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TESTO In Maria il tempo si compie

don Luca Garbinetto  

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2016)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Il tempo è superiore alla spazio', ci ha insegnato papa Francesco nella sua Evangelii Gaudium. E in Maria, Vergine Immacolata fin dal suo concepimento, questa verità si è già compiuta in pienezza.

La ‘piena di grazia' è preservata da sempre dalla tragica ferita del peccato. Così la grazia ‘pre-veniente' realizza in lei ciò verso il quale tutti noi siamo orientati e in cammino: la pienezza dell'essere, il compimento dell'opera di divinizzazione in noi. ‘Noi fin d'ora siamo figli di Dio, e lo siamo realmente! Ma ciò che saremo non è ancora stato rivelato' (1Gv 3,2): però in Maria si è compiuto.

Lei, figlia e sposa, diviene madre e sorella dell'umanità redenta. Il suo corpo verginale manifesta la castità del cuore e l'appassionata avventura dell'amore umano che racchiude in sé il germe del divino. Come l'albero della vita che ritrova un giardino nel quale sbocciare, così il seme della salvezza è deposto dal Padre in lei fin dall'inizio della sua esistenza. In tutta la sua fragile umanità, Maria, fanciulla di Israele che porta in sè i segni di una esistenza di donna che matura, diviene riposo per il Dio che ha creato l'universo e che cerca nella sua più bella creatura qualcuno con cui intrattenersi per amare semplicemente.

Maria è il ‘tu a tu' del Signore, espressione piena dell'intreccio trinitario che trabocca in una libertà incarnata. In lei, figlia, sposa e madre, le generazioni si compenetrano, e il tempo trova compimento nell'istante stesso in cui comincia ad esistere. Istante che si rinnova nella casa di Nazareth, con Gabriele testimone privilegiato; nella grotta di Betlemme, sotto la custodia di Giuseppe; nell'abbandono del tempio, lacerata da una separazione tutta da imparare; nel culmine del dolore, sotto la croce, sul Calvario, definitiva Presenza.

In questo istante il futuro attraversa il ponte del presente e si incontra con un passato redento. Nell'oggi, nell'ora di Gesù, si condensa una storia: ieri e domani esistono in una intensità nuova, penetrando la profondità del momento che adesso porta con sé la grazia. Non c'è più attesa disperata o rimpianto e rammarico. L'Avvento è ricamo di attimi spesi senza tregua ad accogliere Dio e a lasciarne trasudare la bellezza dagli occhi e dalle mani operose. Maria sa bene che ogni gesto diviene epifania, e che i piccoli visitatori del Dio grande fatto bambino riconosceranno semplicemente ciò che già è: una Presenza velata nell'assenza di fasti e di sfoggio.

In Maria Immacolata l'annuncio della pace che non passa è più assordante che nel canto angelico della notte del Natale. Soltanto che lei ama il silenzio e in lei Dio preferisce la cura e la tenerezza della donna gravida, piuttosto che i cori universali. Chissà come sarà arrossita, la Vergine fanciulla, davanti alla dichiarazione d'amore del suo Dio!

Eppure la dolcezza di Maria non è fuga né titubanza. Rafforzate le ginocchia tremolanti, assieme a quelle di tutto un popolo in cammino di esodo, il suo viaggio verso Elisabetta diviene già icona del suo andare incontro a ciascuno di noi. E se non siamo ancora del tutto coinvolti in questa incontenibile storia d'amore, si tratta di mettere da parte ragionamenti e valutazioni, per permettere al mistero di tirarci dentro. Che vuol dire andare a fondo di noi stessi.

In Maria l'incontro con il Salvatore diviene inevitabile. Lei, infatti, fa sempre scorrere oltre se stessa la nostra ricerca, e come Porta Santa mai chiusa, indica e accoglie il nostro passo incerto perché possiamo tornare a passeggiare nel Giardino con il Padre.

Anche noi siamo figli, anche noi invitati a vivere una maternità nuziale con il Dio della vita. Anche noi, fratelli e sorelle del Signore, abbiamo in Maria la traccia certa che la promessa non è di ieri né per il domani: ‘oggi è entrata in questa casa la salvezza' (Lc 19,9).

 

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