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TESTO Grandi sono le opere del Signore (192)

don Remigio Menegatti  

VI Domenica di Pasqua (Anno A) (01/05/2005)

Vangelo: Gv 14,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-21

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (At 8, 5-8.14-17) racconta come la comunità, superati positivamente i rischi di divisione, continua con entusiasmo la sua missione. Filippo, uno dei sette animatori della carità, annuncia il Vangelo e compie miracoli, coinvolgendo molta gente e suscitando gioia in chi accoglie il dono. Il vero protagonista della missione è lo Spirito che guida i discepoli e viene invocato anche sui Samaritani, con il gesto dell'imposizione delle mani.

Il vangelo (Gv 14,15-21) riprende un discorso di Gesù nella Cena pasquale: il Maestro chiede la fedeltà ai comandamenti come segno di amore, e promette lo Spirito. Questo dono grande di Dio opera già accanto ad ogni uomo, perché è l'amore di Dio che si prende cura di tutti. Chi lo riconosce e accoglie scopre il grande tesoro di essere amato non solo da Gesù, ma anche e soprattutto dal Padre.

Salmo 65

Acclamate a Dio da tutta la terra,
cantate alla gloria del suo nome,
date a lui splendida lode.

Dite a Dio: «Stupende sono le tue opere!

A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,

mirabile nel suo agire sugli uomini.

Egli cambiò il mare in terra ferma,
passarono a piedi il fiume;
per questo in lui esultiamo di gioia,

con la sua forza domina in eterno.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio:
non ha respinto la mia preghiera,

non mi ha negato la sua misericordia.

Il salmo è l'invito a lodare il Signore per ciò che compie a favore dell'uomo. Una lode che raggiunge ogni uomo, superando qualsiasi confine, poiché l'amore di Dio non è ristretto ad un popolo o a un periodo della storia. Nell'invito si suggeriscono anche le parole da dire al Signore, riconoscendo che le sue opere sono stupende, frutto del suo amore per l'umanità.

Vengono ricordati i fatti dell'esodo, quando un popolo di schiavi, appena uscito dall'Egitto supera indenne l'ostacolo del mar Rosso, e poi più tardi il passaggio del Giordano, "porta" che immette nella terra promessa.

Questo dono di liberazione rimane come fondamento per ogni gesto d'amore di Dio. Anche i segni diretti alle singole persone: il salmista infatti invita ad ascoltare e considerare anche la sua personale vicenda. In dimensioni minori la sua storia manifesta lo stesso amore di Dio che ascolta la preghiera e dona con abbondanza la misericordia.

Un commento per ragazzi

Prima di iniziare il campionato, o il periodo delle gare, di solito si vive un tempo di preparazione in cui all'allenamento fisico si alterna l'ascolto delle indicazioni dell'allenatore, per imparare il suo modulo di gioco. Indicazioni che devono risultare chiare, vanno assimilate bene, in modo che quando si è in gara, si sfrutti al meglio la preparazione e risultando vincitori. Ed è bello vedere, mentre si è nel bel mezzo della prova, che si ritrovano tutte le indicazioni ricevute, e come diventano preziose per ottenere un buon risultato. Se poi l'allenatore è ai bordi del terreno di gioco, della pista, del luogo dove si svolge la gara, risulta anche più facile perché continua a guidarci.

Gesù chiama dei "giocatori" per inserirli nella sua squadra. Li allena intensamente per almeno tre anni. Li educa con le sue parole e facendo loro vedere - e provare - la forza dei miracoli. Nella cena pasquale che segna il suo ritorno al Padre assicura che non li abbandona, ma sarà sempre con loro e li affiancherà con un nuovo allenatore: lo Spirito di verità.

Un allenatore, lo Spirito, che per la verità è sempre stato al loro fianco. Si tratta dell'amore di Dio che ha guidato nella sua vita terrena Gesù. Sceso su di lui nel battesimo al Giordano, lo ha accompagnato per manifestargli in ogni momento la volontà di Dio e incoraggiarlo a vivere nella fedeltà alla sua parola.

Adesso sono chiamati a manifestare il loro legame con Gesù soprattutto vivendo le sue indicazioni – i suoi comandamenti, dice Gesù – e annunciando questo dono destinato a tutti gli uomini. Filippo e gli altri avevano ricevuto il dono dello Spirito: nella Pentecoste e poi quando hanno imposto le mani per la nuova missione: il servizio ai poveri, come scelta importante.

Girando per la Samaria, una regione spesso poco propensa ad accogliere le parole e la stessa presenza di Gesù, Filippo verifica come chi prima si dimostrava freddo alle opere del Messia, ora si lascia coinvolgere nella proposta di salvezza. Il dono di Dio è arrivato anche per questo gruppo di Ebrei. Per loro serve la conferma dell'amore di Dio, su loro scende lo Spirito di Gesù che li consacra e li trasforma definitivamente in discepoli del Signore. Ecco uno dei fatti grandi per ringraziare e lodare Dio: non solo l'apertura del mar Rosso o del Giordano, quanto soprattutto l'apertura del cuore di ogni uomo alla tenerezza di Dio Padre.

Sì, stupende sono le tue opere, Signore. Anche noi siamo coinvolti in questa storia; anche su noi scende e rimane lo Spirito come già su Gesù nel battesimo e sugli apostoli e i primi cristiani.

Certo, non dobbiamo aspettarci segni visibili, non sentiremo un vento forte, un rombo come di tuono, non vedremo fiammelle sopra le nostre teste...ma è lo Spirito che ci avvolge del suo abbraccio, e manifesta la tenerezza e la forza di Dio. È "l'allenatore" che incoraggia anche noi a ricordare e vivere le parole di Gesù per risultare vincitori nella grande gara della vita.

Nella celebrazione della comunità e nella preghiera personale e in famiglia, volgiamo lodarti, o Dio.

Un suggerimento per la preghiera

Signore Gesù, anch'io posso chiamare la famiglia gli amici a vedere le grandi opere che tu compi in me, e per mezzo di me nel mondo in cui abito.

I miei gesti di perdono, la mia pazienza, sono opere per cui lodarti, o Dio. Quando sono sincero e obbedisco ai genitori, quando collaboro con generosità a favore di chi soffre...anch'io annuncio la tua grandezza e bontà, Signore. Quando prego e partecipo attivamente alla vita della comunità, allora proclamo in mezzo ai miei fratelli la gioia di essere tuo figlio, di vivere come te, lasciandomi guidare dallo Spirito che ti ha accompagnato e sostenuto nella vita e nella missione che il Padre ti ha affidato e hai proposto pure a me.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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