PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Ma la Parola non si ferma

don Alberto Brignoli  

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (16/07/2017)

Vangelo: Mt 13,1-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 13,1-23

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete,

guarderete, sì, ma non vedrete.

15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,

sono diventati duri di orecchi

e hanno chiuso gli occhi,

perché non vedano con gli occhi,

non ascoltino con gli orecchi

e non comprendano con il cuore

e non si convertano e io li guarisca!

16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Forma breve (Mt 13,1-9):

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

In questa domenica di mezza estate, mentre la calura ci colpisce e molte regioni del nostro Bel Paese sono soggette alla furia devastante degli incendi, il Signore colpisce il nostro cuore e lo infiamma con il fuoco della sua Parola: e lo fa con quella forma così particolare e suggestiva, che abbiamo conosciuto sin da bambini, della “parabola”, ossia di quel genere letterario che racconta le cose attraverso comparazioni e immagini, a volte un po' misteriose, altre volte facilmente comprensibili. Le parabole del Vangelo di Matteo ci accompagneranno per tre domeniche, e farà loro da filo conduttore un tema molto caro a Gesù: quello del Regno, il Regno dei cieli. In realtà, la parabola di oggi non parla direttamente del Regno, ma della “Parola” del Regno, ovvero dell'annuncio del Regno, che è il primissimo annuncio fatto da Gesù, sin dall'inizio della sua missione: “Convertitevi, perché il Regno è vicino”.

Che cosa sia questo Regno, lo vedremo meglio nelle prossime domeniche: ma già da questa Liturgia della Parola riusciamo a intendere una cosa fondamentale, ossia che l'efficacia del Regno, soprattutto l'efficacia della Parola del Regno, non dipende dalle nostre capacità o dal nostro impegno nell'accogliere la Parola stessa. La Parola del Regno, che è poi la Parola di Dio fatta carne in Cristo, deve la sua efficacia al fatto stesso di essere Parola di Dio e non parola degli uomini; ovvero, una Parola che - come dice Isaia - “non ritorna a Dio senza effetto, senza aver operato ciò che Dio desidera, ciò per cui egli l'ha mandata”.

Mi preme di sottolineare questo aspetto dell'efficacia della Parola perché, quando ascoltiamo la Parabola del Seminatore, in genere le applicazioni che ne facciamo, le conclusioni che ne traiamo, partono da una lettura “moralistica” della parabola, ovvero quella che si concentra sul tipo di terreno, sulle modalità delle nostre azioni e della nostra risposta alla Parola di Dio: per cui, ci interroghiamo su “che tipo di terreno” siamo noi di fronte alla Parola che Dio riversa nei nostri cuori, e in base alla tipologia di terreno che ci corrisponde, la Parola di Dio riesce a radicarsi e a portare più o meno frutto, a seconda appunto del terreno che incontra. Per cui, l'efficacia della Parola dipenderebbe dal tipo di terreno che incontra: da qui, l'esortazione a essere il più possibile “terreno buono” per poterci dire “veri discepoli”.

Ma se l'efficacia della Parola di Dio fosse il risultato dell'impegno di ognuno di noi a costruire il Regno e a farlo fruttificare, cercando di essere buon terreno, staremmo fritti... La Parola del Regno è efficace per se stessa, indipendentemente dal terreno che trova: tant'è vero che attecchisce ovunque, perché ovunque viene gettato il seme: il seminatore della parabola non bada a spese, getta il seme ovunque, lo spreca, lo lancia anche là dove il terreno non è ben preparato, dove il terreno non è arato, dove il terreno è strada. E non ha paura, perché sa che, comunque, il seme produrrà il cento, il sessanta, il trenta per uno.

Perché - e lo vedremo nelle prossime domeniche - il Regno di Dio è molto di più di un piccolo gruppo di eletti; è molto più anche di una comunità, di una parrocchia, della Chiesa stessa; è molto più di noi singoli cristiani, che spesso riteniamo che i successi o i fallimenti del Regno dipendano da noi e dalle nostre capacità. Il Regno di Dio è un campo che corre ai bordi di una strada, un campo di periferia, un campo marginale, a volte poco arato, a volte pieno di spine e di pietre, eppure capace di produrre frutto in abbondanza, laddove il seme incontra un terreno fertile: ma tutto lo si deve alla forza di quel seme.

Che nonostante a volte cada nelle mani sbagliate, al punto che la Parola di Dio viene presa e strumentalizzata con astuzia dalle forze del male per ottenere secondi fini, alla fine riesce a produrre il cento, il sessanta, il trenta per uno. Nonostante a volte cada in mano a cristiani entusiastici e invasati, che come un fuoco di paglia si accendono e divampano all'istante ogni volta che vivono un'esperienza coinvolgente, e poi si perdono nella fatica quotidiana di vivere la fede sporcandola con il sudore della fronte, alla fine riesce a produrre il cento, il sessanta, il trenta per uno. Nonostante a volte cada in mano a gente profondamente credente che quando si rende conto della potenza della Parola di Dio la usa per i suoi biechi progetti di potere, e la assoggetta alle logiche del mercato, alla fine riesce a produrre il cento, il sessanta, il trenta per uno.

Non siamo chiamati a chiederci che tipo di terreno siamo: dobbiamo solo contemplare la forza di un seme che, nonostante tutt'intorno a lui si agitino i fantasmi della strumentalizzazione, dell'incostante euforia per le cose di Dio, e della seduzione del potere e del denaro, riesce a produrre non solo il massimo da una spiga, ma molto di più, ovvero l'abbondanza, il plusvalore.

Non preoccupiamoci, allora, di che terreno siamo in questo o in quel determinato momento: preoccupiamoci solamente di stare pronti a raccogliere i frutti abbondanti di una Parola che, quando viene seminata, ottiene sempre tutto ciò per cui è stata gettata.

 

Ricerca avanzata  (53996 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: