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TESTO Commento su Matteo 26,14-27,66

Omelie.org (bambini)  

Domenica delle Palme (Anno A) (09/04/2017)

Vangelo: Mt 26,14-27,66 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 14uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. 16Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio».

30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti:

Percuoterò il pastore

e saranno disperse le pecore del gregge.

32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.

36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.

57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.

59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico:

d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo

seduto alla destra della Potenza

e venire sulle nubi del cielo».

65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».

67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.

3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». 7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. 9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, 10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.

11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». 12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.

15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».

20Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». 22Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». 23Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».

24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.

33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. 35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 36Poi, seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo 40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». 41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: 42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.

54Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

57Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. 58Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. 59Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito 60e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. 61Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. 64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». 65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». 66Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

Oggi, Domenica delle Palme, inizia la Settimana Santa.

Innanzi tutto cerchiamo di capire che cosa è la Settimana Santa.

E' una settimana dell'anno in cui ci viene chiesto di essere santi?
E' la settimana santa perché l'ha deciso il Papa?
E' la settimana in cui si festeggiano tutti i santi?

Niente di tutto questo... sono certa che voi sapete bene che cos'è!

È la settimana in cui accompagniamo Gesù nella sua passione, morte e Risurrezione.

Ecco perché è Santa! E' Santa perché in questa settimana accade l'evento più grande ed importante di tutta la storia: gli uomini sono passati da una situazione di morte ad una situazione di salvezza: la vita eterna. E questo, grazie a Gesù che ha accettato di patire e di morire per noi, di donare la sua vita per farci ritornare a vivere, per rimetterci in comunione con il Padre, per portarci tutti con sé in Paradiso.

Qualcuno di voi mi potrebbe dire:"Beh, ma io ero già in comunione col Padre, mica avevo litigato!".

Certo, avete ragione, non è stato ognuno di noi personalmente a rompere la comunione con Dio...

Potremmo dire che è una "nota negativa", un "peccato" che abbiamo in qualche modo ereditato.

Attenti a quello che vi dico ora: la storia dell'umanità si svolge tra la vicenda di due uomini, Adamo e Gesù.

Adamo, disubbidendo, cioè dicendo di "No" al progetto di vita e di amore che il Padre aveva pensato per l'umanità, ha provocato la perdita dell'armonia e della grazia in cui Dio aveva posto l'uomo, e così gli effetti negativi, la "nota negativa" di cui abbiamo detto prima, ha contagiato gli uomini di tutti i tempi.

Però Gesù, il secondo Adamo, l'uomo nuovo, l'uomo secondo il sogno di Dio, segna una svolta, segna l'inizio di un mondo rinnovato, che è il Regno di Dio.

L'obbedienza di Gesù al progetto del Padre ha neutralizzato gli effetti mortali provocati dalla disobbedienza del primo Adamo.

San Paolo, nella prima lettera ai Corinti, scrive:"Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita".

Allora, noi siamo stati coinvolti nel peccato del primo Adamo, cioè siamo stati contaminati, però siamo stati coinvolti anche nel dono della salvezza realizzato da Gesù attraverso l'offerta della sua vita, attraverso la sua morte e risurrezione.

Come Gesù è morto e risorto, anche noi moriremo nel corpo, ma risorgeremo ad una vita "per sempre", ad una vita eterna.

Pensiamo a come è vissuto Gesù su questa terra: che cosa ha fatto, come si è comportato?

Sono certa che tutti voi mi risponderete che ha sempre fatto del bene a tutti e si è comportato secondo la volontà del Padre.

È esattamente così: nella sua missione terrena Gesù ha manifestato a tutti la presenza di Dio che si interessa di ogni uomo e di ogni donna, proprio come fanno i vostri papà e le vostre mamme. Ma ci pensate a quanto fanno tutti i genitori per i loro figli? Sarebbero disposti a dare la vita anche fisica perché il bene che provano per loro non si può dire a parole...

