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TESTO Commento su Isaia 56,1.6-7; Matteo 15,21-28

Carla Sprinzeles  

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (20/08/2017)

Vangelo: Mt 15,21-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 21partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Il periodo di ferragosto, a mio parere, mette una grande tristezza a chi è solo, perché sembra obbligatorio essere in felice compagnia. E chi non lo è? Dev'essere triste? No! Innanzitutto io vi sono vicina e vi abbraccio tutti teneramente.
Sulla nostra strada Gesù ha messo tante persone che apparentemente sono lontane da Dio, che non frequentano le nostre liturgie, gli ambienti parrocchiali, ma al momento giusto rivelano una grande fede, solida, capace di sfidare qualsiasi avversità. Allora ci viene da chiederci qual è veramente la mia fede? Qual è la consistenza della mia fede, quando si tratta di affrontare il primo ostacolo? Che cosa mi accade quando mi rivolgo a Dio per chiedere qualcosa e mi sembra che lui non mi risponda?
Stupiamoci della fede dei “lontani”, della fede dei nostri compagni di viaggio e accogliamola come un dono prezioso, destinato a riaccendere e a ravvivare la nostra fiducia e il nostro amore per Dio.

ISAIA 56, 1. 6-7
La prima lettura è tratta dal libro di Isaia. Quando gli Ebrei tornarono dall'esilio e si raccolsero di nuovo attorno al tempio fu grande il pericolo che perdessero le aperture profetiche e cedessero allo spirito nazionalistico.
Sapete cosa vi dico? La storia si ripete, non vi sembra che anche oggi si torni ad esaltare la nostra nazione, chiudendosi all'apertura allo straniero?
Qui Isaia ricorda che saranno gli stranieri ad essere accolti sul monte santo e quindi l'appartenenza al popolo ebraico non è per niente un titolo privilegiato. L'amore di Dio si volge a coloro che sono lontani e dice: “Osservate il diritto e praticate la giustizia” per conoscere l'amore di Dio. Cinquecento anni prima di Cristo questo messaggio suscita vera meraviglia. Lo straniero è ammesso, se lo vuole, a celebrare in Gerusalemme il culto a Dio, purché lo riconosca come il vero e unico Dio. Quindi stranieri ed eunuchi possono appartenere al popolo di Jahvè perché il tempio è “casa di preghiera per tutti i popoli” e invita ad accogliere il fratello senza sfruttarlo o emarginarlo.
E' strabiliante questa apertura ad ogni popolo che accoglie la parola del Signore e il suo giudizio. Mentre molti testi profetici presentano la relazione tra Israele e le altre nazioni in senso conflittuale perché i pagani sono popoli idolatri, adorano altri dei e quindi sono da distruggere, qui ne viene prospettata l'assimilazione all'interno della comunità ebraica credente. Dio raccoglierà tutti i popoli per una nuova creazione.

MATTEO 15, 21-28
Gesù si è rifugiato nel sud dell'attuale Libano, la regione di Tiro e Sidone, per sfuggire la tensione che cresce intorno a lui e qui è ambientato il difficile Vangelo di oggi.
Facciamo un passo indietro, perché c'era questa tensione intorno a Gesù? Perché nel giudaismo uno dei concetti più importanti era quello della purità legale. Le situazioni che rendevano immondo, non puro, un uomo erano infinite. Gesù invece sottolineava che lo Spirito si manifesta nello spazio dell'uomo che è libero. La libertà dell'uomo è uno spazio sacro, sede dello Spirito e quindi purissimo. Queste cose davano fastidio ai farisei e Gesù li affronta pesantemente ma poi si rifugia nel territorio di Tiro e Sidone, abitato dai cananei, odiati avversari di Israele. Nella sua patria non ha trovato che ostilità e incredulità, in terra pagana incontrerà accoglienza e fede talmente grandi che gli consentiranno di comunicare vita anche a quei popoli che erano considerati nemici da sempre.
Si parla di una donna Cananea di cui non è detto il nome, è una qualunque e in più pagana, emarginata dal popolo eletto. Matteo, che scrive questo fatto, appartiene a quella comunità con il vizio nazionalistico, dice che la donna, che aveva una figlia ammalata, grida a Gesù: “Figlio di Davide, mia figlia è tormentata dal demonio” Gesù non le rivolge neppure la parola. Non ci stupisce? Come ho detto altre volte, figlio significa “colui che assomiglia“ e la donna lo ha chiamato figlio di Davide e Gesù non assomiglia proprio a Davide, un re che è stato violento e che con qualunque mezzo voleva sottomettere i nemici. Gesù è figlio del Dio vivente che inaugura un nuovo regno del Padre, un regno nel quale sono aboliti i confini religiosi e le barriere razziali perché l'amore di Dio vuole raggiungere ogni uomo.
Quindi Gesù non risponde perché non si riconosce in colui che la Cananea chiama figlio di Davide.

