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TESTO Il Buon Pastore da' la vita per il proprio gregge

padre Antonio Rungi

IV Domenica di Pasqua (Anno A) (17/04/2005)

Vangelo: Gv 10,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

La Quarta Domenica di Pasqua è detta del Buon Pastore, in quanto al centro della liturgia della Parola di Dio, in particolare il Vangelo odierno, c'è questa bellissima icona del Pastore che si prende cura delle sue pecorelle, soprattutto quelle disperse ed abbandonate. Come non ricordare in questo momento Giovanni Paolo II?

La prima lettera di san Pietro apostolo ci fa toccare quasi con mano questa profonda verità di fede. "Carissimi, se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti siete stati chiamati, poiché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca, oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime".

Questa è anche la domenica in cui si celebra la giornata mondiale delle vocazioni. Una problematica attuale e particolarmente cara, soprattutto in ragione alla carenza di sacerdoti e di religiosi in determinate zone del mondo.

Rileggendo il testo del Vangelo secondo Giovanni si può capire esattamente il tono complessivo della giornata odierna. "In quel tempo, Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei". Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza".

Cristo si presenta come la porta che dà l'accesso vero al Regno di Dio. E' attraverso Lui che possiamo raggiungere la salvezza delle nostre anime e al di fuori di Lui non c'è vera salvezza. Capire questa importanza di Cristo nella propria vita significa immettersi sul cammino della salvezza e della redenzione. Ma è pur vero che non ci si può limitare ad un discorso intimistico e personalistico, ma è necessario aprirsi al discorso della diffusione del Regno di Dio tra gli uomini. E' compito di ogni cristiano accogliere in sé tale regno e diffonderlo intorno a sé con la parola e l'esempio.

Il Salmo 22, che oggi fa da Responsoriale nella liturgia della Parola, ci immette nel clima giusto di comprensione dell'icona di Cristo Buon Pastore. "Su pascoli erbosi il Signore mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca. Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni".

Lo scopo missionario e di evangelizzazione lo si comprende perfettamente nel testo degli Atti degli Apostoli di questa Domenica. "Nel giorno di Pentecoste, Pietro levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: "Sappia con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!". All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: "Che cosa dobbiamo fare, fratelli?". E Pietro disse: "Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro". Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: "Salvatevi da questa generazione perversa". Allora quelli che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone".

Conversione, pentimento e rinnovamento personale e comunitario sono i punti di riferimento di un cammino pasquale che va accolto e vissuto nella prospettiva dell'insegnamento biblico e teologico. Furono questi i frutti di quanti accolsero la fede al tempo di Pietro, dovrebbero essere questi i frutti di quanti continuano nella Chiesa l'opera evangelizzatrice, come successori di Pietro e come successori degli Apostoli, nonché come sacerdoti e predicatori a diverso titolo.

Alcune riflessioni conclusive sono quanto mai opportune in questo contesto di preghiera e di celebrazione soprattutto in ragione del tema della giornata mondiale per le vocazione: "Chiamati a prendere il largo".

Espressione che il Papa, Giovanni Paolo II, di venerata memoria, utilizza all'inizio della Lettera apostolica "Novo millennio ineunte" e che richiama le parole con cui Gesù esorta i primi discepoli a gettare le reti per una pesca che si rivelerà prodigiosa. Dice a Pietro: "Duc in altum – Prendi il largo" (Lc 5, 4). "Pietro e i primi compagni si fidarono della parola di Cristo, e gettarono le reti". Questa nota scena evangelica – scrive il Papa – fa da sfondo alla prossima Giornata di Preghiera per le Vocazioni. Si tratta di un'occasione privilegiata per riflettere sulla vocazione a seguire Gesù e, in particolare, a seguirlo nella via del sacerdozio e della vita consacrata.

Il comando di Cristo è particolarmente attuale nel nostro tempo, in cui una certa mentalità diffusa favorisce il disimpegno personale davanti alle difficoltà. La prima condizione per "prendere il largo" è coltivare un profondo spirito di preghiera alimentato dal quotidiano ascolto della Parola di Dio. Chi apre il cuore a Cristo non soltanto comprende il mistero della propria esistenza, ma anche quello della propria vocazione, e matura splendidi frutti di grazia. Ho capito sempre più che è forte nell'animo delle nuove generazioni l'attrazione verso i valori dello spirito, è sincero il loro desiderio di santità. I giovani hanno bisogno di Cristo, ma sanno anche che Cristo ha voluto aver bisogno di loro. "Non dimenticate poi che anche oggi c'è bisogno di sacerdoti santi, di anime totalmente consacrate al servizio di Dio!". Il pensiero del Papa si estende anche ai genitori, a quanti hanno la responsabilità immediata della formazione umana e cristiana ed hanno anche la possibilità di discernere i primi segnali di vocazioni speciali e guidarle verso la maturazione.

"È necessario ed urgente impostare una vasta e capillare pastorale delle vocazioni, che raggiunga le parrocchie, i centri educativi, le famiglie, suscitando una più attenta riflessione sui valori essenziali della vita, che trovano la loro sintesi risolutiva nella risposta che ciascuno è invitato a dare alla chiamata di Dio, specialmente quando questa sollecita la donazione totale di sé e delle proprie energie alla causa del Regno".

Da qui l'urgenza e la necessità di pregare sempre per le vocazioni, come si fa', d'altra parte, in ogni luogo di preghiera nel quale si riunisce la comunità cristiana ed eleva a Dio le sue richieste di grazie, tra le quali quella di santi sacerdoti e ferventi religiosi alla Chiesa.

 

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