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TESTO I DOMENICA DI AVVENTO

mons. Antonio Riboldi

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I Domenica di Avvento (Anno A) (27/11/2016)

Vangelo: Mt 24,37-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 24,37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

La vita sarebbe un'impossibile via crucis, se il Padre non fosse rimasto fedele al Suo Amore per noi, lo stesso Amore che lo ha spinto a crearci. Dopo il rifiuto originario, da parte dei progenitori, Lui solo poteva tenderci una mano, Lui solo riaprire le porte della speranza. E lo ha fatto in un modo incredibile, offrendo a noi, come riscatto, la vita del Suo stesso Figlio, Gesù, che ha accettato di venire da noi, mettersi nei nostri miserabili panni, e alla fine pagare il prezzo più alto, per tornare nella ‘Casa del Padre', cioè la comunione con Lui, vera ragione del nostro esistere... sempre che lo accettiamo!

Dovremmo ascoltare il commovente invito del profeta Isaia, che oggi ci interpella tutti:
"Vieni, camminiamo nella luce del Signore". (Is. 2, 1-5)

E l'Avvento è proprio questo tempo di cammino verso la Luce del Signore. Che ci sia bisogno di questo urgente ritorno alla nostra vera origine è sotto gli occhi di tutti. Ci si sente smarriti e confusi, leggendo le cronache che ci svelano, giorno per giorno, a quali aberrazioni può condurci il ‘mistero del male' che è in noi, quando si è persa la gioia di conoscere il Padre e di sapersi da Lui amati.

Di fronte a tante miserie della nostra povera umanità, viene davvero da chiedersi: ma chi siamo? Perché esistiamo? Siamo smarriti come gli Ebrei nel deserto... come se avessimo perso la bellezza di sapere che vi è Chi ci ama ed è vicino a noi, giorno e notte: Dio, il Padre.

Siamo come gli uomini al tempo di Noè, di cui lo stesso Gesù tratteggia l'atteggiamento verso la vita, nel Vangelo di oggi: "Nei giorni che precedettero il diluvio, mangiavano, bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca e non si accorsero di nulla, finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio..."

Sarebbe bello che tutti, ma soprattutto quanti mi leggono, rientrassimo in noi stessi e ci chiedessimo la ragione della insoddisfazione, che pervade tanti animi, anche quando non manca nulla nella vita.

È un tratto materno della Chiesa di Dio il dedicare un tempo dell'anno liturgico, anzi il suo inizio, per sollecitare e suscitare in noi l'attesa che Gesù torni.

Ma non è solo un ritorno nel tempo. Gesù vuole venire in ogni istante nella nostra giornata e continua a ‘bussare alla nostra porta', ma attende che noi gli apriamo il cuore e la vita.

La Sua venuta è sempre una sorpresa e, spesso, stravolge i nostri progetti e le nostre pianificazioni.

Per questo è importante il Suo invito: "Vegliate dunque perché non sapete in quale giorno il Signore verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi siate pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà". (Mt. 24, 37-44)

Ma esiste ancora, nella nostra società, la ricerca il desiderio di Dio? Sì, forse più diffuso di quanto non si creda, ma è anche vero che pare scomparso in tanti ambiti. Fa male scoprire, per esempio nei massmedia, il silenzio su Dio, come non avesse alcun peso sulle nostre esistenze. Riempiono pagine di cronache, che tante volte disgustano, ma quasi mai vanno alla vera sete del cuore.... come se Dio non esistesse. Diciamocelo chiaro: sanno solamente diffondere tristezza, aumentare paure e insicurezze, creare tensioni e polemiche.

Occorre uscire da questa ‘esaltazione del negativo', come pure dalla superficialità che porta a ‘non accorgerci di nulla' rispetto alla nostra vera origine e destinazione, senso profondo della vita, per ritrovare la nostra vera nobiltà di figli di Dio e con Lui, ora tra noi e con noi, ridare all'esistenza il gusto del Cielo, a cui possiamo partecipare, come figli, ma che esige uno stile di vita cristiano, solidale e buono, ossia a modello dei figli del Padre.

Questa è la ragione dell'Avvento, che ci mette alla ricerca di Dio, che forse abbiamo smarrito nei meandri del mondo, che non è certamente Cielo e neppure la nostra vera casa.

Cerchiamo Colui che ci cerca... per diventare veri, aperti... figli e fratelli.
Scriveva don Tonino Bello:

"Avvento, attesa, ma di chi? Che cosa aspettiamo? Aspettiamo innanzitutto un cambio per noi, per la nostra vita spirituale e poi avvertiamo che stiamo camminando su sperono pericolosi che possono farci ruzzolare. Attesa di rinnovamento per noi e per la storia dell'umanità. Non siamo ancora capaci di pronunciare una parola forte che dice che la guerra ogni guerra è iniqua. Abbiamo nelle mani il Vangelo, ma siamo ancora cristiani irrisoluti, che camminano secondo le logiche della prudenza carnale e non della prudenza dello Spirito Santo... Siamo gente che riesce a dormire con molta tranquillità pur sapendo che nel mondo ci sono tante sofferenze".

L'Avvento allora dovrebbe svegliarci dal sonno, per essere pronti ad accogliere il Dio con noi, Gesù.

"Come nella vita di ognuno di noi - ha constatato Papa Francesco - c'è sempre bisogno di ripartire, di rialzarsi, di ritrovare il senso della mèta della propria esistenza, così per la grande famiglia umana è necessario rinnovare sempre l'orizzonte comune verso cui siamo incamminati: l'orizzonte della speranza! "

E' ciò che ci offre questo tempo di Grazie che è l'Avvento: la speranza, che è certezza, perché fondata sulla fedeltà di Dio, nonostante i nostri limiti e miserie.

Concludiamo la nostra preparazione con un invito di Papa Francesco:

"Nel grembo della Vergine, la speranza di Dio ha preso carne, si è fatta uomo, si è fatta storia: Gesù Cristo. Il suo Magnificat è il cantico del Popolo di Dio in cammino, e di tutti gli uomini e le donne che sperano in Dio, nella potenza della sua misericordia. Lasciamoci guidare da lei, che è Madre, è mamma e sa come guidarci. Lasciamoci guidare da Lei in questo tempo di attesa e di vigilanza operosa". Così sia! Buon e santo Avvento!

 

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