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TESTO Mi piaci: sei il mio piacere

don Marco Pozza  

Battesimo del Signore (Anno A) (08/01/2017)

Vangelo: Mt 3,13-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Ha lasciato che il mondo andasse com'era sempre andato. Per trent'anni accettò il mondo così come l'aveva trovato: impastato di perversa fatalità. Di straordinario non fece nulla: «(A Nazareth) Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 2,52). Visse accontentandosi delle cose ordinarie: più che a preparare, le cose straordinarie servono a distrarre: «Gesù ha fatto per trent'anni una povera giornata, ma era certo che sarebbe venuto il giorno. E si è mantenuto libero per quel giorno» (P. Mazzolari). A trent'anni indossò un mantello, allacciò i suoi sandali, s'affrettò verso la Giudea. Era l'ora.

Giovanni, quando se lo trova innanzi, ancora non lo conosce. Il Cristo, per ciò che è nelle sue possibilità, non fa nulla per farsi riconoscere: salire sopra un paracarro, urlare "Io sono il Figlio di Dio", spadroneggiare tra i suoi simili. Quello che compie tende a confondere le menti più che consolare i cuori: «Sono io che devo essere battezzato da te, e tu vieni da me?». E' rischiosissimo confondere i ruoli: il Battista questo lo sa. Per questo dice: "Vieni qui tu, vado io in mezzo a quelle acque torbide". Cristo declina l'invito «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». L'ora - la sua ora, l'ora per la quale era venuto al mondo - è quasi giunta. Dopo essere venuto al mondo per strade animali, c'è ancora un gesto che gli rimane per annunciare che il mondo Lui sceglie di guardarlo dal basso, dalla parte fallita: sciacquarsi nelle acque di quel fiume che Giovanni aveva additato come preparazione-finale alla sua venuta. Ancora un bagno, dunque, mancava all'ora di Cristo. Un gesto che era anche una presa di posizione delicatissima, da fini intenditori di anime: siccome l'uomo è troppo affaccendato per potersi occupare dei propri peccati, è Dio in persona a scendere per ricordare la propria storia, per aprire una strada, per dire "Ecco, io faccio nuove tutte le vostre storie. Se vorrete!". E' troppo comodo parlare di un paese dove non abbiamo mai messo piede. Per questo gli toccò di partire dal basso - dalle fondamenta della speranza, che sono i bassifondi del peccato -, per iniziare il restauro dell'intero caseggiato dell'umanità. Per tornare lassù.

Ciò che il Battista - abbronzato dal sole, la cintura di cuoio ai fianchi, i suoi capelli incolti - captò fu l'annuncio che l'ora stava per compiersi. Giusto il tempo di uscire dall'acqua, che il Padre convalidò la verità di quell'umile appartenenza: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento». Ancora lo Spirito a calarsi come rapace-consolatore, come trent'anni prima sulla Vergine perché capisse che il fatto era serio, l'amore affidabile. La voce, tutt'oggi, odora di buono: c'è un amore in circolo, un figlio sopraggiunto, un diletto. Ancor prima della risposta, Dio chiama per nome. Di più: ama perdutamente, s'innamora alla gelosia. Esagera, com'è suo stile: «In te ho posto il mio compiacimento». Che è come dire: "Mi piaci da impazzire". Gli umani, tra loro, vanno dicendosi: "E' un piacere averla conosciuta - Piacere mio, risponde l'altro". Per Dio, invece, ogni storia è un piacere ripetersela, (ri)guardarsela, ricostruirsela: "Uomo, sei il mio piacere. In te provo piacere". In ogni uomo che, sciacquatosi dalla vergogna, lo guarda, Dio s'innamora. Fino ad accreditargli un anticipo di salvezza.

Domattina, col capo ancora bagnato dalle acque battesimali, Cristo andrà a sfidare Satana nel deserto. Il deserto è il paese delle fiere selvatiche: è anche il paese di Dio. Dentro quell'arsura porterà a spasso chi sceglierà d'amare: sarà come farsi accompagnare da una mano che senti amica. Prima d'inoltrarsi, giusto un pugno d'acqua in testa: come promemoria di un'appartenenza, come armatura per andare a far la guerra-al-male, come antidoto alla disperazione di non essere amati da nessuno: "Sei mio. Mi appartieni, io t'appartengo. Mi piaci: sei il mio piacere". Nel deserto, col capo bagnato e il timpano consolato, Satana vede i fasti del passato: Cristo intravede gli anticipi del futuro. E' cosa nota che Dio chiami molto prima che le sue creature siano disposte all'ascolto. E' il suo modo, forse, per dirmi che mai e poi mai sarei riuscito ad intrappolarlo.

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