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TESTO Commento su Gc 5,1-6

Monastero Domenicano Matris Domini  

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (27/09/2015)

Brano biblico: Giac 5,1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 9,38-43.45.47-48

38Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 39Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40chi non è contro di noi è per noi.

41Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.

42Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. 43Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile.

45E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna.

47E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, 48dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.

Collocazione del brano
Terminiamo questa domenica la nostra lettura di Giacomo. Il brano di oggi è una dura ammonizione ai ricchi. L'autore li mette in guardia dal confidare troppo nelle proprie ricchezze. Ritornano alcuni temi cari ai profeti e anche ai Sinottici. La ricchezza non può sostituire la fede in Dio, ma soprattutto è spesso frutto di ingiustizia e di sfruttamento del povero. E' quindi necessario stare attenti all'avidità di denaro e al suo utilizzo a scopi egoistici.

Lectio
1Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi!
Nel suo discorso Giacomo ora parla ai ricchi della sua comunità. Li invita a piangere perché la loro felicità durerà ancora poco. C'è un tremendo destino che li aspetta.

2Le vostre ricchezze sono marce, 3i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!
Le ricchezze terrene non possono durare a lungo. C'è una decomposizione, una ruggine che non riguarda tanto i beni in sé, ma il significato che essi assumono nel tempo, se non vengono usati per uno scopo nobile. La ruggine non può ricoprire l'oro, ma l'accumulo dei beni a scopo egoistico si può ergere come accusatore verso il suo proprietario nel giorno del giudizio. Avete accumulato tesori è un'affermazione ironica. La quantità dei tesori sarà un motivo ancora più grande di condanna.

4Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente.
La ricchezza molto spesso è legata all'ingiustizia. I braccianti che hanno lavorato per i ricchi non sono stati pagati. Il loro grido è stato ascoltato da Dio e la Sua punizione non tarderà.

5Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage .

Il salario sottratto ai lavoratori diventa mezzo di piaceri e di gozzoviglie. Essi si stanno preparando al giorno della punizione e della strage.

6Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza.
Non solo vi è stata l'ingiustizia del mancato salario pagato ai lavoratori. C'è anche l'ingiusta condanna e la morte del giusto che non poteva opporre resistenza. Troppo spesso legata alla ricchezza c'è la prevaricazione, mascherata di giustizia.

Meditiamo
- Queste accuse possono essere mosse anche a me?
- Come è possibile non cadere in questo errore di calpestare gli altri pur di ottenere vantaggi e ricchezze?
- Noi che viviamo nella parte ricca del mondo non siamo forse nella stessa condizione nei confronti degli altri popoli di cui sfruttiamo le risorse?

 

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