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TESTO La tua voce nel coro

don Angelo Casati  

Tutti i Santi (01/11/2017)

Vangelo: Mt 5,1-12a Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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Non è stato specificata nessuna citazione

Perdonate se mi esprimo così. Sto dicendo sensazioni mie, e forse non del tutto fondate. Ebbene vorrei dirvi che questa di Ognissanti, sembra quasi una festa laica. Non solo perché forse in antico venne a sostituire una festa pagana, ma perché a volte la parola "santi" è diventata - direbbe papa Francesco - un po' troppo clericale.

La nostra festa sembra quasi svelare un desiderio, quello di riportare armonia, quasi fiutasse il sospetto che le memorie dei santi cosiddetti canonizzati finissero per oscurare l'immensa schiera degli altri. "una moltitudine immensa" - secondo il libro dell'Apocalisse - che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua". Allargando il significato di "santi", possiamo dire con tutta verità che noi i santi li abbiamo conosciuti e ancora li conosciamo. E non sono fantasmi pallidi. No, uomini e donne comuni, della nostra vita più quotidiana. Cui daremmo d'istinto il nome di santi, se questo nome non lo avessimo circondato di aureole o di miracoli.

E' il motivo per cui vediamo con gioia che oggi ci sia una festa per i santi della porta accanto o delle case normali. Forse a questa festa potremmo dare maggiore concretezza se, con Don Primo Mazzolari, dicessimo che questa è la festa degli uomini buoni, delle donne buone. Ci viene più facile riconoscerli dicendo: "Quello sì è un uomo buono. Quella sì è una donna buona". Vorrei aggiungere che ci sarebbe più facile rifuggire dalla astrattezza di cui abbiamo contagiato il nome "santi" se riconoscessimo i santi, i buoni, alla luce delle beatitudini del monte.

Forse che non hai conosciuto o non conosci donne e uomini che sono poveri in spirito: loro confidano in Dio? Uomini e donne per cui la giustizia è una passione, non demordono mai? Uomini e donne capaci di dare onore e cura alla fragilità umana, hanno negli occhi la misericordia? Uomini e donne incorruttibili, limpidi davanti a qualsiasi ombra di ricatto o corruzione? Uomini e donne costruttori di pace, tessitori di fili di riconciliazione in ogni situazione di conflitto, vicino o lontano?

Uomini e donne che per la difesa della dignità degli altri, a qualunque paese o credo appartengano, sfidano incomprensioni e attacchi velenosi. Voi mi capite, fedeli al vangelo, stiamo allargando la visione dei santi. Al di là dei gesti miracolosi. Dopo tutto non è questione non è questione di miracoli. Anzi - pensate - secondo il vangelo di Matteo ci si può vantare di aver fatto molti prodigi, miracoli, ed essere rifiutati perché operatori di ingiustizia (cfr. Mt 7, 22).

Voi mi capite, stiamo allargandola la visione. Sino a dire che nel coro ci sei anche tu e ci sei con la tua voce, che non è uguale alla voce di nessun altro. Qualcuno di voi sa della mia ammirazione per i muri a secco dei monti. Ebbene rimango sempre ammirato per la incontenibile fantasia di chi li ha costruiti. Dando dignità di appartenenza ad ogni pietra, ognuna con la sua misura, con la sua sagomatura, con le sue sbrecciature. Pensate che delusione se il l'uomo dei monti, squadrandole, avesse omologato in una sola sagomatura le pietre, il muro sarebbe la noia dei monti.

E che bello, oggi festa dei santi, pensare a Dio, alla sua incontenibile fantasia che chiede ad ognuno di essere se stesso nel suo disegno che stiamo costruendo sulla terra, a salvezza del mondo. "I santi", "i buoni", potremmo anche dire "i giusti". E alla mente mi ritornano le parole di uno scrittore argentino Jorge Luis Borges che in una sua poesia intitolata "I giusti" scrive:

I giusti
Un uomo che coltiva il suo giardino,
come voleva Voltaire
chi ringrazia che sulla terra esista la musica,
chi scopre con piacere un'etimologia,
due impiegati in un caffè del Sud
che giocano in silenzio a scacchi,
il ceramista che intuisce un colore e una forma,
il tipografo che compone questa pagina
che forse non gli piace,
una donna e un uomo
che leggono le terzine finali di un certo canto,
chi accarezza un animale addormentato,
chi giustifica o vuole giustificare
un male che gli hanno fatto,
chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson,
chi preferisce che abbiano ragione gli altri,
queste persone che si ignorano,

stanno salvando il mondo.

Festa dei santi, festa delle donne e degli uomini buoni, festa dei giusti. Una festa che racconta una comunione. Lasciatemi dire, siamo cresciuti insieme, abbiamo camminato insieme. E questa comunione non è finita, questa comunione tra noi e i nostri cari non è cessata. E anche la parola "i cari", i nostri cari, si è allargata con l'allargarsi della vita: quante persone ci sono diventate care. Non cessa la comunione tra noi e loro. Non è finita perché tra noi e Dio non c'è distanza, noi viviamo in Dio, loro vivono in Dio. Ricordiamo che cosa scrive Christian Bobin: "Tra la mia vita e la mia morte, una semplice parete di carta. Io ti sento camminare dietro". Ebbene il giorno dei santi si prolunga nel giorno dei morti, sino ad abbracciarlo. E a noi non rimane che ringraziare. Vorrei farlo con una poesia di Luca Sassetti:

Il giorno della morte
e al morire di ogni giorno
ringraziamo
il seno che ci nutrì
e le braccia che ci ressero
chi ci insegnò a camminare
a parlare
a leggere
e scrivere
chi costruì il tetto che ci ripara
chi mille volte preparò la tavola
chi ci diede un esempio
chi ci mostrò il cielo
chi ci trasmise coraggio
e ci tracciò sentieri
chi ci fece compagnia
chi ci donò il suo bacio
e il suo abbraccio
chi ci ascoltò attento e paziente
chi ci sollevò nella caduta
e chi ci sarà vicino
nel passo del morire.

 

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