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TESTO Il venire di Dio

padre Gian Franco Scarpitta  

I Domenica di Avvento (Anno B) (03/12/2017)

Vangelo: Mc 13,33-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 13,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 33Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Vigilare è un impegno non facile. Comporta la difficoltà di saper aspettare prestando sempre attenzione, restando guardinghi e pronti, guardandosi attentamente attorno perché all'improvviso potrebbe succedere qualcosa di sconvolgente e intanto non avviene nulla. Comporta quindi sopportare la monotonia e la ripetitività, il tedio che l'attesa comporta, soprattutto quando si è oppressi dal sonno e dalla fatica e in tal caso non si vede l'ora che giunga la fine del turno. Non per niente la Scrittura adopera in termine di paragone: "L'anima mia attende il Signore più che le sentinelle l'aurora." L'attesa è una virtù appunto perché comporta sacrifici e difficoltà e la vigilanza comporta la difficoltà ulteriore di avere qualche nemico da prevenire o da evitare. Gesù ci esorta appunto a questo: sorbirci il fardello della sopportazione e restare attivi nella vigilanza, consci che da in momento all'altro potrebbe capitare qualcosa. 1) Potrebbe succedere che Dio faccia "irruzione" nella nostra vita venendo a trovarci in qualsiasi corcistanza, felice e avversa, nella quale siamo invitati a riconoscerlo. E di fatto noi non poniamo la nostra fiducia in in Dio epicureo, relegato nella sfera trascendente di beatitudine e dimentico dell'uomo, ma abbiamo fede in un Dio che si è al contrario fatto uomo e che mostra continuo interesse nei nostri confronti. Quello di Gesù, Dio fatto uomo, è un continuo "venire" nella storia dell'uomo, un interpellarci, provocandoci ad abbandonare le nostre certezze e gli agi che possono caratterizzarci. Alla venuta di Dio si resta desti e pronti, tanto più che Dio viene sorto le spoglie dell'inimmaginabile e a volte (per noi) dell'assurdo, per esempio nel povero e nel sofferente o nel dolore, nella mestizia. Tutto ciò che noi consideriamo non essere Dio, tante volte proprio quello è il Dio che viene. 2) Potrebbe succedere che sopraggiunga l'agguato dell'antico avversario che tende ad allontanarci da Dio venendo magari lui al suo posto e configurandosi egli stesso come Dio. E di fatto questo succede: anche il solo approssimarsi del Natale, che dovrebbe riguardare la predisposizione dell'animo al solo incontro con Dio che diviene Bambino, diventa invece un tartassamento del maligno che sfrutta abilmente la subdola attrazione del consumo sfreneato e spropositato, del vizio, dello inutile eccessivo e del relativismo etico e religioso. E tante volte Natale diventa occasione di peccato. La vigilanza non sarà mai esagerata nei confronti di tutto quello che si oppone allo spirito e che fonda la nostra minaccia costante e in questo senso l'esortazione di Gesù è perentoria e non conosce limiti e confini di tempo: vegliate.3) Potrebbe succedere che nel momento in cui proprio non ce l'aspettiamo saremo convocati in giudizio a rendere conto ciascuno delle nostre opere. Non possiamo trascurare che la nostra vita è oltretutto un protrarsi in avanti evun procedere verso la dimensione definitiva della gloria. Insomma ci attende una patria nei cieli che non deve demotivare la vita presente ma neppure distoglierci dall'obiettivo futuro. Vigilare resta sempre l'imperativo ineluttabile. Quello che potrebbe succedere insomma e di fatto succede è che viviamo l'Avvento, cioè l'aspettativa di Dio che viene a scuoterci e ad estirpare da noi la radice del male come il Dio che è, che era e che verrà (Ap 1, 7). Avvento è la venuta di Dio al presente, al passato e protesa verso il futuro e questo aspetto interessa tutto l'irinerario dell'uomo. Questa Domenica inizia l'Avvento liturgico, che secondobil calendario ci introdurrà un po per volta alla celebrazione del 25 Dicembre e ci predisporrà nello spirito al Natale del Signore. Ma l'Avvento del mese di Dicembre, quello voluto ogni anno dalla Chiesa, è solo un riflesso del Venire di Dio continuo in noi e della correlativa necessità di dover vigilare certo non senza sacrificio e monotonia quanto alle nostre forze, ma forti drl sostegno dello stesso Gesù che realizza il nostro desiderio fondamentale espresso da Isaia: " Se tu squarciassi i cieli e scendessi!" Esso indica la volontà effettiva dell'incontro con colui al quale si aspira e che non resterà inappagata.

 

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