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TESTO Altro che slot machine!

don Alberto Brignoli  

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (30/07/2017)

Vangelo: Mt 13,44-52 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 13,44-52

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

47Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

51Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Forma breve (Mt 13,44-46):

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

Non è vero che l'Italia è sempre ultima in tutte le classifiche europee. In Europa, l'Italia è prima per corruzione e per maggior pressione fiscale, per numero di aziende agricole e di imprese a conduzione femminile, per produzione di armamenti e per nazionalità concesse agli stranieri, per numero di fumatori adolescenti e di guarigioni dai tumori, per multe per eccesso di velocità e per numero di auto per abitante, per utilizzo di energie rinnovabili e per spreco di acqua pro-capite, per debiti della pubblica amministrazione e... per gioco d'azzardo. Ed era proprio ciò a cui volevo arrivare, con questa insolita introduzione. I dati ufficiali dell'Osservatorio Nazionale contro la Ludopatia sono allarmanti: sono circa 20 milioni gli italiani che giocano regolarmente in una delle centinaia di forme di azzardo, il 20% di essi si trova già o è a rischio di patologia. Preoccupante pure il dato tra gli adolescenti: tra i 15 e i 17 anni, il 41% dei maschi e il 30% delle ragazze giocano d'azzardo, attraverso le scommesse sportive o i cellulari. E tra le motivazioni che spingono a giocare d'azzardo - alcuni studi ne identificano almeno una ventina - c'è il desiderio di sfidare se stessi, il non sapere come far passare il tempo, il piacere del rischio, il mettere in campo le proprie abilità. Ma l'83% delle persone affette da questo problema lo fa essenzialmente per un motivo: accumulare denaro, crearsi un tesoretto, spesso per concedersi qualche lusso o anche solo per il desiderio di avere qualcosa in più di ciò che si possiede, convinti che questo renda felici e senza preoccupazioni per il domani.

Eppure, a me non è mai capitato vedere qualcuno che abbia vinto cifre importanti al gioco, o che abbia comunque accumulato grandi ricchezze, condurre una vita libera da preoccupazioni, e tantomeno andarsene in giro “pieno di gioia”. Cosa che invece riscontriamo in quell'uomo, di cui ci parla il Vangelo, che s'imbatte in un tesoro nascosto in un campo: non lo porta via subito, come fa' chi esce da una sala giochi brandendo tra le mani il ticket vincente (che poi in genere rigioca immediatamente). No: la sua gioia è nascosta, interiore, profonda, e per questo non si accontenta di portare via il tesoro trovato, ma lo nasconde e compra addirittura tutto il campo, vendendo tutto ciò che ha, nella convinzione, chissà, di poter trovare altri tesori, andando magari ancor più in profondità, non fermandosi all'effimera gioia di aver trovato un tesoro, sia pur di inestimabile valore. Ciò che fa la differenza è proprio l'elemento della gioia: quest'uomo si riempie talmente di gioia che il resto non gli serve più. Anzi, il testo greco dice che è proprio “a causa di quella grande gioia” che vende tutto per acquistare il campo: è talmente impazzito di gioia per quel tesoro, che tutto ciò che ha non conta più nulla, è spazzatura da gettare via, perché ormai ha trovato tutto.

Cos'è mai questo tesoro (come pure la perla di grande valore trovata dal mercante di preziosi della stessa parabola) che provoca una gioia talmente grande da buttare via tutto ciò che si ha, cosa che il giocatore d'azzardo, avido di possedere, non farebbe mai neppure di fronte a una vincita stratosferica? Che cos'è, per noi, un tesoro? Quali sono i tesori della nostra vita, quelle cose che contano al punto da poter rinunciare a tutto il resto? Pensiamo a cosa o a chi diciamo “tesoro” nel nostro quotidiano: non mi pare aver mai sentito nessuno dire “tesoro mio” al proprio conto corrente bancario... Mentre invece si dice “tesoro” alla persona che si ama; dice “tesoro” la mamma al proprio bambino; la Bibbia dice “tesoro” anche all'amico sincero, dice “tesoro” alla sapienza scelta da Salomone come elemento fondamentale per portare avanti il suo regno; ed è proprio a un regno, il Regno dei Cieli, che le parabole di oggi attribuiscono il concetto di “tesoro”, ovvero quella realtà che ami talmente tanto, e che scopri nella tua vita in maniera magari talmente inaspettata, che la gioia che ne scaturisce ti fa impazzire, ti fa “buttare via tutto il resto”, perché nulla ha valore rispetto al tuo tesoro e alla tua perla preziosa.

E togliamoci dalla testa che quel tesoro che è il Regno dei Cieli sia la promessa dell'immortalità futura: il Regno dei Cieli è qui, sulla terra, l'ha proclamato Gesù all'inizio della sua missione come “vicino”, “prossimo”, “in mezzo a noi”. Ed è un Regno che appartiene ai poveri in spirito, ai perseguitati a causa della giustizia, a coloro che sono miti e misericordiosi, agli operatori di pace...tutte cose che, lo sappiamo bene, provocano la gioia vera, quella che fa impazzire al punto di “vendere tutto ciò che si ha”, di lasciar perdere tutto, per acquistare l'unico tesoro che conta. Questo tesoro che è il Regno dei cieli, e per il quale vale la pena davvero lasciar perdere tutto il resto, altro non è se non ciò che abbiamo ascoltato nelle parabole di queste domeniche, dalle quali oggi ci congediamo: è un campo in cui il seme della Parola di Dio dà frutto nonostante i nostri insuccessi e le nostre debolezze; è amore paziente nei confronti di tutto e di tutti, accettando che in una comunità tutti si sentano accolti, come avviene in un campo in cui cresce anche la zizzania, o come in una rete di pescatori che, a strascico, raccoglie di tutto e di più; è l'insignificanza di un granello di senape o di un pizzico di lievito, come quelle cose o quelle persone a cui nessuno darebbe credito e che poi dimostrano di saper fare grandi cose, di saper dare sapore e spessore alla vita.

Se ci mettiamo alla scuola di Gesù, come fa uno scriba, un dottore della legge, che nonostante la sua saggezza e la sua cultura, si fa umile discepolo del Regno, da questo tesoro continueremo ad attingere cose nuove e cose antiche, valori che vengono dalla tradizione e stimoli che vengono dalla novità del Vangelo; portoni antichi che conservano gelosamente stanze piene di storia e finestre spalancate sul mondo che fanno entrare nei polmoni della Chiesa aria nuova.

E sarà certamente un'aria più pulita di quell'aria appestata che si respira nelle sale slot e nei casinò di ogni parte del mondo.

 

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