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TESTO Preparate la via del Signore

don Luciano Cantini  

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II Domenica di Avvento (Anno B) (10/12/2017)

Vangelo: Mc 1,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,1-8

1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.

2Come sta scritto nel profeta Isaia:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:

egli preparerà la tua via.

3Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri,

4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Inizio del vangelo
La parola “vangelo” fa parte del nostro vocabolario abituale, subito ci rimanda ai testi sacri del Nuovo Testamento; ma è Marco che ne inizia l'uso usandolo quasi come titolo del suo scritto: Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Arché, «Inizio», è una parola complessa - la ritroviamo all'inizio della Scrittura - che non possiamo ridurre al semplice cominciamento di un racconto, ci chiede piuttosto di andare al principio, al fondamento della nostra fede. È l'inizio di un evento decisivo per tutta la vicenda umana. Questo è il “vangelo” - la buona notizia -: non solo le parole di un racconto buono, neppure il messaggio che quelle parole comunicano, il Vangelo è la persona stessa di Gesù, quello che lui ha detto e fatto. Il Vangelo va oltre lo spazio e il tempo così che il Signore ci raggiunge nel nostro oggi perché è Lui che parla quando nella chiesa si legge la Sacra Scrittura (Conc. Vat II, SC 7).

Gesù, Cristo, Figlio di Dio
A mano a mano che la Scrittura viene studiata andando a leggere nei codici più antichi ci si libera da alcune semplificazioni o incrostazioni che nel tempo hanno inquinato il testo; in questo caso sono le virgole che avevano limitato lo spessore del testo. Gesù è l'uomo, il figlio di Maria, colui che appartiene alla storia, agli eventi che hanno caratterizzato la sua vita a tal punto che la sua vita è la Buona Notizia, il vangelo. Cristo, significa Unto, Consacrato, Messia; a volte lo troviamo unito al nome come un appellativo, un aggettivo, anche l'uso dell'articolo favorisce l'idea di una caratterizzazione, una specificazione; qui isolato dalla virgola e senza articolo assume il senso di nome proprio, Marco ci dice che il nuovo nome di Gesù, il figlio di Maria è Messia - Cristo. Tutto il vangelo di Marco ci tiene in tensione nella scoperta di chi sia davvero questo Gesù (cfr cap 1-8); in mille modi si ripropone la domanda e mentre il racconto sembra svelarne il mistero subito lo nasconde (cfr. per esempio 1,44), anche i suoi discepoli sembrano immersi nel fraintendimento, seguono il Signore con poca o nessuna comprensione di quanto sta accadendo, fino a giungere alla rivelazione finale del Centurione ai piedi della croce: Veramente costui era il Figlio di Dio (15,39).
Così il primo versetto già annuncia tutto il percorso che insieme a Marco siamo chiamati a fare per capire che Gesù è l'ultimo, definitivo inviato di Dio, in lui è la pace, la pienezza della vita che dà senso all'esistenza.

Preparate la via del Signore
Per arrivare a rispondere alla domanda chi è Gesù bisogna partire da lontano per capire prima di tutto come Dio si è avvicinato all'uomo, Marco cita Isaia, vissuto sette secoli prima di Gesù, in realtà assembla testi diversi (Es 23,20; Ma 3,1) per arrivare all'espressione Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore (Is 40,3), in cui il profeta dona speranza agli israeliti nell'esilio di Babilonia.
Il messaggio che ne risulta è semplice e chiaro: è Dio che ha inviato Gesù.
Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui (1Gv 4,9).
Il senso che deriva dalla lettura profetica è l'approccio nuovo nella relazione con Dio, non una parola da studiare piuttosto una persona da accogliere.

Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea
È una specie di esodo alla rovescia: nell'Esodo Israele arriva alla terra promessa passando dal deserto, qui la gente sente la necessità di tornare nel deserto. Geograficamente il deserto separa Babilonia dalla Palestina come il deserto separava l'Egitto dalla Terra Promessa. Attraversare il deserto per Israele è stato realizzare il grande incontro con Dio. Le difficoltà che ha dovuto affrontare hanno messo a nudo le debolezze e le false fiducie dell'uomo e rafforzato il rapporto con il Creatore. Il deserto più che una esperienza storica è stata una grande esperienza di fede.
Il dinamismo dell'Avvento ci chiede di andare anche noi nel «deserto» per rientrare nel cuore e vivere l'esperienza della relazione salvifica con Dio.

 

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