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TESTO Commento su 1Cor 1,26-31

Monastero Domenicano Matris Domini  

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (29/01/2017)

Brano biblico: 1Cor 1,26-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,1-12

In quel tempo, 1vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

4Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

5Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

7Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

8Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

9Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

10Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

Collocazione del brano
Domenica scorsa abbiamo visto Paolo disapprovare i Corinti poiché si erano suddivisi in gruppi in base ai predicatori da loro preferiti. Seguono i vv. 18-25 in cui Paolo approfondisce il senso della croce, che da un punto di vista puramente umano è solo follia. Ma l'apostolo ricorda che proprio ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini (v. 26).
Proprio questa affermazione viene confermata dal brano che la liturgia legge in questa domenica. I cristiani di Corinto non erano persone importanti, anzi appartenevano proprio alle classi sociali più umili. La loro stessa persona diventa così segno dell'umiltà e della grandezza di Dio.

Lectio
26Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili.
Con questo infatti (che nel testo che sentirete a Messa è stato omesso), Paolo si ricollega al versetto precedente, ciò che è stolto per gli uomini è saggio davanti a Dio. I corinti vengono invitati a considerare se stessi. La comunità non può vantare nessun motivo di grandezza ed eccellenza. Poche persone di grande intelligenza, poche persone dal grande peso politico, quasi tutti di origini plebee.

27Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti;
Però il Signore ha scelto proprio queste persone perché fossero la comunità dei credenti di Corinto. Ecco il criterio essenziale che guida l'elezione da parte di Dio. Dio privilegia quanti non hanno valore nella scala di valori degli uomini. L'agire di Dio nella storia rivoluziona i quadri di riferimento più consolidati dei rapporti umani.

28quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, 29perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio.
Non si tratta però di una presa di posizione classista alla rovescia, per il puro gusto di rivoluzionare tutto. E' una manifestazione della sovranità di Dio, perché tutti si riconoscano piccoli ai suoi occhi, perché nessuno presuma di essere più importante di altri davanti agli occhi di Dio.

30Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, 31perché, come sta scritto, chi si vanta, si vanti nel Signore.
Al centro vi è l'opera della salvezza che Dio ha realizzato attraverso Gesù. Tutti coloro che credono, stolti o saggi, ricchi o poveri sono in Cristo Gesù. Grazie a Lui possono partecipare di questa salvezza che va oltre la scala di valori umana. E' lui che per noi è diventato mediatore di una salvezza che si manifesta in tre aspetti essenziali. Il primo è la giustizia, cioè nel rendere giusti i peccatori, a patto che credano. Il secondo è la santificazione: chi crede diventa sacro, separato, gradito a Dio. Il terzo è la redenzione, cioè il riscatto delle persone che erano state ridotte in schiavitù. Questo significa che Dio recupera l'umanità peccatrice, schiava di se stessa e del male.
Svuotato di sé, del suo orgoglio l'uomo è ora pronto ad essere riempito di Dio, della sua grazia. Adesso si si può vantare, di essere stato risollevato dal Signore, riscattato dal suo immenso amore.

Meditiamo

- Qual è la mia estrazione sociale, quali le mie capacità, quali le mie possibilità economiche? Cosa valgono di fronte al Signore?
- Mi sono mai sentito giustificato, santificato, redendo dal Signore?
- Di che cosa mi vanto nella mia vita di tutti i giorni?

 

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