PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Bisognosi di volti

don Maurizio Prandi

don Maurizio Prandi è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

Battesimo del Signore (Anno A) (08/01/2017)

Vangelo: Mt 3,13-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 3,13-17

In quel tempo, 13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Ogni anno, il giorno della festa del Battesimo di Gesù ricordiamo che questa è una delle Epifanie, una delle manifestazioni del Signore. Trovo sempre bello il fatto che Dio si manifesti, nel senso che sia suo desiderio il farsi conoscere; da parte mia sento questa urgenza, questa necessità: ho bisogno di volti, non di miracoli, ho bisogni di simboli non di prove, ho bisogno di domande, non di rassicurazioni. Chissà, forse anche il Battista aveva bisogno di volti: fino a che è rimasto con la sua idea di Messia ha urlato! Ha urlato un Messia giudice, un battesimo di fuoco, una scure da mettere alla radice degli alberi per bruciare quelli che non danno buoni frutti, ma quando ha incontrato il volto ha capito, ha detto si, ha accettato quell'idea di Messia che prima di incrociare quello sguardo mai e poi mai avrebbe immaginato. Vede arrivare semplicemente un uomo confuso nella folla dei peccatori. E il fuoco? E il ventilabro? E la scure? E il giudizio? Dove sono? Accettando di battezzare Gesù cambia radicalmente la sua idea di Messia e accetta di sottomettersi al progetto di Dio. Non deve essere stato facile per il Battista, davvero questa rivoluzione della tenerezza (come la chiama papa Francesco) deve averlo stravolto dentro. E' bello vedere qualcuno cedere ed accogliere il mistero di Gesù che non entra come un trionfatore ma come un mite nel suo popolo e in tutta l'umanità che deve essere salvata. Oggi ci viene raccontato precisamente di questo cedere di Giovanni il Battista, oggi mi viene detto che anche io posso cedere e lasciarmi cambiare. È lo stesso vangelo che ci coinvolge, ci chiama ad essere parte attiva, non semplici spettatori: Matteo non scrive infatti "tu sei mio figlio", come se la voce del cielo parlasse solo a Gesù, ma "questi è il mio figlio", come in una conversazione in cui anche Giovanni, anche chi era presente quel giorno, anche noi che ascoltiamo oggi siamo molto coinvolti. Così anche quando usa il plurale (è necessario che adempiamo), c'è il nostro coinvolgimento pieno. Non si può non ringraziare, non si può non rimanere stupiti: le Scritture ci coinvolgono sempre, forse forzo l'interpretazione ma è come se Dio volesse "assumerci" in un certo senso, si ha l'impressione di essere presi dentro, non si tratta solo di venire a sapere, ma di essere coinvolti in prima persona nel mistero dell'amore.

Condivido con voi alcune espressioni di una preghiera che nelle comunità qui nella missione ha introdotto la celebrazione della messa o della liturgia della Parola il giorno dell'Epifania, parole che mi aiutano tanto perché anche io spesso cerco o chiedo un Dio che sia più giudice che mite: Signore, come posso capire il mistero di Betlemme? Un bimbo in fasce, una mangiatoia e un destino poco desiderabile e ancora confuso. Ti aspettavo Messia, ricco e potente ma vedo solo povertà e fragilità. Ti aspettavo circondato dai grandi di questo mondo ma ti vedo con gli ultimi, con i più disprezzati. Ti aspettavo per dare ai cattivi quello che gli spetta e arrivi regalando misericordia a tutti. Ti aspettavo uomo, adulto, formato, mi sorprendi, perché sei un neonato. E in questa domenica potremmo aggiungere: ti aspettavo battezzatore e ti lasci battezzare; ti aspettavo pronto ad ascoltare: fate largo! Sono il Messia! E invece arrivi confuso, mescolato, in fila come tutti; ti aspettavo pronto a giudicare, a condannare, e invece scoprirò che sarai tu ad essere il condannato.

In questo senso sento che il legame nelle ultime celebrazioni è davvero grande e profondo. Possiamo continuare a mantenere l'immagine della strada allora, quella strada di Dio, che due giorni fa dicevo evita il percorso dell'uomo chiuso, dell'uomo che ha un cuore prigioniero dell'egoismo e dell'immobilità. Ascoltando la prima lettura possiamo aggiungere qualcosa di importante credo, perché con quelle negazioni ripetute che abbiamo ascoltato (non griderà, non farà udire, non spezzerà, non spegnerà) viene ripudiata qualsiasi via mondana di affermazione e di potere e ci viene detto che di lì non passa la strada di Dio. C'è un forte legame anche con quanto abbiamo celebrato domenica scorsa però, e lo leggo ancora una volta nelle parole che papa Francesco ha pronunciato nell'omelia della solennità di S. Maria Madre di Dio, perché questo servo di cui ci parla il profeta ha tanto, tanto, tanto in comune con quelle madri che non smettono di lottare per i loro figli anche quando questi sembrano avere di fronte a loro una strada chiusa o in fortissima salita. Non per voler a tutti i costi cercare delle "connessioni", ma trovo che il "conservare" di Maria è proprio questo salvaguardare, questo non spegnere, non spezzare le vite più fragili, le vite più esposte, le vite più a rischio.

 

Ricerca avanzata  (53711 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: