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TESTO Commento su Giovanni 20,1-9

fr. Massimo Rossi  

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Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno A) (16/04/2017)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Voi sapete, tutti noi sappiamo ciò che accadde in Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazareth, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui, con Gesù. I Giudei lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno...

All'indomani della risurrezione del Signore, si avverarono le parole che Lui stesso aveva detto, raccontando ai farisei la parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro - ce la tramanda san Luca al cap. 16 del suo Vangelo -; credo che ve la ricordiate: vedendo la gloria del povero Lazzaro seduto accanto ad Abramo, in paradiso, il ricco finito invece all'inferno, supplica Lazzaro di mandare qualcuno sulla terra, per avvertire i fratelli di ravvedersi e non fare la sua stessa fine... Ma Abramo gli risponde: "Neanche se uno risuscitasse dai morti, si convertirebbero".

Infatti, alla risurrezione di Gesù, nessuno di coloro che avevano complottato per metterlo in croce ci credette; al contrario, si diffuse immediatamente la bufala, pardon, oggi si dice fake new, lett. notizia falsa, che il cadavere del Nazareno fosse stato portato via dai suoi complici, o che addirittura (il Nazareno) non fosse morto...

Nihil novum sub soli, niente di nuovo sotto il sole: quando siamo strasicuri di una cosa, niente e nessuno può convincerci del contrario... Siamo persino capaci di distorcere la verità, piegandola a ciò che noi crediamo sia la verità, operazione inversa rispetto alla conversione di cui parla il Vangelo, la quale consiste invece nel mutare le nostre convinzioni alla luce della Verità.

Il peggio è che non ci fermiamo davanti a nulla, neppure davanti al Vangelo!

E se, estrapolando un versetto, questo ci può tornare utile a rafforzare una nostra idea, e confermare un nostro preconcetto, il gioco è fatto! Questa operazione, sfilare un'affermazione di Gesù dal contesto nel quale si trova, a favore di un nostro punto di vista quantomeno opinabile, (questa operazione) si chiama strumentalizzazione, "ad usum Delphini".

Come è difficile convertire le nostre idee, la nostra mente, il nostro cuore!

Se non ci arrendiamo alla Parola di Dio, la Parola di Dio sarà inutile! ATTENZIONE però: inutile per noi, non inutile in sé!! Essere insensibili, impermeabili alla Verità non compromette la Verità, ma impedisce a noi di goderne fino in fondo...
In altre parole, a perderci siamo noi, non il Vangelo!

E veniamo appunto al Vangelo: anche Maddalena, in un primo momento, interpretò il mistero della tomba vuota secondo ciò che appariva e non secondo Verità: "Hanno portato via il corpo del Signore e non sappiamo dove lo hanno messo!"...

Non così Pietro e Giovanni, i quali, di fronte al fatto "videro e credettero".

Prima (del fatto) non avevano compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Il Vangelo di Giovanni evidenzia più degli altri che tra la vicenda di Gesù e quella degli apostoli rimane una distanza: più volte il Maestro di Nazareth non risponde alle obiezioni dei 12 e continua a parlare, seguendo un suo pensiero che si sviluppa, potremmo dire, a prescindere dal riscontro positivo o negativo dei suo ascoltatori.

Credano o non credano, il Gesù di Giovanni obbedisce alla volontà del Padre suo e la rivela senza sentirsi vincolato dalla comprensione altrui...

Sarà lo Spirito Santo, dopo la Pasqua, a regolare la sintonia tra Cristo e gli uomini, a colmare quella distanza, ad aiutare gli Undici...e noi, a credere.

Oggi, la fede ci chiede di fare festa, non in base a motivi umani; del resto, di motivi umani per rallegrarci ed esultare, ne abbiamo ben pochi,...per non dire quasi nessuno.

La nostra gioia è fondata esclusivamente sulla fede! Già, facile a dirsi!...

È già difficile credere che i nostri dolori possano poggiare sui dolori di Cristo.

È forse ancor più difficile credere che la gioia possa riposare sicura sulla risurrezione di Cristo.

Voglio dire che spesso - quasi sempre? - siamo inclini a concepire, ancorché a fatica, il Figlio di Dio con la braccia allargate, le mani e i piedi inchiodati sul legno, il costato squarciato... più che il Risorto, che reca, sì, i segni della Passione, indelebili certo, ma è vivo e presente in mezzo ai suoi, anche se i discepoli ancora dubitano, come scrive Matteo al termine del suo Vangelo.

Che dite... tra questi ci mettiamo anche noi? un po' credenti e un po' no, mai del tutto in linea con la persona di Gesù, continuamente esposti ad altri seduttori... alla ricerca di indizi, di prove che la fede non sia l'ennesima presa in giro di una mente perversa, l'ultima illusione in un futuro migliore, o, peggio, l'ultima tentazione a cui cedere mossi dalla disperazione, più che dalla speranza...

Che ne dite, quest'anno ce li facciamo gli auguri di Buona Pasqua?

Ma che non siano auguri di circostanza! anche i miscredenti li fanno...

Che siano qualcosa di più che un semplice augurio! la constatazione che qualcosa in noi è morto, e ha lasciato il posto a qualche cosa di nuovo...che non morirà.
Buona Risurrezione a tutti!

 

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