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TESTO Nulla ti turbi. Solo la tua inadempienza...

padre Gian Franco Scarpitta  

V Domenica di Pasqua (Anno A) (24/04/2005)

Vangelo: Gv 14,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via».

5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.

Con le Letture odierne ci riallacciamo immediatamente al tema della Liturgia della scorsa Domenica, che ci presentava Cristo come "porta" e "guida" del gregge; Egli, Figlio Dio Dio fatto uomo, ci porta a realizzare gli aneliti di ogni uomo, cioè quelli relativi alla sete di verità e di realizzazione definitiva, e nella pagina evangelica odierna ci viene rammentato che Egli ci conduce alla verità perché Egli medesimo è Verità. Essendo il Dio con noi, nonché Verbo fatto carne per la nostra salvezza, Egli è una cosa sola con il Padre con cui condivide tutte le prerogative di grandezza, eternità, onnipotenza, essendo Dio con Lui. In altre parole, Cristo è la verità perché è Dio. In Lui si riscontra tutto il vero che l'umanità va cercando tentoni e si ha la possibilità di viverlo in pienezza quale dono da accogliersi nella fede.

Sempre la scorsa Domenica si diceva che nella verità occorre anche perseverare, e che a tale scopo Cristo oltre che via di accesso ci si propone anche come nostra guida; adesso ci si qualifica anche come possibilità di affermazione personale nonché criterio per gestire le nostre interazioni con gli altri e pera dare senso e fondamento alla nostra esistenza, vale a dire come VITA. Se infatti si gestisce il proprio quotidiano senza uno scopo, una meta o un ideale piuttosto che vivere si sopravvive; ed è per questo che Cristo, appunto perché verità, si offre anche come modello di vita, anzi, come Vita egli stesso, da assumersi in modo condizionato; perché una volta scoperto il vero ci disponiamo a viverlo instancabilmente nella logica delle sue indicazioni, le quali dal loro canto si riducono in tre parole: fede, speranza, carità.

Per riassumere tutto in un'altra espressione significativa del Vangelo, diremo che in Cristo"troveremo la verità, e la verità ci farà liberi" poiché apporterà tutte le soddisfazioni e le realizzazioni.

Stando così le cose, se Cristo è via, verità e vita e come tale vuole offrirsi a noi in dono... non sia turbato il nostro cuore!

Nella dimensione di Cristo infatti non ha senso che ci poniamo timori o paure di sorta, non dobbiamo lasciarci avvincere dalla morsa del turbamento e del terrore in questa vita, giacché siamo coscienti di avere dalla nostra parte il Dio Verità che nella verità ci fa' persistere.

Non bisogna temere il passato, visto che esso non potrà mai più tornare indietro e non potremmo mai recuperare le ansie e gli errori degli scorsi anni per porvi rimedio e soprattutto perché in fin dei conti il negativo che esso ci ha dato ha avuto la sua utilità e il passato è conservato da Dio; non bisogna ricordare le parole altrui che ci hanno lesi e sconfortati, poiché non potranno più offenderci e le ferite che ci hanno procurato le risanerà per noi il Signore; non si deve neppure temere l'imprevisto e la tensione del presente, giacché sotto lo sguardo di Dio tutto si realizza al meglio; così come non bisogna lasciarsi turbare dalle ansie dell'avvenire e dalle sue inquietitudini, visto che il futuro appartiene solo a Dio che ne è il vero conoscitore mentre noi non possiamo anticipare eventi che potrebbero anche non accadere. In una parola occorre riporre speranza e fiducia nel Cristo come "Colui che era, che è e che viene", al quale appartiene ogni nostra situazione e sotto il quale possiamo orientarci secondo tranquillità e serenità assolute. E questo ancora per il fatto che Egli è il Dio Verità, nel quale nutriamo viva fede. "Nulla ti turbi, nulla ti spaventi; a chi ha Dio nulla manca" dice la Scrittura. Con ciò non si vuol invitare nessuno a nutrire freddezza, ritrosia, negligenza di fronte alle lotte irrinunciabili della vita e neppure si vuole spronare all'eccessivo ottimismo, bensì considerare che nel credere nel Dio Uomo che è uno con il Padre, e quindi Verità assoluta, tutto lo si deve affrontare con coraggio, determinazione e lungi da ogni paura.

Di una cosa tuttavia è giusto che abbiamo timore. Di che cosa? Ce lo indica per inciso la Seconda Lettera di Pietro, di cui alla Lettura di oggi: dire che Cristo è la Verità equivale ad affermare che Egli è anche "pietra angolare", ossia elemento fondamentale sul quale si edifica l'intero popolo dei credenti; ne deriva che anche noi assieme a Lui costituiamo l'edificio spirituale come pietre vive interconnesse fra di noi e con Lui. Ora, osserviamo attentamente la struttura di una casa e di un palazzo: se le pietre non fossero interconnesse fra di loro, non si verificherebbe quella coesione necessaria a che si realizzi l'intera struttura. Ebbene, è necessario che anche fra di noi, pietre vive del Signore, si realizzi l'unione fondamentale attraverso un particolare... cemento che è lo Spirito Santo, per poter testimoniare agli altri la verità una volta che l'abbiamo scoperta e assimilata noi stessi e per poter entusiasmare di Cristo chiunque incontriamo sul nostro cammino. Quello che dobbiamo quindi temere è piuttosto la caparbietà e la superbia con cui molto spesso si fugge dall'irrinunciabile compito di renderci testimoni di Gesù Cristo agli altri: in questo caso dovremo ammettere la nostra effettiva inadempienza di non essere testimoni della verità, soprattutto attraverso una vita esemplare costante.

Nulla ti turbi, quindi se non il fatto che non sei testimone.

 

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