia comunità? Dove sta la chiesa? Sempre don Cristiano ci diceva una cosa simpatica: quando un investigatore è sulle tracce di qualcuno che si nasconde, per poterlo catturare deve conoscerlo, provare ad entrare nella sua mentalità a ragionare come ragiona lui e possibilmente precedere il suo arrivo, stare lì ed aspettare. Forse per Gesù si può fare la stessa similitudine; devo dire che un po' questo mi preoccupa e mi fa un po' paura: sarò in grado di trovare Gesù a queste condizioni? Penso come pensa lui? Le sue scelte sono anche le mie? Vivo come vive lui?

C'è un indizio importante che ci dà il vangelo: Ecco l'Agnello! Il Battista dice ai suoi discepoli che la condizione di Gesù è quella di un agnello (conosciamo bene la simbologia) e se si vuole seguire Gesù si dovrà seguire un agnello; se si vuole trovare Gesù bisogna trovare un agnello; mi piace papa Francesco perché chiede alla sua chiesa di indicare non sé stessa come modello da seguire, ma di indicare Gesù in quanto agnello. Il nostro amico D. Simonazzi lo scrive molto bene: non dice il Battista “ecco colui che parla bene o ecco colui che fa i miracoli o ecco colui che appare” ma: “Ecco l'agnello!” Pensate a come siamo strani a volte: facciamo i pullman per andare dove una statua della Madonna piange in un giardino, ma non è lì che si deve andare! È necessario andare là dove Gesù si manifesta come agnello, dove Gesù si mostra nella sua condizione di agnello, là dove ci sono uomini e donne in cui Gesù si manifesta come Agnello. E' per quello che con i ragazzi siamo andati un giorno alla Casa della Carità o a trovare proprio don Daniele e i suoi mattoni o a conoscere Adele che affaticata da alcuni anni in un container dopo il terremoto del 1997 e dalla malattia ci ha detto nel suo dialetto: ragazzi non gliela fò più. “Gesù non si manifesta in chi comanda (scrive don Daniele), non in chi mette in evidenza se stesso, ma in chi ci porta nei posti dell'agnello”. È li che ci dobbiamo condurre a vicenda se ci vogliamo bene perché la strada, l'unica strada da percorrere è quella del mistero della Pasqua di Gesù.

Gesù vive le strade, le case. Don A. Casati scrive in un suo commento: ma oggi, c'è qualcuno che indichi Gesù per le strade? O forse siamo troppo impegnati ad indicarlo nelle chiese? Un compito che potremmo darci è proprio questo: seminare il sospetto che Gesù continui a passare oggi, nel quotidiano, in modi non evidenti e che quindi chiedono prontezza e disponibilità per cogliere appunto i segni di questo passaggio. La prima lettura in questo senso è altrettanto sorprendente: è significativo che la voce di Dio venga ripetutamente interpretata come la voce di un uomo, di Eli. Dio entra così delicatamente nella vita di Samuele da poter essere confuso con un uomo. Un'ulteriore conferma del fatto che Dio si presenta nella vita dell'uomo nel modo più semplice e quotidiano. È necessario fare attenzione alla parola degli uomini allora, può esserci una chiamata di Dio anche lì!

Interessante che la prima azione del Gesù di Giovanni sia il passare e la prima parola sia una domanda; ma allora non solo Gesù non sta là dove io penso debba stare, addirittura non dice quello che io penso debba dire Dio: dare delle risposte!

Senza tanti discorsi, senza tanti rigiri di parole i discepoli vanno, vedono, rimangono! Stando al vangelo non è che siano stati convinti a forza di tante parole; ciò che li ha convinti è stato il modo che Gesù ha di fare casa, il suo instaurare una relazione, il suo creare dei legami. Non omelie chilometriche, ma un'amicizia che nasce, un'aria di casa che si respira, uno sguardo d'amore!

 

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