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TESTO Commento su Ef 2,13-18

Monastero Domenicano Matris Domini  

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (19/07/2015)

Brano biblico: Ef 2,13-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 6,30-34

30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.

34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Collocazione del brano
Continua la prima parte della lettera agli Efesini, quella più strettamente teologica. In questo secondo capitolo abbiamo un altro inno dedicato all'importanza di Cristo nella storia della salvezza. Probabilmente era un inno in uso per la liturgia battesimale, che il redattore della lettera agli Efesini ha arricchito con i suoi commenti.
Lectio
13Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
I versetti 11-12 (che il nostro brano omette) descrivono a tinte fosche la situazione disperata in cui si trovavano i fedeli prima della loro inserzione in Cristo. Nel v. 13 lo scenario si rasserena, incomincia a brillare l'unificazione attuata dalla morte liberatrice di Gesù. E' stato ripreso qui Isaia 57,19: la promessa di salvezza per gli ebrei profughi e deportati, sradicati dalla loro terra ed esclusi dalla speranza, si adempie anche oggi per i convertiti dal paganesimo. Il luogo di questo avvicinamento si chiama Gesù Cristo. Nella sua morte, nel suo sangue, si attua questa alleanza nuova che fonde ebrei e pagani in una sola salvezza.

14Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l'inimicizia, per mezzo della sua carne.
L'inno dopo aver ricordato il riavvicinamento dei lontani grazie a Gesù Cristo, ricorda di lui in particolare l'opera pacificatrice e riconciliatrice. Il termine pace riferito a Gesù richiama la grande speranza messianica di giustizia e liberazione concentrata nello shalom ebraico. Il discendente davidico, incaricato di instaurare la signoria e la regalità storica di Dio è chiamato principe della pace, (Is 9,5, che si legge la notte di Natale).
In cosa consiste la pace portata da Cristo? La fine della divisione e la costituzione di un solo popolo. Il muro di divisione era la balaustra che nel tempio di Gerusalemme divideva il piazzale dei pagani da quello degli ebrei. Gesù l'ha abbattuto, eliminando una fonte di ostilità e di inimicizia.

15Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace,
Il muro divisorio si può identificare nella Legge, in particolare la precettistica giudaica che regolava i rapporti con gli altri e con il mondo estraneo dei pagani e faceva del popolo ebraico una specie di apartheid religiosa e sociale. In definitiva questo non produceva altro che discriminazione e ostilità tra i due gruppi, gli ebrei e i pagani.

16e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l'inimicizia.
In senso positivo il sacrificio di Cristo, unisce due mondi, crea un nuovo organismo vitale, la comunità cristiana. Questo avviene grazie al loro inserimento vitale in Cristo, nella sua carne.

17Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini.
C'è un vangelo, un annuncio di pace che quindi raggiunge i lontani, cioè i pagani, e i vicini, cioè gli ebrei. E' una realtà che porta ai beni salvifici, di cui la riconciliazione, l'unità, l'incontro con Dio sono gli effetti più sensibili.

18Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.
In questo versetto è espressa la meta finale dell'opera pacificatrice di Gesù: l'incontro di tutti gli uomini con il Padre in un solo Spirito. Abbattute le barriere religiose e sociali che separavano gli ebrei dai pagani, nella persona di Gesù si apre la nuova via per accedere a Dio. Gesù è il nuovo tempio dove gli uomini senza discriminazioni possono incontrare Dio. Nello Spirito il culto scaturisce dalla nuova situazione di pacificazione e riconciliazione di tutta l'umanità.

Meditiamo
- Mi sono mai sentito un po' lontano da Dio, separato da Lui? Per quali motivi?
- Cosa mi ha fatto riconciliare?
- Il Vangelo per me è stato motivo di aggregazione o di separazione?

 

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