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TESTO I figli del Regno

don Walter Magni  

II domenica T. Avvento (Anno B) (19/11/2017)

Vangelo: Mt 3,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».

3Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

4E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.

5Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

7Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque un frutto degno della conversione, 9e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

In questo tempo di Avvento, di attesa, la liturgia ci ripresenta la figura austera di Giovanni Battista. Come un grande faro che illumina la strada che abbiamo intrapreso per andare incontro al Signore che viene. Da qualsiasi angolatura lo guardi, il Battista è sempre scomodo, ma con lui non puoi non confrontarti. Questa è la verità: più l'ascolti e più ti accorgi che devi cambiare rotta, se davvero vuoi andare incontro al Signore che viene.

Dirottati nel deserto
Anzitutto il Battista ti sta parlando dal deserto: “in quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea”.
Forse anche tu aspettavi di vedere il Messia fuoriuscire glorioso dal Tempio, il centro religioso dell'ebraismo. Invece lui ti dirotta nel deserto di Giuda. Lontano dal frastuono della città e dal vociare dei mercanti nel Tempio. E non si tratta di una bella trovata del marketing religioso più aggiornato. E' il Dio della Bibbia che ama sorprendere così il suo popolo, dirottare nel deserto la sua gente.
Cosa fa Giovanni il Battista nel deserto? Dopo essersi esercitato a lungo nel silenzio, sperimentando solitudine e desolazione, annuncia a tutti che il nostro è un Dio che viene, che vuole venirci a trovare. Con quella sua voce tonante proclama parole essenziali, misurate, per ridire semplicemente la Parola di Dio. Senza aggiungere altro. Lasciando poi che il vento, danzando sulle dune, le porti altrove.
La smania comunicativa che attraversa anche le nostre chiese, contrasta con l'essenzialità di questo grande profeta del deserto. Il linguaggio informatico sarà pure un veicolo veloce, ma non aggiunge nulla dal Vangelo. E' piuttosto la chiacchiera inutile, anche dentro le nostre chiese, a fare più danni. Una vera e propria controtestimonianza che oscura il Vangelo. Ritorniamo a dire parole più misurate nelle nostre liturgie e magari facciamo anche qualche silenzio in più. Sarà più facile per tutti accorgersi che Dio viene. Il nostro Dio viene, se lo sai aspettare.

“Che cosa siete andati a vedere nel deserto?”
C'è un altro dirottamento che il Battista sa provocare bene. Dice l'evangelista Matteo: “e lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico”. Come se il Battista ci stesse dicendo che per riaccendere nel cuore della gente l'attesa, lo stile conta. Ha il suo peso. Non è indifferente il tenore di vita del Battista. Neppure il suo carattere ruvido e asciutto. Come anche il suo modo di vestire e di presentandosi alla gente può fare la differenza. Del resto anche Gesù un giorno domanda ai Suoi: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta” (Mt 11,7-9).
Chi oggi sa riaccendere nel nostro cuore l'attesa di Dio? Non quelli che cercano potere e consenso, che parlano bene e razzolano male. Così come non annuncia più il Dio che viene una chiesa che si appiattisce su modelli mondani. La coerenza tra il dire e il fare conta ancora. Soprattutto se devi predicare nel Suo nome. La gente sa ancora distinguere tra l'essere e l'apparire. Ha fiuto per capire dove prevale il dare sulla bramosia dell'avere. Il comportamento dei credenti può indurre ad aprire o sbarrare quella porta alla quale Lui sta ancora bussando: “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20).

“Fate un frutto degno della conversione”
E un ultimo dirottamento ci indica il Vangelo, attraverso questo gigante del deserto. Il Battista, predicando s'era trovato davanti due gruppi di persone. La massa della gente: “allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati”; insieme a molti farisei e sadducei, che pure volevano ricevere “il suo battesimo”. Personaggi che il Battista va a scovare, chiamandoli “razza di vipere!”. Scaraventando parole dure come macigni, che ti lasciano il segno dentro: “chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: ‘Abbiamo Abramo per padre!'.
Dove sta ancora il dirottamento? Nel fatto che Giovanni il Battista ci obbliga tutti a puntare il faro, senza fare sconti, sugli uomini di religioni. Quelli che la rappresentano e la conducono. Con la pretesa di essere gli unici eredi della fede di Abramo. Il Battista ci sta confondendo ancora. Soprattutto quando facciamo della religione una bandiera che possa coprire i nostri affari e i nostri misfatti. Lui non sta decretando la fine dell'ebraismo, di una religione, ma pretendendo con urgenza una purificazione. Perché si rinnovi, capace ancora di verità e di bellezza. Allora un miracolo ci attenderà al varco: accorgerci stupiti che anche da un vecchio tronco appena tagliato, un germoglio rispunta. Due fragili foglioline delle quali pochi forse s'accorgeranno.
Leonard Cohen cantava: “c'è una crepa in ogni cosa, è così che entra la luce” (Anthem, Inno). E intanto Lui bussa ancora, bussa sempre alla tua porta. Ti prego fratello, sorella: lasciaLo entrare!

 

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