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TESTO Commento su Matteo 11,2-15

don Michele Cerutti

III domenica T. Avvento (Anno A) (27/11/2016)

Vangelo: Mt 11,2-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,

davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. 15Chi ha orecchi, ascolti!

Domenica scorsa con la chiusura delle porte sante in San Pietro si è concluso il Giubileo della Misericordia nella Chiesa universale, nelle Chiese Diocesane la chiusura è stata anticipata la domenica precedente.
Questa domenica sollecitati dalla seconda lettura, tratta dalla lettera di San Paolo apostolo alla Comunità di Roma, facciamo una sintesi di questo anno di grazia. La facciamo traendo spunto dalla Esortazione Apostolica che il Santo Padre, Papa Francesco, ha scritto a conclusione di questo anno di grazia.
Paolo insiste molto sulla parola misericordia. "Dio ha rinchiuso tutti nella misericordia per essere misericordioso verso tutti".
Il Papa insiste già in queste prime giornate postgiubileo su un principio fondamentale. "Si è concluso l'anno della misericordia, ma la misericordia non costituisce una parentesi nella Chiesa, ma costituisce la sua stessa esistenza. Tutto si rivela nella misericordia del Padre".Dio è misericordia e la sua misericordia abbraccia tutti. Non possiamo che ringraziare il Signore in questo anno abbiamo sperimentato la Sua presenza. Quante occasioni di grazia abbiamo toccato con mano in un crescendo sempre più alto.
Ora dobbiamo sicuramente celebrarla la misericordia. Nella preghiera la dimensione della misericordia è fortemente presente. Allora comprendiamo che si è misericordiosi nel momento in cui questo dono viene invocato. Nel momento della Messa al suo inizio si invoca il dono della Misericordia chiedendo a Dio Padre onnipotente riversa la Misericordia su noi tutti perdonando i nostri peccati e ci conduca alla Vita eterna. Nelle preghiere di colletta si parla di misericordia e nei prefazi abbiamo una vera e propria esaltazione di questa. Questa richiesta di perdono si accentua nella preghiera eucaristica con l'espressione: "Di noi tutti abbi misericordia donaci di aver parte alla vita eterna" (Preghiera eucaristica II). Dal Padre nostro compreso in poi ancora si invoca questo aspetto. "Perdona a noi i nostri debiti come noi li perdoniamo ai nostri debitori" è l'espressione che si utilizza nella preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato. "Signore Gesù Cristo che hai detto ai tuoi apostoli vi do la mia pace non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa".
Riscopriamo la misericordia nei Sacramenti. Nella Riconciliazione e nell'Unzione degli Infermi si esprime la grandezza Dio misericordioso. "Il Signore che ha riconciliato a sè il mondo con la morte e la risurrezione del Suo Figlio e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati ti conceda mediante il ministero della Chiesa il perdono e la pace" (premessa formula di assoluzione). "Per questa Santa Unzione e la sua piissima misericordia" (dal rituale per l'Unzione).
Riscopriamo la misericordia nell'ascolto della Parola di Dio. Nella Bibbia abbiamo pagine in cui scopriamo che è intriso l'amore del Padre.
Un invito particolare è affidato a tutto il Popolo di Dio perché sostenga tutti i sacerdoti nell'esprimere in maniera marcata l'amore misericordioso. Il Santo Padre ha concesso a tutti i sacerdoti la possibilità di assolvere il peccato di aborto. Questo richiede un impegno dei sacerdoti stessi a prepararsi e essere accoglienti, testimoni della misericordia, chiari nell'esprimere i principi morali, disponibili all'accompagnamento a percorsi di penitenza, lungimiranti e nello stesso tempo dotati di generosità.
Silenzio è una dimensione da riscoprire perché davanti a una persona che soffre più che le parole è importante la vicinanza. Consolazione è un altro aspetto importante da considerare per le famiglie che debbono sentire la nostra vicinanza. Consolare che si avvicina al momento della morte che è realtà difficile, ma che deve essere caricata di senso. Fare esperienza di misericordia come realtà che avvicina i due cuori Dio e l'uomo.
Quello che si apre davanti a noi è il tempo della misericordia.
"Questo è il tempo della misericordia. Ogni giorno del nostro cammino è segnato dalla presenza di Dio che guida i nostri passi con la forza della grazia che lo Spirito infonde nel cuore per plasmarlo e renderlo capace di amare. È il tempo della misericordia per tutti e per ognuno, perché nessuno possa pensare di essere estraneo alla vicinanza di Dio e alla potenza della sua tenerezza. È il tempo della misericordia perché quanti sono deboli e indifesi, lontani e soli possano cogliere la presenza di fratelli e sorelle che li sorreggono nelle necessità. È il tempo della misericordia perché i poveri sentano su di sé lo sguardo rispettoso ma attento di quanti, vinta l'indifferenza, scoprono l'essenziale della vita. È il tempo della misericordia perché ogni peccatore non si stanchi di chiedere perdono e sentire la mano del Padre che sempre accoglie e stringe a sé".
Ci avviciniamo alla festa di Maria Immacolata in questo tempo di Avvento Ella sappia guidare i nostri piccoli passi. Ella ha cantato la misericordia di Dio nel suo inno il Magnificat, ma perché Maria è modello di creatura che in tutto segue la volontà di Dio, ne intravvede la presenza, ne percepisce la misericordia senza limiti. La sua opera è incessantemente rivolta alla realizzazione del regno. Non avendo bisogno di perdono, poiché è senza colpa alcuna, mostra la sovrabbondante gioia di chi riposa in Dio e invita gli uomini a sentire nel proprio cuore la voce del Signore per accoglierla con sincerità. In lei si attua compiutamente la profezia del regno messianico tanto da poter generare l'autore stesso della vita. La Chiesa, guardando la purezza immacolata della Vergine, desidera mostrare la conversione degli uomini perché possano godere nuovamente della condizione che Dio aveva riservato per le sue creature e sappiano così assaporare la sua misericordia.

 

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