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TESTO Commento su Lc 13,18-21

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (31/10/2017)

Vangelo: Lc 13,18-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«Il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Lc 13,18-21

Come vivere questa Parola?
Davvero di tutti i semi, quello di senapa, simile a una punta di spillo, è il più piccolo. E che cos'è un pugnetto di lievito che scompare nella massa di farina? Però attenzione! Il piccolissimo seme è di tale potenza vitale che nella terra attecchisce e cresce fino ad avere rami robusti che possono ospitare gli uccelli dell'aria. E il lievito, pur perdendosi dentro la massa della farina, è capace di farla tutta fermentare. Così è il Regno di Dio - dice Gesù -, cioè la forza dinamica della sua vita dentro di noi. Sì, il Regno di Dio è il mistero del suo amore che agisce dentro il nostro cuore e, se acconsentiamo a vivere il Vangelo, diventa continua conversione della nostra mente alla mentalità di Gesù, conversione del cuore al suo modo di amare e di agire. Ciò che conta non è certo la potenza, la vistosità, l'efficienza dell'apparato esteriore delle opere. Anzi, guai a cercare questo. Ciò che conta è l'attenzione e la piena apertura al mistero di Gesù, al suo modo di regnare che è servizio d'amore fino a dare la vita. Questo è il Regno! E non fa spettacolo, né chiasso. È piccolezza che misteriosamente esplode dentro la storia, in stupende realizzazioni d'amore.

Signore Gesù, aiutami a volgere lo sguardo verso coloro che con la loro vita sono stati “lievito” per il tu Regno. Penso a S. Giuseppe Cottolengo, a S. Giovanni Bosco, S. Maria Mazzarello, a S. Madre Teresa di Calcutta: piccoli “semi” diventati alberi forti che “ospitano” ancora oggi tanti “uccelli” (=uomini, donne, giovani di ogni nazione e stato sociale) in ordine alla salvezza.

La voce di un Santo
“Le orme sono le impronte che lascia uno che cammina per strada; le opere di Dio invece vengono chiamate le sue strade. [...] le orme di Dio sono dunque determinate impronte che si trovano nelle creature, e da esse si può in una certa misura risalire a conoscere Dio”.
S. Tommaso d'Aquino

Sr Maria Pia Giudici FMA - info@sanbiagio.org

 

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