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TESTO Commento su Matteo 28,16-20

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Ascensione del Signore (Anno A) (28/05/2017)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Buona Domenica ragazzi!

Oggi è la solennità dell'Ascensione, non una semplice festa, ma una festa solenne, importantissima: celebriamo l'Ascensione di Gesù al cielo!

Gesù sale al cielo perché ha finito la sua missione qui sulla terra, missione che sarà continuata dagli apostoli e da tutta la chiesa, che è la comunità dei credenti, compresi noi.

Il vangelo di oggi è davvero breve e facile da ricordare e, in queste poche parole, c'è tutto un discorso importantissimo che andiamo a vedere.
Incominciamo dall'inizio.

In quel tempo gli undici andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.

Ecco qua delle belle indicazioni. Gli apostoli sono undici... eh sì, perché manca Giuda. Questi undici discepoli sanno che Gesù li attende sul monte, non uno qualsiasi ma un monte ben preciso.

Il vangelo di Matteo che stiamo leggendo tutte le domeniche ci riferisce solo 4 monti:
il monte delle tentazioni
il monte delle beatitudini
il monte della trasfigurazione
il monte della missione

Matteo, in tutto il suo vangelo, parla solamente di questi 4 monti che però sono speciali perché in ognuno di essi avviene qualcosa di particolare. Un monte importante è quello delle Beatitudini: il monte della felicità.
Ditemi chi non vuole essere felice su questa terra...

Gesù lo sa bene e, per questo, la prima cosa che fa parlando ai discepoli e alla folla all'inizio della sua missione, dice come ottenere la felicità e offre 8 regole, 8 comportamenti per far sì che il nostro cuore e tutta la nostra vita sia davvero felice.

Non possiamo oggi fermarci ad approfondire le beatitudini, ci vorrebbe troppo tempo ma, per sintetizzarle, vi dico che secondo Gesù la felicità si ottiene fidandosi di Dio che è nostro Padre e condividendo tutto quello che abbiamo con le persone che hanno meno di noi.

Così ha fatto Gesù con la sua vita donata! Ci ha regalato, e ogni domenica ci regala, la sua divinità attraverso la sua Parola e attraverso il suo Pane, il suo Corpo e il suo Sangue. Lui condivide con noi davvero tutto, si fa pane spezzato per noi perché non vuole che rimaniamo indietro, ma sogna che gli restiamo accanto come amici suoi per sempre.

Quando vai in montagna per i sentieri, se rimani indietro senti ancora di più la fatica e rischi di scoraggiarti; se invece cammini insieme agli altri, anche se la strada è faticosa, affronti con più coraggio la difficoltà proprio perché non sei da solo.

Il monte in cui dà appuntamento Gesù agli apostoli in Galilea, è proprio il monte delle beatitudini che è anche monte della missione, proprio perché lì lui darà un incarico importante agli apostoli.
I discepoli, quando vedono Gesù, sono davvero contenti.

Il vangelo ci dice che si prostrano, cioè si inginocchiano, perché lo riconoscono come Dio.

Ma avete sentito come prosegue il vangelo?: "Essi però dubitavano".

Ma che dubbi avevano, secondo voi, gli apostoli? Ormai Gesù si era mostrato loro più e più volte come il risorto, colui che possiede la vita per sempre e la dona a tutti noi. Di che cosa dubitano allora?

Hanno paura di non potercela fare, di non poter diventare come Gesù, come il loro maestro. Sono spaventati! A loro sembra che quanto Lui ha vissuto e che indica come progetto di vita, sia troppo difficile da realizzare.

Quante volte sarà capitato anche a voi, ragazzi, di pensare o, peggio ancora, di credere che una certa cosa non vi riuscirà mai!

Per esempio, diventare migliore in tutti i sensi... uno ci prova e poi quando si accorge che una volta, due, tre non ci riesce, si scoraggia e dice: "è inutile che prometto perché poi non riesco a mantenere!".

Gesù invita i discepoli alla perfezione, alla santità. È una realtà che riguarda anche ciascuno di noi. La santità l'abbiamo tutti in forza del nostro Battesimo. È un dono gratuito. La nostra fatica, il nostro impegno sta nel farlo crescere con noi ogni giorno un po'.

Si cresce di altezza, di età, di muscoli, si deve crescere anche di santità, vivendo come Gesù ha fatto, cioè portando ad ogni persona che incontriamo la gioia, la serenità, la pace, il perdono, la bontà ecc.

Il compito che Gesù affida agli apostoli è quello di Battezzare nel NOME. Battezzare significa immergere, inzuppare, come un biscotto si inzuppa nel latte. Il biscotto rimane sempre biscotto, ma acquista in più il gusto del latte.

Noi, con il Battesimo, siamo immersi nel nome di Dio che è Padre, Figlio, e Spirito Santo. Sono tre persone che sono il sostegno per la nostra vita, per il nostro cammino di santità.

Il vangelo di Matteo si apre con alcuni versetti presi dall'antico Testamento, uno di questi dice: "Ecco la Vergine concepirà e partorirà un bambino che si chiamerà Emmanuele: Il DIO-CON-NOI. Il vangelo termina con questa stessa promessa. Quel Gesù di cui conosciamo la storia, che è morto, è stato sepolto ed è risorto ora sale al cielo, ma rimane con noi per sempre. "Io sono con voi fino alla fine dei tempi", dice Gesù, cioè fino a quando all'ultima persona sulla terra servirà il suo aiuto lui ci sarà, sarà lì con lui.
Che bello che ne dite? Non è rassicurante?

Possiamo davvero camminare bene realizzando il nostro battesimo, questo grande dono che ci è stato fatto quando eravamo ancora troppo piccoli per capirlo veramente ma che, ora che state diventando grandi, scoprite come un bel dono, una bella opportunità per poter essere felici e far felici tutti quelli che incontrate.
Buona domenica, e buona Ascensione
Commento a cura di Sr. Piera Cori

 

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