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TESTO L'abbondanza della giustizia

don Luciano Cantini  

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (12/02/2017)

Vangelo: Mt 5,17-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,17-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.

23Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!

27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.

29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.

31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno.

Pieno compimento
Sembra che al mondo, all'opinione pubblica, piacciano i "rottamatori" o i "picconatori" (personaggio autorevole che esercita una critica demolitrice delle istituzioni di cui è parte - Dizionario Garzanti), a volte si sente il bisogno di "svecchiare", di "cambiare aria" e quando si presenta qualcuno con la voglia di abbattere ciò che sembra obsoleto è il benvenuto. Le soluzioni sono molteplici e antitetiche, ai tempi di Gesù c'era chi ha fatto rivoluzione ritirandosi nel deserto fondando una comunità di "puri" come gli Esseni, o gruppi pronti a dare battaglia con le armi come gli Zeloti. Gesù, che non possiamo definirlo un conservatore, compie la sua rivoluzione senza rottamare o picconare piuttosto dando pieno compimento.
Della Legge e dei Profeti "non si tocca neppure una virgola", lì è la Memoria dell'azione di Dio per e con il suo popolo, lì è contenuta ogni Promessa di Salvezza che va oltre i confini ristretti di un popolo. Se è vero che la Scrittura è opera umana è altrettanto vero che in essa si interseca e si intreccia in modo inscindibile l'Opera di Dio.
Gesù è venuto a riempire (Pleroun) la pienezza di quella Parola con il suo Spirito perché fosse evidente l'origine e la forza di quella Parola che in Lui è diventata Carne, cuore pulsante d'amore. Quella parola che è echeggiata di generazione in generazione nelle terre della Promessa e che ancora riecheggerà in ogni angolo della terra, nella pienezza dei tempi (Eb 9,26) assume la concretezza della storia e in Cristo diventa compimento d'Amor, perché Dio è Amore (1Gv 4,8).

La vostra giustizia
La parola giustizia, nella Scrittura, ha poco a che vedere col senso comune di giustizia degli uomini. La definizione classica tramandata dall'antichità greca e latina: è dare a ciascuno ciò che gli appartiene. Giustizia, in ebraico zadeck, vuol dire anche verità e amore misericordioso. La giustizia per realizzarsi completamente deve essere vera e piena di misericordia per questo la giustizia non basta a se stessa perché ha bisogno di amore.
La giustizia di Dio si manifesta nella difesa del suo popolo quando è vittima, nella misericordia quando sbaglia perché Dio è fedele alla Promessa: non ci tratta secondo i nostri peccati non ci ripaga secondo le nostre colpe (Sal 103,10). Della giustizia divina è impregnata tutta la creazione perché nella storia Dio ha impresso la sua volontà.
Parimenti la giustizia degli uomini non può ridursi alla farisaica fedeltà a precetti e norme, eppure è assurdo come l'umanità ancora oggi sia dedita a cavillare, disquisire, burocratizzare, formalizzare, normare. Basta guardare alle relazioni internazionali, alle discussioni politiche ma anche ai talk show che parlano di calcio. La giustizia che Dio desidera dall'uomo entra nella scia della creazione, costruisce la storia orientata verso il Regno, risponde alla vocazione all'unità, si esprime nella capacita di amare, sa usare misericordia.

Ma io vi dico
Sono sei le "antitesi" (ne abbiamo letto soltanto quattro) in cui Gesù non contrappone la sua alla Parola della Tradizione perché la seconda espressione ha la capacità di rivelare il senso contenuto già nella prima. Gesù assume l'antico comandamento biblico rifiutandone l'interpretazione riduttiva tipica di un certo atteggiamento (che ritroviamo nell'arco della storia fino ad oggi) mostrandone l'anima: chiede l'abbondanza della giustizia, una lettura della Tradizione profonda caricata di amore; Perché la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita (2 Cor 3,6). La Parola del Vangelo ci chiede di aprire nuovi orizzonti, di proiettarsi lontano, vivere nella prospettiva della crescita, spalancare la Libertà, costruire un amore gratuito.

 

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