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TESTO Commento su Mt 4, 18-22

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

III Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (22/01/2017)

Vangelo: Mt 4,12-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 4,12-23

12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,

sulla via del mare, oltre il Giordano,

Galilea delle genti!

16Il popolo che abitava nelle tenebre

vide una grande luce,

per quelli che abitavano in regione e ombra di morte

una luce è sorta.

17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

18Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

23Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

 

Forma breve (Mt 4,12-17)

12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,

sulla via del mare, oltre il Giordano,

Galilea delle genti!

16Il popolo che abitava nelle tenebre

vide una grande luce,

per quelli che abitavano in regione e ombra di morte

una luce è sorta.

17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

«Mentre (Gesù) camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: "Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini". Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono».
Mt 4, 18-22

Come vivere questa Parola?
Nel Vangelo di questa terza Domenica del Tempo Ordinario, Matteo ci narra la scena della chiamata dei primi quattro discepoli: Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni. È interessante annotare anzitutto che essa avviene non nel Tempio o in qualche luogo religioso e sacro, ma si svolge nella ferialità laica di un lavoro quotidiano molto umile: essi infatti erano intenti a gettare le reti in mare, e l'Evangelista sottolinea infatti che erano pescatori. E ancora più interessante è considerare il fatto che la chiamata del Maestro non stravolge per nulla le loro attitudini ‘professionali', ma le porta ad un piano di perfezione superiore: quei pescatori da allora in poi diventeranno "pescatori di uomini".
Gesù, nella chiamata dei suoi primi discepoli, si rivolge a loro sul piano concreto della loro umanità! Solo così infatti essi potevano essere in grado di capire qualcosa del linguaggio del divino Maestro che li chiamava ad una vocazione misteriosa. Essi erano dei modesti lavoratori, talvolta anche considerati dai benpensanti come impuri e di dubbia reputazione. Eppure proprio a loro Gesù affida una vocazione straordinaria: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Il Signore proponeva loro, nell'unico linguaggio umano concreto che potevano intendere, una nuova prospettiva di vita, non più dedita alla pesca quotidiana, con le reti usuali, bensì una nuova esistenza immersa in un altro mare, quello della storia della salvezza, protesi ormai a "pescare" gli uomini e a salvarli dalle acque turbolenti del mondo. Così, per i quattro pescatori iniziava un nuovo tempo, una nuova storia, una nuova vita in compagnia, non più con i pesci, ma con Gesù e con gli uomini del loro tempo.
Il Signore torna anche oggi lungo il mare delle nostre giornate e mentre ognuno di noi, nel suo stato di vita particolare, è ripiegato a riassettare le proprie reti, curvo sui dolori e le fatiche di ogni giorno, si sente rivolgere improvvisamente lo stesso imperioso invito di allora: "Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini". Il Vangelo annota che i quattro discepoli «subito lasciarono le reti e lo seguirono»

Il Signore viene anche nella nostra vita, non per stravolgerla o mortificarla, ma per liberarla da tutte le reti inestricabili e ingarbugliate del mondo.

La voce di un monaco del nostro tempo
"La narrazione di Dio è una vita umana, umanissima, è fatta di parole e di silenzi, di gesti e di incontri, di tenerezza e di forza... Ciò che in Gesù illumina è l'umano, è come lui ha vissuto quella condizione umana che accomuna ogni essere che viene all'esistenza. Lo straordinario portato da Gesù non si situa sul piano religioso, ma umano. Ciò che in Gesù illumina è anche ciò che viene illuminato in ogni essere umano. Gesù insegna l'infinita dignità dei senza dignità; insegna la responsabilità della cura nei confronti di chi conosce l'umano opacizzato e menomato dalla malattia, dalla violenza, dalla miseria; Gesù mostra che l'umano è il luogo di culto autentico... è il luogo di Dio"
Luciano Manicardi, monaco di Bose

Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it

 

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