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TESTO Commento su Luca 2,15-20

don Michele Cerutti

Natale del Signore - messa all'aurora (25/12/2017)

Vangelo: Lc 2,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,15-20

15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

E' un Dio sorprendente che entra nella storia.
Cerchiamo di entrare nel dettaglio di quegli elementi che sono contraddittori rispetto alla nostra mentalità.
E' la figura dei pastori che rende unico questo annuncio.
I pastori erano l'ultima categoria sociale nella cultura giudaica e nella cultura romana.
Il Signore stravolge la cultura del tempo e utilizza ciò che è stolto agli occhi degli uomini per entrare nella storia. D'altra parte sappiamo che sceglie dei pescatori analfabeti per annunciare il Vangelo.
Anche il luogo in cui nasce è al margine della geografia del tempo. Non sceglie Roma centro politico, non sceglie Gerusalemme. Sceglie Betlemme, un anonimo paesino della Palestina. La storia della salvezza passa laddove è impensabile.
Allora la salvezza non ha confini, non esclude nessuno e utilizza ciò che è piccolo per poi essere segno per tutti. La Galilea delle genti, esclusa dai giudei perché luogo impuri, sarà il luogo di inizio dell'annuncio.
Non nasce su un trono o su un grande baldacchino di una reggia il Re della pace, ma il lettino in cui viene posato Gesù è una semplice mangiatoia.
C'è un forte richiamo per tutti perché il Cristo è venuto per essere cibo spezzato per l'umanità.
Grandi segni di contraddizioni ci vengono offerti in questo giorno Santo del Natale.
Tutta la vita di Gesù si contraddistingue per contraddizioni fino al momento della Croce che ricapitola tutte le contraddizioni della sua esistenza.
Davanti alla grandezza di questi elementi che sembrano incomprensibili l'atteggiamento giusto lo offre la Vergine Maria.
Il Vangelo ci dice, nel brano appena proclamato: “Maria da parte sua, custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”.
Anche a noi è affidato questo compito di custodia delle meraviglie del Signore e di meditazione.
Dobbiamo evitare di farci scivolare il Natale. In questo mistero comprendiamo la grandezza, la profondità, la larghezza dell'amore di Dio. Solo se siamo in grado di fare questa operazione in noi possiamo con i pastori tornare nei luoghi in cui viviamo glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevamo udito e visto.
Abbiamo anche noi il compito di annuncio di quello che abbiamo respirato con questo mistero importante della nostra fede.
E' il compito di tutti i battezzati la dimensione dell'annuncio. I pastori nella loro semplicità ci invitano a bandire ogni timidezza nell'annuncio. E' responsabilità di chi ha ricevuto un dono quello di annunciare. La gioia non può essere trattata gelosamente, ma va condivisa.

 

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