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TESTO I piccoli, il punto di partenza di Dio

don Maurizio Prandi

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (09/07/2017)

Vangelo: Mt 11,25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo Gesù disse: 25«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

In un suo bel commento a questo brano di vangelo, don Angelo Casati nota come l'evangelista Matteo desideri farci sapere che Gesù non sta semplicemente dicendo qualcosa, ma sta "rispondendo"; la traduzione letterale è questa: in quel momento rispondendo Gesù disse.... Non ci sono però domande nei versetti che precedono queste parole di Gesù, né da parte dei discepoli, né da parte della folla, né da parte di qualcuno che gli si avvicina per interrogarlo.

Ciò che precede sono una serie di fatti che mettono in evidenza il momento di grande difficoltà che Gesù sta vivendo: situazioni di delusione e di amarezza:
- Giovanni Battista è in carcere, addirittura sfiorato dal dubbio circa l'identità di Gesù (Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?)
- l'incontentabilità delle persone, alle quali non va mai bene niente: il Battista non va bene perché è troppo duro, austero, bacchettone; Gesù non va bene perché è un festaiolo, sempre a banchettare con persone poco raccomandabili;
- le città attorno al lago incredule di fronte ai segni che Gesù pone;
- sapienti ed intelligenti hanno rifiutato il suo messaggio.
Credo che più di una domanda nascerebbe nel cuore di chiunque cerchi di portare a termine una missione e si deve scontrare con un palese insuccesso.

Ecco allora a chi sta rispondendo Gesù: non alla folla, non ai discepoli o a qualcuno che passava di lì. Sta rispondendo alla vita di tutti i giorni, è la vita che pone delle domande, è la vita che pone le domande più importanti. Sono le situazioni che viviamo a porre delle domande e sappiamo che molto spesso sono queste domande ad essere le più difficili perché le risposte spesso non si trovano. Qual è il mio modo di rispondere ad una situazione simile? Comincio con il lamentarmi, poi passo a farmi consumare dalla delusione, infine lascio spazio al pessimismo.

Gesù mi dice che la sua risposta è una preghiera, di lode e di benedizione; mi piaceva leggere che si può tradurre anche con: ti riconosco o Padre! Bello questo: Gesù riconosce la presenza del Padre nei piccoli, nelle loro intuizioni, nella loro capacità di aprirsi al mistero. Una volta di più siamo invitati a guardare la vita di tutti i giorni, le cose, gli accadimenti con gli occhi di Dio, perché se il successo dipende da quanto i grandi, i capi, i pezzi grossi credono in te, davvero è necessario cambiare il metro di giudizio. Siamo impregnati di questa mentalità: venerdì commentando questo brano di vangelo un papà diceva che andando ad iscrivere i propri figli a scuola, nella parte riservata ai genitori era richiesto di scrivere quale fosse la loro professione e si partiva da dirigente a scendere. I capi? I dirigenti? Proprio no! Nessuno di loro ha creduto a Gesù, a Gesù hanno creduto uomini comuni - pagani - stranieri - i lebbrosi - una donna adultera - un cieco nato - una donna che lo ha difeso pubblicamente quando i capi gli dicevano che era figlio del demonio, un condannato a morte come lui che con le ultime forze che gli rimangono gli chiede di essere accolto nella sua Casa, la folla, fatta di poveri; quella folla che nel vangelo di Giovanni viene bollata così dai farisei: solo questa folla che non conosce la Legge crede in lui...e sono maledetti perché non conoscono la Legge! (Gv 7,48)
Gesù è davvero affascinante però il fascino per me viene proprio da questo suo raccontarci Dio e il Suo punto di vista, il Suo punto di partenza. Dio parte proprio da lì, da questi maledetti che non conoscono la Legge; l'attenzione da parte di Dio non è per chi è innamorato di se stesso, ma per i piccoli, i semplici, le persone comuni, per, come il testo nella sua traduzione letterale: gli infanti. Gesù riconosce il Padre perché sceglie chi è infante; gli infanti sono quelli che non parlano, non comunicano, non capiscono, non hanno i mezzi e gli strumenti. Il punto di osservazione di Dio sono i piccoli. Mi ha fatto bene venerdì mattina, andando a fare la spesa per il campo, incontrare su un campetto in erba sintetica due mamme che già alle otto e mezza di mattina si occupavano di far giocare un gruppo di bambini: già a quell'ora mi dico; chi mi accompagnava commenta così: vedi don, se tutti, ma proprio tutti ci prendessimo a cuore i più piccoli per farli sentire amati e custoditi il futuro del mondo sarebbe certamente roseo!

Devo ripetermi ancora una volta l'atteggiamento di Gesù di fronte alla delusione: assume l'insuccesso e la delusione nella preghiera, mette tutto davanti al Padre e conferma il suo sì perché il suo sì al Padre non è condizionato dal successo della sua missione.

Pensiamo anche alle prime comunità cristiane, (sicuramente anche quella di Matteo che scrive il vangelo), a come hanno imparato quale sia la fonte, la sorgente cui attingere per poter stare salde nella fede in Dio: la preghiera di Gesù. Trovo anche bello il contenuto della preghiera di Gesù, che è una preghiera di benedizione e di lode, una preghiera che nasce dallo stupore, dalla meraviglia che Gesù prova di fronte al modo di rivelarsi di Dio perché i grandi non sono capaci, nella loro supponenza, di lasciarsi visitare dal mistero di Dio.

Venerdì sera ci siamo detti anche tutta la nostra fatica di fronte al tema del giogo. Mi dà speranza e consolazione quanto scrive Ermes Ronchi nei suoi commenti: Il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero: dolce musica, buona notizia. Il giogo, nella Bibbia, indica la Legge. Ora la legge di Gesù è l'amore. Prendete su di voi l'amore, che è un re leggero, un tiranno amabile, che non colpisce mai ciò che è al cuore dell'uomo, non vieta mai ciò che all'uomo dà gioia e vita, ma è instancabile nel generare, curare, rimettere in cammino. Cos'è l'amore? È ossigeno. Che se la vita si è fermata, la attende, la impregna di sé e le ridona respiro.

 

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