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TESTO I beati di sempre nella logica del Vangelo

padre Antonio Rungi

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (29/01/2017)

Vangelo: Mt 5,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

4Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

5Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

7Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

8Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

9Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

10Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

La liturgia della parola di Dio di questa quarta domenica del tempo ordinario ci presenta testi di particolare importanza spirituale per camminare sulla via del vangelo della gioia e della beatitudine vera. Nel vangelo di oggi, infatti, troviamo il celebre discorso della Montagna che Gesù pronunciò davanti ad una folla che lo seguiva sempre più numerosa e sempre più attenta ai suoi insegnamenti. Nel testo delle beatitudini evangeliche possiamo trovare la sintesi del messaggio cristiano di amore, pace, riconciliazione, solidarietà, perdono e redenzione eterna. Nella preghiera iniziale della liturgia eucaristica, nella quale esprimiamo le nostre intenzioni per la domenica che viviamo, il testo dell'orazione che si riferisce, più precisamente alla parola di Dio di questa domenica, i fratelli nella carità del Cristo, preghiamo con queste parole: "O Dio, che hai promesso ai poveri e agli umili la gioia del tuo regno, fa' che la Chiesa non si lasci sedurre dalle potenze del mondo, ma a somiglianza dei piccoli del Vangelo, segua con fiducia il suo sposo e Signore, per sperimentare la forza del tuo Spirito".

Partendo della prima lettura, tratta dal profeta Sofonia, vogliamo far nostro l'appello che ci rivolge la voce profeta di questo uomo di Dio, che richiama alla nostra attenzione la necessità di cercare Dio, di ricercarlo in tutte le situazioni, specialmente quando Egli si fa maggiormente visibile con gli eventi della nostra ed altrui vita, che vanno letti ed interpretati come attenzione e non esclusione, amore e non abbandono. Un messaggio ed un invito rivolto a tutti, perché nessuno è escluso dal piano della redenzione e tutti sono chiamati a rispettare gli ordini che vengono dall'Alto, quello vero, e non dai vari piani del potere che nulla ha anche vedere con la vera autorità morale e legge che è quella divina. L'uomo in ricerca, che presta attenzione agli ordini divini, opera per la giustizia, vive nell'umiltà, confida nel nome del Signore, non commette iniquità di alcun genere, saranno sinceri, non ruberà la verità per adattarla alle sue false ideologie di qualsiasi tipo, vivrà in pace e sarà nella serenità della vita quotidiana. Una visione irenica e pacifista che non trova riscontro e corrispettivo nelle politiche dell'uomo di ogni tempo.

Anche nel salmo 145 che è oggetto di preghiera nella liturgia di questa quarta domenica del tempo ordinario ci sollecita una riflessione sull'opera benefica che il Signore compie, in quanto rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati, libera i prigionieri, ridona la vista ai ciechi, rialza chi è caduto, ama i giusti, protegge i forestieri. sostiene l'orfano e la vedova". Sono qui espresse le opere di misericordia corporale. In opposizione a quanti lavorano per il bene, egli, poi, "sconvolge le vie dei malvagi" e il suo regno è per sempre e non per un tempo limitato come quello degli esseri umani che si credono onnipotenti ed eterni nel comando.

Al centro della seconda lettura di questa domenica, tratta della prima lettera ai Corinzi di San Paolo Apostolo c'è l'orgoglio di essere cristiani e di essere davvero dalla parte della Croce di Cristo, che è il nostro vanto e la nostra vera gloria e vittoria. La chiamata alla santità di ogni cristiana parte dalla croce ed arriva alla croce. Infatti ci ricorda l'apostolo Paolo che "quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio". Chiaro riferimento alla missione di Cristo sulla terra che è portata a compimento nella morte in croce e nella sua risurrezione. Grazie a Gesù, "il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione", noi possiamo vantarci della dignità di essere figli di Dio, figli dell'Altissimo.

Nel testo del vangelo di oggi, tratto da San Matteo, la nostra anima si eleva a Dio in modo sublime, mettendoci in sintonia con quanto Gesù predica, salendo sul monte delle beatitudini e adottare il linguaggio dell'amore per parlare al cuore e alla mente di ogni uomo. Il discorso della montagna pur indicando otto categorie di beati in realtà classifica beato ogni essere umano che si mette alla ricerca de bene e fa il bene con umiltà, semplicità, purezza di cuore, coraggio e amore alla verità. Le beatitudini evangeliche più essere commentate esplicitate con parole, termini e paragoni nuovi, vanno vissute nella concretezza della vita di ogni giorni: i poveri in spirito, quelli che sono nel pianto, i miti, quelli che hanno fame e sete della giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per la giustizia, gli insultati, i calunniatiti dovranno sentirsi al sicuro, in questo tempo e per l'eternità, perché grande sarà la ricompensa nei cieli».

Bella consolazione, qualcuno potrebbe dire, guardando al futuro regno di Dio, all'eternità. Come dire saremo felici solo in paradiso. Ma la consolazione vera è già su questa terra, in quanto beati si è fin d'ora se noi viviamo applicando continuamente l'insegnamento che viene dalle Beatitudini.
La gioia e la felicità piena sarà nell'eternità, ma noi, fin d'ora, vivendo queste regole di vita possiamo essere davvero beati qui in terra, perché avremo un animo bello e una vita altrettanto meravigliosa, perché vissuta con il Signore, nel Signore e per il Signore.

PREGHIERA DELLE BEATITUDINI (composta da padre Antonio Rungi, passionista)
Signore Gesù, tu che hai proclamato beati i poveri in spirito,
fa' che ricerchiamo la vera beatitudine nell'avere
tutto ciò che è bene spirituale per noi e per gli altri.
Tu che hai valorizzato il pianto e la sofferenza,
fa' che sappiamo essere contenti
quando aiutiamo ed asciughiamo le lagrime
dei nostri fratelli.
Tu che ami i miti di cuore,
non dimenticare quanti, ogni giorno,
sono tanto buoni da sopportare ogni cosa
per seguire te, mite agnello immolato sulla croce.
Tu che apprezzi quanti lottano per la giustizia e la pace,
fa' che quanti hanno accolto il tuo vangelo
siano davvero promotori di giustizia e pace
sulla faccia della terra, senza paura e tentennamenti.
Tu che ci hai insegnato a perdonare,
fa' che siamo veramente misericordiosi
con tutti quanti coloro che ci hanno fatto del male,
senza mantenere nel nostro animo rancori e risentimenti,
che non producono niente e sono motivo ricorrente
per non vivere serenamente.
Tu che sei la difesa di quanti sono puri
nei pensieri e nelle azioni,
fa' che la nostra vita sia sempre più improntata
alla purezza del corpo e dello spirito.
Tu che sei disceso dal cielo a parlare di pace,
fa' che noi, tuoi seguaci, diventiamo
operatori di pace in pensiero, parole ed opere.
Tu che sei dalla parte dei deboli, degli umili,
dei perseguitati ed afflitti di oggi e di sempre,
non permettere, o Signore,
che nessun uomo soffra più
a motivo della mano e del cuore induriti dei propri fratelli. Amen.

 

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