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TESTO Umili e generosi operai nella vigna del Signore

don Roberto Rossi  

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (01/10/2017)

Vangelo: Mt 21,28-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 28«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. 29Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. 30Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. 31Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli.

Abbiamo nel Vangelo la presentazione di questi due figli: uno che si esprime con delle belle parole ma non compie il proprio dovere, l'altro che, pur nella sua fatica nella sua debolezza, sa mettersi nella posizione giusta, cerca di compiere la volontà del padre, di costruire bene la propria vita.

Vi è un chiaro il riferimento ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo, in fondo i farisei, i quali sanno pronunciare bene le parole e anche le norme della legge di Dio, ma sono chiusi a Dio e al prossimo nel loro cuore e nella loro vita.

C'è un primo insegnamento che è quello di considerarsi umili e disponibili nel lavoro della vigna del Signore, cioè nell'impegno della buona volontà di compiere il bene nella propria vita personale, nella vita di famiglia, nella società, nella Chiesa, cioè nella comunità cristiana in cui siamo chiamati ad essere attivi, partecipi, corresponsabili, buoni operai della “vigna”. Come portare avanti questa opera?

L'apostolo Paolo nella lettera ai Filippesi, nel brano che ci è proposto oggi, ci dà delle indicazioni molto preziose e belle: dice avere sentimenti di amore e di compassione, di portare frutti di carità, di avere un medesimo sentire e la stessa carità, di rimanere unanimi e concordi. Possiamo affermare che il primo frutto del lavoro dell'operaio evangelico è l'amore vicendevole, la unione continua e profonda con gli altri, il sentirsi meglio nell'unico corpo, dove ciascuno compie la propria parte, con un'espressione moderna potremmo dire “fare un vero gioco di squadra”. Ancora apostolo nella stessa lettera ci dice: “Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ciascuno di voi con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso”. Non è una cosa scontata, neanche nelle persone più buone, neanche con la migliore buona volontà.

È un ideale quello che ci viene proposto: considerare gli altri superiori a sé e avere stima, cercare di vedere e imitare i lati buoni degli altri, imparare da loro, perché c'è sempre bisogno di imparare, non imporre mai la propria visione. Ancora ci dice: “Ciascuno non cerchi il proprio interesse ma quello degli altri”; la prima preoccupazione sono gli altri, come dicevo, in famiglia, nel lavoro, nella scuola, nella società, nella vita della comunità cristiana. Soprattutto ci colpisce, ci fa bene e diventa una meta grandiosa quello che dice:”Abbiate in voi stessi sentimenti di Cristo Gesù: pur essendo Dio, non ritenne questo un suo privilegio, ma vuotò se stesso, assumendo la condizione di servo, diventando in tutto simile a noi uomini”.

Questa è l'umiltà e questo è l'abbassamento di Cristo Gesù. Tutto questo lo ha portato a diventare il Signore, il salvatore, nella gloria più grande dei cieli. Con vera umiltà, dobbiamo dire che la nostra strada, la via della nostra vita, la nostra realizzazione, la nostra salvezza è avere davanti a Dio e davanti al prossimo gli stessi sentimenti di Cristo Gesù. In ogni cosa possiamo allora chiederci: cosa pensa Gesù? Cosa prova Gesù? Come si comporta Gesù? Quali i sentimenti profondi del suo cuore? Allora la preghiera e l'impegno: “Gesù, mite e umile di cuore, rendi il nostro cuore simile al tuo”.

 

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