I discepoli vogliono solo che lei smetta di gridare e chiedono al Maestro di esaudirla. Tutti che comandano! La donna pretende la guarigione della figlia, i discepoli: “Falla stare zitta, accontentala”. Gesù rifiuta di essere preso per un distributore di miracoli, i miracoli avvengono dalla fede di chi crede. Ci troviamo proprio descritti, quante persone oggi pretendono: se esisti Dio fa' che succeda questo o quello, ma non si rendono conto che non parlano nel modo giusto e Dio non risponde. Gesù risponde che lui è stato mandato dal Padre per i perdenti, gli emarginati della casa di Israele, al resto ci pensava il Padre.
La donna insiste, si avvicina a Gesù: “Signore, aiutami!”. C'è questa risposta di Gesù, che veramente ci stupisce: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”, sembra proprio scandaloso alle nostre orecchie ma sono detti che si ripetono, in Svizzera in alcuni locali c'erano dei cartelli: “Vietato l'ingresso ai cani e agli italiani”. Qui però viene messa in risalto la risposta della donna: “E' vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.
Alla donna Cananea Gesù si dimostra figlio del Dio vivente. Ai pagani Gesù non aveva lasciato le briciole che cadono dalla tavola ma ha addirittura ripetuto la condivisione dei pani e dei pesci, andate a leggere il capitolo quindici del vangelo di Matteo dal versetto trentadue al trentotto, dimostrando che quanto era valido per Israele lo era anche per gli altri popoli, perché i benefici della creazione non sono per una sola nazione ma per tutta l'umanità.
L'appartenenza alla razza, alla cultura, non contano, Dio passa tra gli stranieri e ritorna a noi con una salvezza che ci viene portata dagli stranieri. Sono le meraviglie di Dio. A noi preme la vittoria dell'umanità, non la nostra vittoria. E ciò che è importante constatare, leggendo questo vangelo, che Dio non ha come scopo di tutelare i nostri interessi privati, materiali e spirituali, ma realizzare per vie impensate la salvezza del genere umano. Quello che meraviglia Gesù è la fede di questa donna, difatti dice: “Grande è la tua fede!”. E' la fede della donna che permette che avvenga la guarigione della figlia. Se capissimo questo versetto avverrebbero ancora oggi tanti miracoli e guarigioni.

Amici, il diverso, l'immigrato, lo zingaro, molte volte fa paura, non abbiamo che una soluzione per superare la paura, nella realtà in cui siamo immersi, affiancarci a Gesù, il Maestro, e scorgere il desiderio di vita vera che i poveri e gli emarginati, a volte sprovveduti, hanno e che implorano senza vergogna, come la Cananea.
Noi a volte, ci sentiamo superiori e loro invece rivelano l'amore infinito di Dio nella ricerca del vero bene. Pensiamoci un attimo, Dio vuole donare a tutti la vita, la gioia, l'amore, non chiudiamoci nella nostra autosufficienza e apriamoci insieme a tutti ad accogliere la vita, la gioia e l'amore che ci sono donate a piene mani.

 

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