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TESTO Commento su Matteo 22,34-40

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XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (29/10/2017)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Qual è il cuore della legge di Dio? Gesù con la sua divina semplicità ci ricorda che il centro di tutto è l'amore: amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come noi stessi: sono 2 facce di un'unica medaglia!
Amare non è un optional: è realmente questione di vita o di morte: Quel che occorre per raggiungere la felicità non è una vita comoda, ma un cuore innamorato (San J. Escrivà).
Dio è amore, ci dona amore e ci rende capaci di amare: e solo l'amore vince la morte! Siamo dunque chiamati ad amare: anzitutto ad amare Dio con tutto noi stessi, in maniera radicale, senza mezze misure. Dio merita di essere amato perché ci ama infinitamente, gratuitamente, fedelmente e prima di ogni nostra risposta.
Per questo Charles de Foucauld, un giovane deluso da lunghi anni di vita frivola e vuota, pregava all'inizio del 1886 dicendo: Signore, se esistete, fate che io vi conosca! E Dio puntualmente si fece conoscere e la gioia del giovane fu tale che esclamò: Appena io ebbi creduto che Dio esiste, capii che non potevo far altro che vivere per Lui solo: la mia vocazione religiosa è nata nello stesso istante della mia fede: Dio è tanto grande! C'è tanta differenza tra Dio e tutto ciò che non è Dio! E com'è vero!
Certo, questo amore totale per Dio lo vivremo pienamente il cielo, ma già ora siamo chiamati a crescere nella perfezione dell'amore verso di Lui, anche donandogli tutta la nostra vita, a Lui che per primo l'ha donata a noi.
Ma come si realizza questo amore? Obbedendo alla Parola di Dio, cercando di fare la Sua volontà, di essergli graditi in tutto ciò che facciamo: “Il nostro atteggiamento verso Dio, come quello di Gesù, sarà quello di essere sempre rivolti verso il Padre, in ascolto di Lui, in obbedienza, per compiere la sua opera e non altro. Ci è chiesta, in questo, la più grande radicalità, perché a Dio non si può dare meno di tutto: tutto il cuore, tutta l'anima, tutta la mente. E ciò significa fare bene, per intero, quell'azione che Lui ci chiede... Parlare, telefonare, ascoltare, aiutare, studiare, pregare, mangiare, dormire, vivere la sua volontà senza divagare; fare azioni intere, pulite, perfette, con tutto il cuore, l'anima, la mente; avere come unico movente di ogni nostra azione l'amore, così da poter dire, in ogni momento della giornata: “Sì, mio Dio, in quest'attimo, in quest'azione t'ho amato con tutto il cuore, con tutta me stessa”. Solo così potremo dire che amiamo Dio, che contraccambiamo il suo essere Amore nei nostri confronti” (C. Lubich).

All'autentico amore per Dio consegue quello verso gli altri, verso tutti gli altri! Non solo familiari, conoscenti, amici, persone “del giro”: no, tutti! Stranieri, poveri, emarginati, nemici compresi! Se l'amore è il centro della mia vita, avrò il bisogno, il desiderio di trasmetterlo, di diffonderlo a tutti. Proprio come Gesù, che folle d'amore per noi, ha donato tutto se stesso perché noi avessimo la vita vera. Ecco la vera libertà dell'uomo, ecco la sua felicità sulla terra: pregare e amare!
Ma che significa amare? Vuol dire soltanto “sentire qualcosa per l'altro”, che sia passione o simpatia? No, è di più: amare significa donarsi per il bene dell'altro, anche quando costa sacrificio, perché il vero amore fa male, se no non è vero amore. Amare l'altro non significa sentire di fare qualcosa per l'altro, ma farlo.
Innestati in Dio che ci dona l'amore, ecco che amare diviene un atto di volontà: decidermi ad uscire da me stesso per il bene dell'altro. Più amiamo Dio, più amiamo gli altri: se Dio è al suo posto, ogni altro amore è al suo giusto posto!
Mettendo l'amore di Dio in mezzo all'amicizia, l'affetto si depura, si ingrandisce, si spiritualizza; perché si bruciano le scorie, i punti di vista egoistici, le considerazioni eccessivamente carnali. Non dimenticarlo: l'amore di Dio mette ordine nei nostri affetti, li rende più puri, senza diminuirli (S. Escrivà).
Madre Teresa, che conosceva sia il grande mondo asiatico sia l'Occidente, notava: “La peggiore malattia dell'Occidente oggi non è la tubercolosi o la lebbra, ma il non sentirsi amati e desiderati, il sentirsi abbandonati. La medicina può guarire le malattie del corpo, ma l'unica cura per la solitudine, la disperazione e la mancanza di prospettive è l'amore. Vi sono numerose persone al mondo che muoiono perché non hanno neppure un pezzo di pane, ma un numero ancora maggiore muore per mancanza di amore”.

Chiediamo la grazia al Signore che ci cambi davvero il cuore: solo cambiando il nostro cuore potranno cambiare le nostre famiglie, le nostre comunità, le nostre città e il mondo intero. Solo l'amore cambia il mondo!

 

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