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TESTO Amare da morire

don Alberto Brignoli  

V Domenica di Quaresima (Anno A) (02/04/2017)

Vangelo: Gv 11,1-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

 

Forma breve: Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45

In quel tempo, 3le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

33Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Ho sempre vissuto in quello sperduto villaggetto di Betania, poco distante da Gerusalemme, da quando sono nato a quando sono morto: anzi, vi ho vissuto anche dopo, per la verità... Avevo due sorelle, Marta e Maria, zitellone come me, che mi avevano trascinato all'ascolto di un predicatore molto in auge, in quel tempo, dalle nostre parti: un certo Gesù di Nazareth, umile falegname con la passione per la predicazione e i miracoli. Era particolarmente affascinante, perché non parlava come gli altri rabbini, o come gli scribi e i dottori della Legge: era uno che nelle sue parole ci metteva passione, sapeva davvero comunicare vita alle persone...ed io ne so qualcosa, poi vi dirò anche perché. Non ricordo bene come sia iniziato il nostro contatto con Gesù, ma credo casualmente (almeno per noi, per lui pare che nulla avvenisse mai a caso...): stava camminando con i suoi discepoli in uno dei suoi numerosi viaggi a Gerusalemme, e ci è capitato in casa chiedendoci un minimo di ospitalità, credo anche solo per rinfrescarsi un attimo.

Ma che "un attimo"...voi non conoscete mia sorella Marta: quella è un bulldozer dell'ospitalità, se qualcuno le chiede un bicchiere d'acqua ti porta una cassa di bibite, se le chiedi un panino ti arriva con un tacchino ripieno... e questo lo fa con tutti, potete immaginare col Maestro di Nazareth...ci faceva impazzire! Soprattutto a mia sorella Maria, che non è che brillasse di iniziativa e di capacità in cucina, quella svegliona...lei era proprio affascinata da Gesù, si perdeva via delle ore ad ascoltarlo, e questo a Marta non andava giù, anche perché ascoltare e parlare con l'ospite di per sé era compito non delle donne, ma del maschio di casa, cioè del sottoscritto. Ma poiché anch'io ero già stato precettato dal "maresciallo" per la cucina, a maggior ragione doveva andarci anche la mia sorellina! E Marta non stava mica zitta! Una volta, addirittura Gesù è stato oggetto dei suoi rimproveri: gli ha detto senza mezzi termini di piantarla di far perdere tempo a Maria e di mandarla in cucina ad aiutare, altrimenti nessuno avrebbe mangiato, né lui, né i suoi dodici seguaci e tanto meno noi! Va beh, il Maestro ha cercato di farle capire che non era così necessario diventare matta per preparare chissà cosa, anche perché la cosa più importante era stare con lui, perdere tempo per lui e con lui...

Noi tre volevamo un bene dell'anima a Gesù, avremmo fatto follie per lui (Maria una volta per ungerlo ha comprato una libbra di profumo di nardo...il valore corrispettivo di circa 10.000 euro attuali, con conseguente arrabbiatura di quel "giuda" di un Giuda...): ma anche Gesù ci voleva bene, veramente tanto, e ce lo ha dimostrato più volte, soprattutto in occasione della mia grave malattia.

Sì, perché io tre anni dopo aver conosciuto il Maestro, mi sono ammalato gravemente, e quando ero sul punto di tornare alla casa del Padre le mie due sorelline hanno fatto l'impossibile per avvisare Gesù, perché venisse anche solo a dire una preghiera per me, se non fosse stato possibile il miracolo della guarigione... Io non chiedevo tanto: anche solo un po' di consolazione, una parola di conforto, per andarmene senza soffrire e senza far soffrire, perché quando c'è un familiare gravemente malato in casa, chi soffre non è solo lui, anzi, lo sono soprattutto coloro che lo vedono soffrire e sentono il dramma di non poter fare nulla per alleviare il suo dolore. Sta di fatto che il Maestro non è riuscito a venire a trovarmi, perché nel frattempo io sono venuto meno. Per favore, non chiedetemi nulla di quei quattro giorni nella tomba... non vi dirò mai com'è l'aldilà. È questione di fede. Quella fede che ha messo a dura prova le mie sorelle.

Marta ha reagito a modo suo, prendendosela con il Maestro perché non era arrivato in tempo e non mi aveva potuto salutare. Va capito, del resto: pochi giorni prima aveva guarito un uomo cieco dalla nascita in giorno di sabato, e i capi del popolo cercavano in tutti i modi di eliminarlo, per cui si era rifugiato in Galilea. Alla fine, si era deciso a venire a Betania, ma era troppo tardi. Chissà cosa sperava ancora mia sorella Marta, convinta che lui avrebbe ancora potuto fare qualcosa per lei e per Maria, stando loro vicino, perdendo del tempo con loro: del resto, non è che si potesse fare molto di più. Anche Maria è corsa a manifestare al Maestro la sua disperazione; entrambe avevano perso l'uomo di casa, e non essendo sposate, nessuno più si sarebbe preso cura di loro. Il loro pianto era talmente grande che molti, moltissimi Giudei erano venuti da Gerusalemme a piangere con loro.

Mi hanno detto che pure Gesù ha pianto per me...forse era l'unica cosa che poteva fare, quella di essere triste con chi è triste, e felice con chi è nella gioia, come ci aveva sempre insegnato. A me, e credo anche a Marta e Maria, andava già bene così.

Invece il Maestro vuole venire a farmi visita: e la cosa più impressionante è che chiede a Marta di scoperchiare il sepolcro...praticamente, di profanare la tomba: ci mancava solo questa, era il pretesto per i Giudei di metterlo a morte. Marta ha cercato di fargli capire che non era più il caso, che l'odore sarebbe stato insopportabile, che erano già passati quattro giorni (nemmeno lui rimarrà più di tre giorni nel sepolcro), che ormai non restava che rassegnarsi e rielaborare con calma il lutto. Niente da fare. Non ha voluto sentire ragioni: e non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Io invece ho sentito, eccome!

Ho sentito la sua voce che mi chiamava per nome. Ho sentito il mio cuore tornare a pulsare. Ho sentito il sangue scorrermi nelle vene. Ho sentito il respiro entrare dalle mie narici. E sono uscito, come attratto da una forza alla quale non riuscivo a resistere. Ho sentito le voci degli uomini e delle donne che piangevano per me trasformarsi in grida di stupore e di orrore insieme; ho sentito il Maestro che ordinava di togliermi le bende e di lasciarmi andare. Faccio ancora fatica a ricordare dove andai, quando mi sciolsero.

Ma non dimenticherò mai l'amore che ho sentito nel cuore, quando sono tornato alla vita. È per amore del mio amico Gesù che sono tornato in vita; è per amore alla vita che lui mi ha strappato dalle mani della morte; è per amore, sempre e solo per amore, che la vita può rinascere da tutte le situazioni di morte. "Ti amo da morire", si dicono gli innamorati qui a Betania, guardandosi negli occhi. E pensano alla mia vicenda. Perché oramai sanno che l'amore è più forte anche della morte.

 

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