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TESTO Commento Giovanni 4,19-24

Casa di Preghiera San Biagio FMA   Home Page

Dedicazione della Basilica Lateranense (09/11/2003)

Vangelo: Gv 2, 13-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 2,13-22

13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.

18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Dalla Parola del giorno

Tutti hanno dato il loro superfluo; ella invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere.

Come vivere questa parola?

Allo sguardo di Gesù non sfugge la sfilata di quelli che passano davanti al tesoro del tempio e vi lasciano cadere la loro offerta che è notevole da parte di molti. Però la sua più viva attenzione è attirata da una "povera vedova" che vi getta il suo contributo: due soli spiccioli; un'offerta da niente, si direbbe. Gesù non rimprovera i ricchi che versano molto denaro. Però è come se li sentisse..."imparentati" con quegli scribi di cui ha parlato più sopra: gente che "ama passeggiare in lunghe vesti, ricevere i saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti". Non è difficile che anche questo loro versar denaro nel tempio davanti a tutti sia inquinato dalla smania di "apparire" tacitando, per di più, la coscienza. "Ecco, ho dato la mia offerta!". Ma che cos'è? Gesù lo dice: si tratta del "superfluo". Invece la donna povera e per di più vedova, emblema dell'insicurezza esistenziale più radicale, dà "tutto quel che aveva per vivere". Come la vedova di Sarepta che poi nutre e salva se stessa, suo figlio e il profeta: quell'Elia da cui era stata invitata a "giocare" tutto, dentro un atto di estrema carità, benedetto da Dio. Ecco: quel che più importa è renderci conto della nostra povertà, accettarla come tale ma consegnandola al Signore che, proprio dal nostro niente, può trarre tesori.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, soppeserò la mia povertà esistenziale, senza avvilirmi né chiudermi in me stesso, ma consegnando tutto quello che sono e ho al Signore.

Signore mio Dio, ricco di grazia e di tenerezza, prendi il poco che sono e il poco che ho. Trasforma Tu la mia vita perché sia a gloria Tua e dono per i fratelli.

La voce di un una contemplativa nel mondo

Nella nostra vita, non è più possibile pensare a riguardarsi. Se il Signore vuole, resisterò perché sono così felice di potere finalmente donarmi a fondo senza ostacoli.

 

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