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TESTO Uomini e donne della speranza e di carita'

padre Antonio Rungi

VI Domenica di Pasqua (Anno A) (01/05/2005)

Vangelo: Gv 14,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

La Parola di Dio della VI domenica del tempo di Pasqua ci immette nel clima dell'attesa del Consolatore, lo Spirito di verità, che gli Apostoli riceveranno nel giorno della Pentecoste. Nello stesso tempo, essa ci offre l'opportunità di un'appropriata riflessione su alcune tematiche di carattere dottrinale ed etico per la vita cristiana di ieri e di oggi. Tematiche che si possono sintetizzare nelle tre virtù teologali (fede, speranza e carità), ma anche nell'impegno missionario con i suoi risvolti positivi su quanti, all'inizio della predicazione del Vangelo, ricevono la Parola di Dio. Gli effetti sono di portata ampia, soprattutto in ragione dei molti miracoli che avvenivano per mezzo degli Apostoli. Infatti, si legge nel brano degli Atti degli Apostoli di oggi che "In quei giorni, Filippo, sceso in una città della Samaria, cominciò a predicare il Cristo. E le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Filippo sentendolo parlare e vedendo i miracoli che egli compiva. Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida e molti paralitici e storpi furono risanati. E vi fu grande gioia in quella città".

L'azione missionaria e l'opera di evangelizzazione va avanti e dovunque giunge l'annuncio mediante coloro che il Signore aveva scelto per tale delicato compito. Gli Atti degli Apostoli sono precisi al riguardo, facendo risaltare nel testo odierno il dono dello Spirito Santo. Come dire che i tanti fratelli che avevano aderito alla fede e si erano fatti battezzare, successivamente venivano confermati in tale adesione ricevendo il dono dello Spirito. E' qui espresso con chiarezza il sacramento della confermazione, amministrata in tempi successivi al sacramento del battesimo. "Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni. Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo".

Discorso di apertura ai segni dei tempi e soprattutto ad una dinamica di vita autenticamente cristiana, incentrata sul mistero del Cristo crocifisso e risorto per la nostra salvezza, è proposto nel testo della Prima lettera di san Pietro apostolo. Egli, infatti, invita tutti i credenti ad adorare il Signore, Cristo, nei loro cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque domanda loro ragione della speranza che è in loro. Ma precisa che "questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. È meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene piuttosto che fare il male. Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito".

Sullo stretto rapporto tra amore ed osservanza dei comandamenti di Dio si incentra il breve brano del Vangelo secondo Giovanni, che leggiamo oggi. Vangelo che lega il discorso anche al dono dello Spirito Santo, che amore e verità.

"Gesù disse ai suoi discepoli: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui".

Come è chiaro, Cristo non abbandona la sua chiesa, non la lascia orfana nel momento in cui egli ritorna nella gloria dei cieli, dalla quale era disceso per la salvezza del genere umano, portata a compimento nel mistero della sua e nostra Pasqua. La vicinanza di Cristo nella vita dei singoli credenti e dell'intera comunità cristiana la si percepisce facilmente se dentro e fuori della chiesa circola l'amore e si diffonde amore. Un amore che richiede scelte precise di vita, che consistono nell'osservanza dei comandamenti dell'amore di Dio e del prossimo. Giovanni l'evangelista, che è il cantore dell'amore di Dio, nel suo vangelo richiama continuamente tali tematiche, che sono centrali in tutta la rivelazione di Dio agli uomini. L'essenza di tutto ciò che è la fede cristiana sta in quel "Dio amore" e chi vive nell'amore vive in Dio.

 

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