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TESTO Preparate la strada al Signore

don Romeo Maggioni  

II Domenica di Avvento (Anno B) (08/12/2002)

Vangelo: Mc 1,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,1-8

1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.

2Come sta scritto nel profeta Isaia:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:

egli preparerà la tua via.

3Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri,

4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

"Inizio del vangelo", inizio della bella notizia, annuncio d'una speranza che porta un respiro e una consolazione. "Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù" (I lett.).

La gente che è attenta, che s'accorge dei propri limiti, che è in attesa di un riscatto e di una salvezza, subito si apre all'annuncio e accorre: "Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme". A questa attesa e vigilanza ci ha finora educati l'Avvento. Ora ci viene detto: ecco s'inizia, ecco che è giunto! Accoglilo, questo Salvatore, preparargli la strada, che viene!

1) GESU', CRISTO, FIGLIO DI DIO

"Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio". Chi è colui che viene? Cristo, il Messia, l'inviato speciale tanto promesso e tanto atteso, il salvatore unico autorizzato da Dio. Colui nel quale "si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà". Appunto, la vedrà perché la salvezza di Dio si è concretizzata in un uomo, quell'uomo chiamato Gesù di Nazaret. Non è qualcosa di generico la salvezza che viene: il Mistero ha un volto preciso, accessibile, verificabile: è una persona da incontrare, Gesù.

Qualcosa quindi che non è deducibile dalle nostre aspettative; è anzi qualcosa che supera le nostre attese, che forse smentisce la religione che ognuno s'è fatto e il volto di Dio che s'è costruito dentro. Il Cristo è Gesù! La salvezza è una storia, sono dei fatti e degli eventi, di cui fare memoria e celebrazione per attualizzarne il frutto.

Questo Gesù è il Figlio di Dio. E' Dio stesso, in persona, che si fa carne. "Ecco il vostro Dio!". "Dopo di me - dice Giovanni - viene uno che è più forte di me e al quale io non sono degno di chinarmi a sciogliere i legacci dei suoi sandali. Egli vi battezzerà con lo Spirito santo". Spirito significa vita; santo è il nome di Dio. Spirito santo significa vita di Dio nella quale Gesù ci immerge, proprio in quanto Dio, dal quale lo Spirito santo procede e ci è donato. La salvezza piena è tale solo se viene da Dio, perché di immediate altre salvezze siamo capaci anche noi. Solo Dio ci sa strappare dal precario per la stabilità dell'eterno.

Il prefazio di oggi traccia come una sintesi di quest'opera di Gesù Cristo. Noi uomini eravamo stati "creati in santità e giustizia nel Verbo divino"; per la colpa siamo stati irretiti nei "legami mortali del male"; "la promessa di redenzione ci ha risollevati a nuova speranza di grazia". "Nella pienezza dei tempi, tu, o Signore, hai mandato lo stesso tuo Verbo nel mondo perché, vivendo come uomo fra noi, ci aprisse al tuo amore paterno e ci infondesse di nuovo la vita eterna del cielo". E' tutta iniziativa della stessa Trinità, voluta dal Padre, eseguita per l'opera del Verbo divino, cioè del Figlio, che ci comunica mediante il battesimo lo Spirito santo, che è appunto la vita divina "eterna del cielo". Ecco cosa è "il vangelo - cioè la bella notizia - di Gesù Cristo Figlio di Dio".

2) "RADDRIZZATE I SUOI SENTIERI"

Dio viene, ma tocca a noi preparargli la strada. "Nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura". Immagini plastiche di rinnovamento. Capita ancora anche oggi di veder sistemate strade e città all'arrivo di un personaggio importante o nell'imminenza del Giubileo. Giovanni Battista rilancia l'invito ad un rinnovamento interiore, "predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati". Precisiamo questi due termini, conversione e perdono dei peccati; e il loro rapporto.

L'annuncio d'un inizio fatto da Giovanni Battista si concretizza in un indice puntato su Gesù, del quale dirà: "Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo" (Gv 1,29). La novità è la bella notizia del perdono di Dio, la manifestazione della sua misericordia, la disponibilità di Dio di ricominciare da capo e sempre un rapporto nuovo con noi. Gesù si presenterà "come il medico di cui hanno bisogno i malati", come colui "che è venuto non a chiamare i giusti ma i peccatori" (Mt 9,12-13).

Ecco il punto: non è che Dio perdoni perché ci siamo convertiti; il suo perdono precede la nostra conversione e la rende salvifica. Proprio perché Dio sempre perdona noi possiamo convertirci a Lui. Convertirsi allora significa ritornare all'amore di Dio. Peccare, in ebraico, significa "fallire il bersaglio". Peccatore è chi non raggiunge il suo fine, come una freccia che manca il segno. Siccome il fine dell'uomo è amare Dio come è amato da Lui, il peccato è rottura di questa relazione con Dio, è incapacità d'amare, o rifiuto di rispondere all'amore di Dio.

Conversione è orientare la vita (in greco è "metanoia", mutar testa, mutar direzione), indirizzandola su Dio e la sua promessa. E' in sostanza, ritornare a lasciarsi amare da Dio! Con immagine toccante, la prima lettura oggi si chiude su questa premura di Dio che vuole da noi docilità: "Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madri".

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Forse siamo tentati di dire: il Signore ha promesso, il Signore viene... ma che cosa cambia? No, non sono venute meno l'onnipotenza e l'efficienza di Dio; è che la sua efficacia è legata alla nostra libera risposta, che Dio non può e non vuole scavalcare. Scrive oggi S. Pietro nella seconda lettura: "Il Signore non ritarda nell'adempìre la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi".

Fiduciosi nella sua giustizia e misericordia, ci sforziamo di farci trovare sempre pronti ad ogni sua venuta: "Il Signore verrà. Perciò, carissimi, cercate d'esser senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace. E poi, secondo la promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia" (II lett.).

 

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