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TESTO Commento su Giovanni 8,1-11

don Michele Cerutti

Penultima domenica dopo Epifania (anno A) (19/02/2017)

Vangelo: Gv 8,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Baruc invita il popolo a ricordare le meraviglie compiute dal Signore che con braccio potente ha condotto Israele anche davanti all'infedeltà del popolo stesso. Esperienza tipica di ogni cristiano è quella di fare memoria di quello che il Signore compie nella nostra vita per toccare con mano le nostre piccolezze. Questo si dovrebbe sperimentare nel momento alto della confessione. Iniziare sempre con la confessio laudi ovvero con quella predisposizione da parte del penitente di riconoscersi abbracciato da Dio e mai respinto. La confessione non diventa quindi solo un ripetere una serie di errori, che bisogna fare giustamente, ma anche un momento di ringraziamento per la presenza di Gesù nella nostra vita.
La preoccupazione del profeta è che tutto il mondo conosca il Signore. Ascolta, Signore, la nostra preghiera, la nostra supplica, liberaci per il tuo amore e facci trovare grazia davanti a coloro che ci hanno deportati, perché tutta la terra sappia che tu sei il Signore, nostro Dio.
Il rapporto con Lui non può essere trattenuto gelosamente perché il rischio è farsi un Dio su misura. Dio non appartiene a un clan, ma è per tutti e il compito di ogni battezzato è permettere che il mondo lo conosca. Facciamo un errore nella nostra vita di credenti, da cui ci mette in guardia la Parola di Dio oggi e anche Papa Francesco nelle sue omelie, la dimensione del giudizio nei confronti degli altri ponendoci come rigidi censori della morale. Siamo noi che stabiliamo chi fa parte degli amici di Dio e dando veramente una sorta di impressione molto brutta delle nostre comunità.
Vi dico un tipo di espressioni che si utilizza nelle nostre comunità e che fanno veramente male sentirsi perché vengono lanciate senza conoscere la storia personale di chi viene sottoposto al giudizio:
"Quello convive e prende la comunione" .
"Quella ha abortito e non si vergogna".
"Quella ha divorziato e legge le letture".
Molto spesso sottoponiamo gli altri a giudizi inaccettabili che non aiutono a rendere accoglienti le nostre comunità cristiane, ma sempre in una dimensione di tribunale con tanto di condanne. Viviamo la fede ancora troppo legata alla Legge, non alla dimensione di grazia.
Paolo nella lettera ai Romani ci esorta a vivere considerando che siamo dei risorti e risorti non per nostri meriti per i meriti di Gesù. Lasciamo quindi a Lui giudicare.
Per comprendere tutto ciò facciamoci accompagnare dal brano di Vangelo che abbiamo proclamato e addentriamoci per far risuonare delle indicazioni preziose per la nostra vita.
Il capitolo 7 termina con la confusione da parte della gente sull'identità di Gesù. Come in altri passi del Vangelo Gesù viene confuso e identificato come un semplice falegname, un profeta. Non è ancora chiara questa identità. Gesù lo si comprende alla luce della Pasqua, ma ci offre in questo inizio del capitolo 8 degli spunti per comprendere il volto di Gesù ed è quello misericordioso. La scena del brano si apre con un Gesù che è nell'orto degli Ulivi durante la notte. Quell'orto è caro a Gesù. La scena di Gesù nel Getsamani apre la Settimana Santa. Egli ci insegna che ogni attività inizia con il raccoglimento. Questo raccoglimento non lo estranea dalla realtà e subito la mattina si mette in gioco senza sottrarsi agli incontri con i soliti scribi e farisei pronti a provocare Gesù. Il cristiano non può farsi la sua oasi che evita il confronto. Il cristiano è chiamato a dialogare non a chiudersi.
I farisei e gli scribi prendono da parte una donna che è colta in adulterio e la sottopongono al giudizio di Gesù per sapere come procedere nei suoi confronti rifacendosi alla Legge che parla di lapidazione in questi casi. Gesù sul momento non risponde e compie un gesto insolito scrive sulla sabbia. Io ritengo che Gesù ha voluto probabilmente riflettere perché la misericordia non è precipitosa è segnata dalla delicatezza. "Chi è senza peccato scagli la prima pietra". Espressione ormai conosciuta, ma profondamente vera. Tutti se ne sono andati.
I Padri dicono che rimase la Misericordia con la Misera. Una Misericordia che esorta la Misera a non ripetere il peccato e a far sentire nello stesso tempo il perdono. Ecco la grande lezione di Gesù che dovrebbe essere modello per ciascuno di noi.
Pensiamo a questo brano ogni qualvolta ci poniamo nella dimensione del giudizio e non nella dimensione della delicata attenzione a un fratello o una sorella che si trova nell'errore. E' facile accodarsi ai fanatici del moralismo è più difficile chinarsi sul modello di Gesù.

 

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