PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO No, la paura non può vincere

don Alberto Brignoli  

XII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (25/06/2017)

Vangelo: Mt 10,26-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 10,26-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: 26Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. 27Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. 28E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. 29Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. 30Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!

32Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; 33chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.

Ora che l'estate è iniziata, si gira di più. Si sta meno in casa, si esce soprattutto la sera per cercare - spesso inutilmente - un po' di aria fresca, o comunque si sfrutta un po' di più il tempo a disposizione per stare con gli amici, magari in una delle tante sagre e feste popolari che questo periodo dell'anno ci propone. Chi ha la possibilità, fa qualche giorno di vacanza in una località di villeggiatura, e chi è abituato a viaggiare punta verso destinazioni dai nomi esotici, spesso convinto che più è particolare il nome e più sarà meraviglioso il posto, e bella la vacanza.

Spero che non sia per tutti così, ma ho l'impressione che in questa fase storica ci sia un diffuso senso di insicurezza nelle persone che si mettono in viaggio, e questo a motivo di tutto ciò che sentiamo succedere in giro per il mondo, in particolare nel nostro vecchio continente europeo. E anche tra chi non viaggia e rimane a casa facendo la classica passeggiata in luoghi un po' più affollati del solito, c'è chi si lascia trascinare da una psicosi che si è talmente inoculata in noi da farci sobbalzare ogni volta che sentiamo un botto o un urlo lanciato da una persona con lo zaino; e questo, indipendentemente dal fatto che il botto sia stato provocato da uno scoppio piuttosto che da due macchine che si tamponano, o che la lingua in cui sentiamo urlare farsi incomprensibili sia arabo o semplicemente dialetto bergamasco. I recenti fatti di Torino sono emblematici, la paura è tanta, a volte motivata, altre volte un po' meno, soprattutto nei piccoli paesi dove tutti ci si conosce e difficilmente possono accadere fatti eclatanti.

Ma non si può vivere di paura, perché ciò vorrebbe dire venire sconfitti due volte da chi provoca questi fatti spaventosi: la prima, ogni volta che qualche innocente viene colpito, e l'altra quando ci lasciamo condizionare nel nostro stile di vita, evitando di vivere una vita normale, perché il principale obiettivo di questi maestri del terrore è proprio quello di creare un clima di insicurezza e di paura attraverso il quale dominare le nostre coscienze. Non si può vivere di paura: la paura è l'esatta antitesi della vita, perché la paura è sempre paura di stare male, non di stare bene, di soffrire, non di essere felici. Nessuno ha paura della vita: tutti, chi più e chi meno, hanno paura della morte. Ma non si può vivere di paura, e questo ce lo ricorda pure la Liturgia della Parola di oggi.

Non ebbe paura il profeta Geremia - forse il più osteggiato e il più odiato dei profeti di Israele - il quale, calunniato e attaccato dai suoi stessi conterranei, non ha il timore di denunciare soprusi e ingiustizie, perché Dio è "al suo fianco come un prode valoroso". Già...che fa Dio in tutta questa situazione? Dove si trova Dio ogni volta che accadono questi fatti, ogni volta che un innocente perde la vita, ogni volta che il mondo si trova costretto a leccare da solo le ferite delle violenze che subisce? Dov'è Dio mentre un grattacielo e un bosco bruciano portandosi via centinaia di vite? Dov'è Dio, mentre decine di ragazzini muoiono durante un concerto che di tutto parla meno che di violenza? Dov'è Dio, mentre autisti impazziti non si accontentano di correre nella giungla d'asfalto, ma saltano sui marciapiedi delle città seminando distruzione e morte?

"Non abbiate paura - ci dice proprio il nostro Dio, a volte dal suo nascondiglio - di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima": l'anima non è uno spirito che vola fuori dal corpo al momento della morte, ma è la vita che nonostante tutto va avanti senza lasciarsi intimorire, perché la vita nessuno la può vincere. Proprio così, perché anche se un corpo viene martoriato e ucciso, nessuno uccide la sua anima e la sua voglia di eternità.

E tutto questo, perché Dio nostro Padre non permette neppure che un uccello del cielo cada dal suo nido nel tentativo di volare, senza che lui lo sappia; ma soprattutto, senza che lui, in tutto questo, sia presente. In questo brano di Vangelo di Matteo, Gesù dice chiaramente che nessun uccello, nel tentativo di lasciare il nido per volare in piena autonomia, cade dal nido senza che Dio lo voglia. Dio è presente in ogni istante della nostra vita, e anche se sa già in anticipo che il nostro destino è fatto di continue sofferenze, tuttavia ci continua a chiedere di non avere paura, perché la paura è ostile a Dio. Ancora di più, ci chiede di vivere fino in fondo la nostra esistenza, anche a costo di correre il rischio di cadere; ci chiede di lanciarci fuori dal nido della paura e di volare, perché comunque, anche se cadiamo, lui è lì. Ci chiede di non smettere mai di volare, di osare, di puntare a salire in alto: anche se cadiamo, lui è qui.

Non rinunciamo a volare, non rinunciamo a lanciarci fuori dal nido, non rinunciamo a vivere solo perché abbiamo paura di cadere: si è rialzato pure Lui per ben tre volte sulla via del Calvario, sotto il peso della croce. Rinunciare a vivere per paura della violenza e della morte vuol dire rinunciare a credere che Dio è sempre con noi. Non rinunciamo mai a volare: anche qualora perdessimo la vita, abbiamo perlomeno osato viverla. Perché perdere la vita rimanendo chiusi nella presunta sicurezza del nostro nido è molto più facile di quello che pensiamo: e soprattutto, fuori dal nido, pur cadendo, sappiamo che Dio c'è. È Dio è vita, sempre e comunque.

 

Ricerca avanzata  (53999 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: