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TESTO Ascende il Signore tra canti di gioia (193)

don Remigio Menegatti  

Ascensione del Signore (Anno A) (08/05/2005)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (At 1,1-11) e il vangelo (Mt 28,16-20) raccontano entrambi l'ascensione del Signore, il fatto con cui si chiude il "vangelo di Gesù" e con cui si apre il "vangelo della comunità" come lo sono gli Atti degli Apostoli.

Gesù riunisce i suoi discepoli, dà loro alcune istruzioni, e soprattutto l'incarico di annunciare la salvezza e donare il Battesimo nel nome della Trinità. Li invita ad attendere il dono dello Spirito e assicura di rimanere accanto a loro ogni giorno per accompagnarli nella missione. Infine sparisce dalla loro vista. Vengono sottolineati anche due segni "dal cielo": la nube che lo sottrae allo sguardo degli apostoli e gli angeli che annunciano il suo ritorno alla fine della storia. Storia di salvezza in cui ora i discepoli hanno un ruolo di testimoni e annunciatori, continuando così la missione stessa di Gesù.

Salmo 46

Applaudite, popoli tutti,
acclamate Dio con voci di gioia;
perché terribile è il Signore, l'Altissimo,

re grande su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni;

cantate inni al nostro re, cantate inni.

Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sui popoli,

Dio siede sul suo trono santo.

Il salmo è un invito a manifestare la gioia e la festa che nasce nel cuore dell'uomo di fronte ai doni di Dio.

Un invito rivolto a tutti, perché Dio è re di tutta la terra, e di conseguenza regna su tutti i popoli. È un re che viene innalzato su un trono santo, dopo essere salito tra le acclamazioni e la lode manifestata con voci di gioia, con canti che esprimono la festa. Anche l'applauso e il suono di trombe servono per far festa e manifestare la soddisfazione del popolo che riconosce la grandezza e la potenza di Dio, e condivide la sua forza.

Il popolo che esprime questi sentimenti non si avverte solo spettatore di qualcosa di grande, ma sa bene che tutto ciò lo coinvolge, lo inserisce in questa grande liturgia.

Noi rileggiamo questo salmo vedendovi rappresentato Gesù, l'uomo di Nazaret. È lui, vero Dio e vero uomo, a sedere su questo "trono" alla destra di Dio Padre. È uno di noi che intercedere a nostro favore, perché rappresenta tutti noi davanti al Padre.

Un commento per ragazzi

Ci sono dei momenti in cui ci alziamo tutti i piedi nello stesso momento e il nostro applauso sembra quasi un'esplosione: al termine del concerto del gruppo che ammiriamo, alla conclusione di una commedia o di un recital organizzato in parrocchia, o di una scenetta nella serata finale del campo scuola. Anche allontanandoci continuiamo a commentare quanto abbiamo ascoltato e visto, magari canticchiando un motivetto particolarmente simpatico. È solo un esempio, forse non ancora il migliore, per richiamare quello che è capitato su quella collina fuori di Gerusalemme alcune settimane dopo la Pasqua.

Gli apostoli si trovano ad essere non sono solo spettatori, presenti per tre anni ad ogni replica della storia di Gesù. Sono dall'inizio protagonisti con lui. Da quando li ha chiamati, sulle rive del lago o al banco delle tasse, quando ha pronunciato il loro nome scegliendoli tra il gruppo più ampio di discepoli che lo seguivano... loro hanno vissuto con Gesù condividendo la sua missione. Erano come "in allenamento", hanno provato a vivere un certo servizio con Gesù. Ciò che è avvenuto sulla collina poco fuori della città santa è come quando si spengono le ultime note dell'inno nazionale e tutto lo stadio, che in piedi ha cantato l'inno, esplode in un applauso. Applauso di incoraggiamento per la loro squadra più rappresentativa, appunto la "rappresentanza nazionale". Ciò che conta non è ascoltare l'inno; nessuno va allo stadio pensando ad un concerto! Il bello è il gioco, che l'allenatore ha insegnato e per cui ha preparato la sua squadra, e che adesso in campo devono mostrare di aver compreso e assimilato bene proprio loro che scendono.

Meglio un giocatore un po' stonato, piuttosto di uno che sbaglia ogni azione e gioca in maniera da complicare la classifica.

L'ascensione è come la conclusione dell'allenamento: Gesù ha giocato da protagonista la grande gara della vita contro la morte, del bene contro il male. È la gioia che ha vinto sulla tristezza, la speranza sulla delusione. Adesso, a continuare la sua partita c'è la sua squadra, quelli che ha scelto e preparato per questo. Adesso sono loro in campo. Ma non sono soli: Gesù promette di essere sempre con loro – come un allenatore ai bordi del campo – e che ci sarà un altro – una specie di preparatore atletico – che li guida, li sostiene, li aiuta: lo Spirito. Quello stesso che ha accompagnato Gesù.

Adesso in campo ci siamo noi. Non da spettatori, bensì protagonisti.

Per noi magari non c'è stacco netto tra allenamento e partita: quanto ascoltiamo lo viviamo subito; ciò che celebriamo e la vita concreta sono legati.

Quello che conta è che pure noi, grandi o piccioli, adulti e ragazzi, siamo adesso in gara per condividere la vittoria di Gesù, per assicurare un risultato sempre più ampio e definitivo.

Lo Spirito opera anche nella nostra vita; ci prepara e ci ricorda le parole di Gesù per risultare dei campioni nella vita...eterna.

Un suggerimento per la preghiera

Signore, forse non siamo neppure di quelli che cantano con gioia, che suonano tanti strumenti per far festa a te. Forse seguiamo in silenzio le celebrazioni, dicendo che "...abbiamo poca voce". Eppure tu ci inviti a lodare Dio per questo dono grande: la tua vita, la tua parola e tanti segni con cui manifesti l'amore del Padre. Vogliamo lodarti e ringraziarti anche per un altro dono grande: il posto che affidi anche a noi in questa partita della vita. Un dono importante è lo Spirito, che vive in noi per ricordarci le tue parole e aiutarci a giocare con entusiasmo la nostra avventura con te. In questo modo tutti si possono unire alla lode e al grazie che sale a te dalla tua comunità. Sale fino a te, anche se sei in cielo, perché tu vivi sempre accanto a noi e mai ci abbandoni.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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