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TESTO Commento su Matteo 22,34-40

Omelie.org (bambini)  

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (29/10/2017)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Il Vangelo di oggi inizia parlando di farisei e di sadducei.
Voi sapete chi sono gli uni e gli altri?

Erano uomini che facevano parte della classe dirigente d'Israele ed erano in continuo conflitto con Gesù. I Sadducei erano aristocratici, occupavano posti di potere, erano in accordo con i Romani che dominavano Israele.

A livello religioso essi negavano la risurrezione dei morti e qualsiasi esistenza dopo la morte... dicevano cioè che l'anima muore assieme al corpo e negavano anche l'esistenza degli angeli.

Poiché i Sadducei erano più preoccupati della politica che della religione, essi non diedero molta importanza a Gesù finché non cominciarono ad avere paura che Egli potesse in qualche creare problemi con i Romani occupanti.

I Farisei erano persone che davano molta importanza alla religione ed erano molto ben visti dal popolo. Essi, a differenza dei Sadducei, credevano nella risurrezione dei morti, nella vita dopo la morte e nell'esistenza degli angeli.

Anche se Farisei e Sadducei erano rivali tra loro, si trovarono d'accordo nel contrastare Gesù. Sia gli uni che gli altri più volte ricevono rimproveri da parte di Gesù... e così, a turno, cercano ogni occasione per trovarlo in contraddizione con la fede d'Israele, con le sue tradizioni religiose.

Gli pongono domande, vogliono “fargli l'esame” per vedere se dice qualcosa che va contro la Legge ebraica.

Il Vangelo di oggi ci parla di un incontro dei Farisei con Gesù negli ultimi giorni prima della sua passione, morte e risurrezione. Assieme a loro c'è un dottore della legge, un esperto delle Sacre Scritture, che lo interroga per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».

Gesù dice subito ciò che è più importante per la vita di ogni credente: il grande e primo comandamento è quello che ogni ebreo ripeteva, e ripete, tre volte al giorno: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua vita e con tutta la tua mente».

Ma Gesù aggiunge immediatamente un'altra frase... mette vicino al comandamento dell'amore per Dio quello dell'amore per il prossimo.

L'amore di Dio e l'amore del prossimo infatti, non possono stare divisi... diciamo che devono andare a “braccetto”: al primo posto Dio, poi i nostri fratelli e poi noi.

Dio si sente veramente amato quando noi amiamo i nostri fratelli come noi stessi.

Avete notato il verbo con cui iniziano tutti e due i comandamenti di Gesù?
“Amerai”. Questa è la parola chiave: amare.
Amare Dio. Qual è il modo più bello per amare Dio?

È dirgli un sacco di volte al giorno che gli vogliamo bene? È metterci davanti ad una sua immagine e stare ore e ore a guardarla? È continuare a ripetere “Signore, Signore, Signore!”?
No!

Noi amiamo Dio nella misura in cui lo ascoltiamo e dunque facciamo ciò che Lui desidera: la sua volontà.

Insomma, Dio va amato amando gli altri come lui li ama. Ecco quello che rende vero il nostro amore per Dio!

È questo il segno che noi siamo discepoli di Gesù e, dunque, che Lo amiamo.

L'amore vero è l'amore che “mette in pratica”, è il “comandamento nuovo”, cioè l'ultimo e definitivo lasciatoci da Gesù: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”.

Amare gli altri come noi stessi. Dio si sente veramente amato quando noi amiamo i nostri fratelli come noi stessi. Qui la parola chiave, oltre che “amare”, è “come”.
Come vorremmo noi essere amati?

Pensiamo alla nostra giornata... ci alziamo e troviamo pronta la colazione preparata dalla mamma; il papà ci porta fin davanti alla porta della scuola; la maestra ci fa un sorriso appena ci vede; il nostro compagno ci presta la gomma che ci siamo dimenticati; un amico ci aiuta a fare quell'esercizio di matematica troppo difficile; appena torniamo da scuola troviamo la nonna che ci ha preparato il pranzo; quel nostro compagno di squadra di basket è sempre gentile e non si arrabbia mai; la nostra catechista è così paziente...

Quante attenzioni nei vostri confronti! Sono certa che voi siete felici di essere amati così! Ecco. In questo stesso modo Gesù vi chiede di amare: fare agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi. Questa è la “regola d'oro”.

Rendendo felici gli altri, cioè amandoli, rendiamo felice anche Dio, cioè Lo amiamo.

Ora vi scrivo quello che ha detto Chiara, una persona che amava tantissimo il Signore e che ora è in cielo, ad un gruppo di bambini a Castelgandolfo, nel 1988.

Sono passati tanti anni, ma queste parole valgono per sempre.

«Il mondo ha bisogno di felicità, ed allora la cerca qui, la cerca lì, la cerca nella televisione, la cerca nei film, la cerca nei balli, la cerca nelle cose del mondo, persino nella droga. Ecco, anche voi cercate la felicità, vero? Perché? Perché siete come tutti gli altri e il mondo cerca la felicità!
Allora bisogna dare al mondo la vera felicità.

Ci sono anche delle piccole felicità: per esempio, quando vi regalano un giocattolo voi siete felici, o quando vi danno un dolce... però è una felicità corta, che dura poco.

Sapete qual è la vera felicità? È quella che ha la persona che ama, che ama, che ama. Provate. Quando si ama si è felici e se si ama sempre si è felici sempre.
Che cosa potete fare voi nel mondo?
Dare la felicità, insegnare ad amare.

A chi? Alle sorelle, ai fratelli, al papà, alla mamma, ai vostri compagni, a tutti coloro che voi incontrate».

Ora vi dico cinque regole che vi aiuteranno a dare la felicità.

Amare per primi: non aspettiamo che l'altro ci faccia del bene, ma amiamolo per primo e, quando ci dimentichiamo, possiamo sempre ricominciare!

Amare tutti: amare ogni persona che ci passa accanto, uno alla volta!

Amare Gesù nell'altro: quando facciamo del bene ad un altro, anche quando ci viene difficile amare, pensiamo subito che in quella persona, piccola o grande, c'è Gesù.

Amare il nemico: come il sole che splende per i buoni e per i cattivi, così possiamo amare anche qualcuno che ci è antipatico o che ci ha trattato male... scopriremo che prima o poi l'altro cambierà.

Amarsi a vicenda: se ci amiamo a vicenda, allora Gesù sarà presente in mezzo a noi e ci darà tanta gioia nel cuore.
Commento a cura di Maria Teresa Visonà

 

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