Anche se un figlio fosse il più sbandato di questo mondo, l'amore di mamma e papà non verrebbe mai meno.

Pensate un po' a Dio che è nostro Padre, che non ha i limiti della nostra umanità... quanto più grande è l'amore per noi suoi figli?

Infatti che cosa ha fatto? Non ha aspettato che andessimo noi da Lui, ma è venuto Lui da noi mandandoci sulla terra suo Figlio, l'Emmanuele, che significa "Dio con noi".

E non solo è venuto ad abitare qui sulla terra ma, col Battesimo, è venuto ad abitare dentro di noi. Questo è un dono davvero grande, bambini... ognuno di noi è casa, è tempio di Dio.

E che cosa ci ha portato Gesù? La misericordia ed il perdono di Dio.

Tutti noi abbiamo bisogno di essere perdonati, guariti, riconciliati col Padre.

Chi di noi è senza peccato? Per voi che siete piccoli, le mancanze che commettete nei confronti di Dio e del prossimo saranno sicuramente piccole, ma per gli adulti le mancanze potrebbero essere anche gravi...

Ecco, se c'è il nostro pentimento e il desiderio di vivere secondo il cuore del Padre, ci viene perdonata ogni cosa perché la sua misericordia supera tutto.

Vi ricordate del brano del Vangelo in cui viene portata davanti a Gesù una donna adultera che avrebbe dovuto essere lapidata? Gesù cosa fa? Scrive sulla sabbia.

Poi dice: "Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra", e tutti se ne vanno.

Vi ho ricordato questo per farvi capire che l'unico computer in cui Gesù registra i nostri peccati, i nostri errori, i nostri lati meno buoni è la sabbia! Pensate un po'...

Voi, avete mai perso qualcosa nella sabbia? E l'avete ritrovata?
La sabbia ingoia tutto, dimentica tutto, cancella tutto...

Gesù scrive sulla sabbia perché per lui il peccato è già perdonato, è già cancellato come tutto ciò che scriviamo sulla sabbia.

Questo è il suo grande amore per noi: averci donato suo Figlio che ci ha liberati dal peccato, per portarci con sé in Paradiso.

Nella Settimana Santa noi viviamo il punto più alto di questo dono di amore e questa settimana inizia con la Domenica delle Palme.
Perché la chiamiamo così?

Perché ci ricorda la festa che la gente di Gerusalemme fece a Gesù quando entrò in

questa città: venne accolto con canti di Osanna, con gioia, con speranza, la folla numerosissima sventolava rami di palma, stendeva i propri mantelli sulla strada, tagliava rami dagli alberi e li stendeva per terra.

Gesù entra a Gerusalemme per donare tutto di sé.... e tutto si svolge nel dramma della sua passione.

Nell'Ultima cena si offre a noi, mette nelle nostre mani il suo Corpo e il suo Sangue per essere sempre con noi e, proprio nell'Ultima Cena, uno dei Dodici lo tradirà.

Nell'Orto degli Ulivi e nel processo con Pilato, non oppone resistenza. Egli si dona.

Gesù certamente soffre perché oltre ad essere Dio è anche uomo, e questa sua sofferenza non la nasconde ma si affida al Padre per fare la sua volontà, per dimostrare il suo amore per tutta l'umanità.

Ognuno di noi può dire: "Mi ha amato e ha dato la sua vita per me".

Gesù sarà condannato ingiustamente, sarà condannato perché vuole costruire su questa terra il Regno di Dio dove tutti gli uomini possano essere fratelli, dove nessuno sia più povero e nessuno schiavo.

Un progetto di vita bello, dove non si litiga più, dove non si fanno più guerre, dove la gente non è più costretta a fuggire dalla sua patria.

Un progetto che ha bisogno di discepoli che imitino il Maestro... chi ci sta?
Commento a cura di Maria Teresa Visonà

 

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