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TESTO Quell’amore che non ci lascia soli

don Bruno Maggioni

VI Domenica di Pasqua (Anno A) (01/05/2005)

Vangelo: Gv 14,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

La liturgia di questa domenica continua la lettura del capitolo 14 del vangelo di Giovanni, di cui si è già letto la prima parte domenica scorsa. Il tema è l'amore, come appare dall'inizio («se mi amate...») e dalla conclusione («chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui»). Mi sembra che le idee dominanti siano due. La prima è che il criterio più adatto per verificare la realtà dell'amore a Cristo è l'obbedienza alla sua volontà, cioè l'osservanza concreta dei comandamenti, che in Giovanni si riducono al comandamento dell'amore fraterno. E la seconda: la pratica dell'amore è il luogo in cui Gesù si manifesta. L'amore è l'epifania di Dio, il luogo del dono dello Spirito, dell'incontro con la Trinità, della manifestazione di Gesù. Salendo al cielo e sottraendo la sua presenza visibile, Gesù non lascia soli i suoi discepoli, semplicemente si rende presente in modo diverso da prima. Per quanto riguarda l'amore, se ne sottolinea la concretezza: non le parole, non le idee, ma i fatti. È nella concretezza della carità, del dono di sé, che si incontra la presenza del Signore.

E a proposito dello Spirito, si afferma una opposizione fra i discepoli e il mondo. Il mondo non è in grado di capire e di ricevere lo Spirito. Le manifestazioni dello Spirito sono visibili, eppure il mondo è incapace di scorgerle perché il suo sguardo vede solo ciò che gli interessa. Per essere illuminati dallo Spirito occorre uscire da se stessi. Ma se è vero che il mondo non riconosce lo Spirito, Gesù sottolinea che invece lo Spirito è compreso dai discepoli.

L'intima e spirituale presenza dello Spirito è la nuova presenza di Gesù, è l'«attualità» di Gesù: «non vi lascerò orfani, ritornerò da voi» (14,16). È grazie allo Spirito che i discepoli comprenderanno la realtà profonda di Dio, di Gesù e di loro stessi. Gesù avverte, più avanti, che i discepoli saranno odiati dal mondo e perseguitati. Ma insieme li assicura ad essi che l'odio del mondo e la persecuzione saranno l'ambiente in cui si manifesterà la testimonianza dello Spirito e la loro. Nel grande processo tra Cristo e il mondo, che si svolge entro la storia, lo Spirito depone in favore di Gesù. Davanti all'ostilità che incontreranno, i discepoli saranno esposti al dubbio, allo scandalo e allo scoraggiamento. Lo Spirito difenderà Gesù nel loro cuore, li renderà sicuri nella loro disobbedienza al mondo. I discepoli avranno bisogno di certezza: lo Spirito gliela donerà.

Libri di don Bruno Maggioni

 

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