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TESTO Commento su Marco 6,30-34

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XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (20/07/2003)

Vangelo: Mc 6,30-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 6,30-34

30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.

34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Dalla Parola del giorno

Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'.

Come vivere questa Parola?

Incalzato insieme ai suoi dalla folla, Gesù avverte la necessità di una sosta. In effetti non riesce nell'intento perché, anche là dov'è diretto a riposare, la gente lo precede. E il cuore di Gesù è tale da essere preso dalla commozione. Non certo perché si vede al centro dell'attenzione, ma per loro, "perché erano come pecore senza pastore" annota l'evangelista. Sta però il fatto che certamente altre volte il Signore avrà condotto i suoi "in disparte, in luoghi solitari" per il necessario riposo. Già nel racconto biblico della creazione, dentro la grande metafora dei "sette giorni", è detto che il settimo giorno Dio si riposò. E tutta la tradizione ebraica sentì a tal punto l'importanza del riposo di Dio (esemplare per l'uomo) che fece del sabato il giorno per eccellenza del riposo a gloria di Dio, ma anche a utilità dell'uomo. Come infatti dentro uno spartito musicale sono segnate le pause oltre alle note; e dall'alternarsi delle une con le altre viene ritmo e armonia, così è per la nostra vita. Guai se non ci fossero le note di un'ordinata attività, ma insopprimibili sono pure le pause del riposo. Attenzione però al fatto che, nella nostra società, spesso si tratta di uno pseudo-riposo perché si cerca solo un divertimento chiassoso, in fin dei conti stancante. Gesù ci dà un'indicazione preziosa: ci vogliono pause da prendersi "in disparte", "in un luogo solitario". È come dire: non manchi anche l'aspetto della quiete contemplativa: più contatto con la natura, una preghiera più intima e spontanea, qualche buona lettura e, nelle conversazioni fraterne o amicali, più sale di sapienza e cordialità vera.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, sperimento questo tipo di quiete a contatto intimo col Signore Gesù.

Mio Amato, tu nel Cantico dei Cantici, mi dici che sei tutto per me. E io voglio essere tutto tuo. Ogni preoccupazione la consegno a te. Sono qui a riposarmi in te, amandoti.

La voce del Papa

È importante che il riposo sia riempito con l'incontro. Penso - sì, certamente – all'incontro con la natura, con le montagne, con il mare, con le foreste. Ma ciò non è ancora tutto quanto si può dire del riposo. Bisogna che esso sia riempito con un contenuto nuovo: l'incontro con Cristo, l'incontro con Dio. Significa aprire la vista interiore dell'anima alla sua presenza nel mondo, aprire l'udito interiore alla Parola della sua Verità. Auguro a tutti un simile riposo.
Giovanni Paolo II

 

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