PERFEZIONA LA RICERCA

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Natale rivoluzionario: Dio si svuota e diventa schiavo

don Michele Cerutti

don Michele Cerutti è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

Ottava del Natale del Signore - Circoncisione del Signore (01/01/2017)

Vangelo: Lc 2,18-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,18-21

18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

L'inno ai Filippesi che abbiamo proclamato è un appello alla Comunità di Filippi perché viva sempre in armonia e premura. Quella comunità è esortata a entrare nel mistero di Cristo e comprendere come si sia invitati a vivere quando viene celebrato il nome di Gesù. E' l'inno neotestamentario tra i più importanti perché qui vediamo circoscritto il luogo di nascita della nostra fede: la storia di Gesù.
Se la fede non nasce qui non è una fede cristiana.
Sono due i termini chiave su cui soffermarsi: svuotarsi e schiavo.
Entriamo nel dettaglio. Dio si svuota della sua divinità ed è anche schiavo. Dio allora significa non solo essere il primo, ma anche l'ultimo e non solo Signore, ma anche schiavo, l'Altissimi e il bassissimo, esaltato e abbassato, adorato e flagellato, divino e umano. Allora non c'è condizione umana neanche quella più estrema in cui si possa dire "qui non c'è Dio" e non c'è inferno, neanche quello di Aleppo, in cui Dio sia stato o sia assente.
La distanza tra Dio e lo schiavo è coperta da Cristo. Si comprende allora che Dio si è abbassato in Cristo per poterci rialzare. Si piegano le nostre ginocchia davanti a un Dio nel quale è entrata l'umanità perduta ed è stata ritrovata. L'umanità era divenuta schiava del peccato ed è tornata libera era morta ed è tornata in vita.
Quella che assistiamo nel Natale è una vera propria rivoluzione forse la più grande rivoluzione, mai avvenuta perché pensate un poco questa rivoluzione è nata in Dio perché Dio è venuto a salvare il mondo e con la sua venuta ha rivoluzionato il mondo, ma prima di tutto ha rivoluzionato se stesso provocando una vera e propria escalation non in alto, ma che tende al basso. Potete comprendere in questo modo quale poteva essere lo stupore della Vergine Maria.
Jean Paul Sartre nell'opera Bariona (opera postuma ritrovata dopo la morte e scritta in un campo di concentramento) ha tracciato bene lo stupore della Madonna:
La Vergine è pallida e guarda il bambino. Ciò che bisognerebbe dipingere sul suo volto è uno stupore ansioso che è comparso una volta soltanto su un viso umano. Perché il Cristo è suo figlio, carne della sua carne e frutto delle sue viscere. L'ha portato in grembo per nove mesi, gli offrirà il seno e il suo latte diventerà il sangue di Dio. Qualche volta la tentazione è così forte da farle dimenticare che è Dio. Lo stringe fra le braccia e dice: "Bambino mio". Ma in altri momenti rimane interdetta e pensa: là c'è Dio, e viene presa da un religioso orrore per quel Dio muto, per quel bambino che incute timore. Tutte le madri in qualche momento si sono arrestate così di fronte a quel frammento ribelle della loro carne che è il loro bambino, sentendosi in esilio davanti a quella vita nuova che è stata fatta con la loro vita e che è abitata da pensieri estranei. Ma nessun bambino è stato strappato più crudelmente e più rapidamente di questo a sua madre, perché è Dio e supera in tutti i modi ciò che essa può immaginare...Ma penso che ci siano anche altri momenti, fuggevoli e veloci, in cui essa avverte nello stesso tempo che il Cristo è suo figlio, il suo bambino, ed è Dio. Lo guarda e pensa: "Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. E' fatto di me, ha i miei occhi, la forma della sua bocca è la forma della mia, mi assomiglia. E' Dio, e mi assomiglia". Nessuna donna ha mai potuto avere in questo modo il suo Dio per sé sola, un Dio bambino che si può prendere fra le braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e ride. E' in uno di questi momenti che dipingerei Maria se fossi pittore.
Facciamoci anche noi cogliere dallo stupore del Natale che ha certo della tenerezza, ma anche della forza di Dio che non vuole mai lasciarci soli.

 

Ricerca avanzata  (54003 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: