TESTO Commento su Sir 15,16-21; Sal 118; 1Cor 2,6-10; Mt 5,17-37
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) Home Page
VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (12/02/2017)
Vangelo: Sir 15,16-21; Sal 118; 1Cor 2,6-10; Mt 5,17-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
23Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno».
La Legge antica, di timore e di servitù imperfetta, che regolava la vita religiosa ebraica dell'antico Israele, e che trovava la sua promulgazione nel "Decalogo", viene da Cristo portata a compimento e perfezionata: "Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
Cristo nel Vangelo compie fisicamente la legge morale espressa nel Decalogo; di fatto si passa da una legge "cerimoniale" ad una legge messianica, già predetta nei tempi dai Profeti.
Cristo non abolisce la Legge, anzi da buon ebreo osservante è il primo ad osservarla, ma attenzione lo fa richiamando ad uno spirito di obbedienza interiore alla legge contro l'interpretazione "legalistica" dei farisei, legata ad una osservanza puramente esteriore e ad un puritanesimo ritualistico.
Ed ecco allora lo splendido gioco del "avete inteso che fu detto... ma io vi dico...", che Cristo usa per spiazzare chi l'ascolta, i sapienti, i farisei e scribi, senza uscire però dall'ortodossia del rispetto della Legge mosaica, più formale che sostanziale.
Come dire, signori finora è stato così, e rimane ancora così, però attenzione a non nascondersi dietro al formalismo, ma sappiate mettervi in gioco usando il libero arbitrio, la libertà di scelta.
E allora occorre avere il coraggio di bruciare quel comodo "s'è fatto sempre così, oppure ma la norma/legge dice questo..." perché il libro del Siracide richiama "Se tu vuoi, puoi osservare i comandamenti; l'essere fedele dipende dalla tua buona volontà."...quindi la Legge non chiede mezze misure, ma il proprio impegno personale e diretto.
Non basta dire Signore, Signore, ma occorre fare la volontà del Padre che è nei cieli.
Lo spirito evangelico deve trovare applicazione in primis nel nucleo della società: la coppia e quindi la famiglia naturale (maschio-femmina-figlio) attraverso una osservanza evangelica non rispettosa della norma formale, ma bensì di una trasmissione dell'amore concreto, altruista e fiducioso, che sappia fare scelte quotidiane anche controcorrente, ma che sanno essere testimonianza del compimento della Legge portato da Cristo, nella semplice massima: "Ama il tuo prossimo "come" te stesso".
Concludendo, non può essere veramente cristiano colui che si accontenta di un rispetto formale della vita di fede...e questo vale per tutti, nessuno escluso, con l'aiuto della misericordia del Dio-Padre, dell'amore del Dio-Figlio e della forza di Dio-Spirito Santo.
Riflessioni:
1) Come Comunità partecipo alla vita religiosa come consuetudine ritualistica passiva?
2) Come Famiglia/Coppia quanto so interpretare la sapienza della Parola nella mia vita relazionale?
3) Come Singolo so esprimere la mia libertà costruttiva nell'ascoltare e mettere in pratica la Parola?
Maria Grazia e Claudio - Cpm Pisa