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TESTO Travolti dall'umanità di Gesù

don Maurizio Prandi

I Domenica di Avvento (Anno A) (27/11/2016)

Vangelo: Mt 24,37-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 24,37-44

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

Venerdì sera, durante la condivisione sulla pagina di vangelo che abbiamo appena ascoltato, Miriam, che deve ancora ricevere la prima comunione chiedeva cosa vogliono dire le ultime parole del brano che abbiamo ascoltato: viene il Figlio dell'uomo. Ecco: con la nostra preghiera e la nostra riflessione siamo partiti da lì.

Abbiamo notato che di questa venuta si parla per tre volte in poche righe e che questa venuta accade nella vita di tutti i giorni, nella normalità, nella quotidianità. Ancora una volta ci ritroviamo ad affermare che Dio non abita lo straordinario, ma abita la nostra realtà, fatta di lavoro e di famiglia; un uomo che costruisce una barca, due uomini che lavorano i campi, due donne che macinano del grano, gente che si sposa, che mangia, che beve, e ci piaceva proprio questa definizione: il Figlio dell'Uomo. Per provare a capire meglio ci siamo riferiti al brano del vangelo di Matteo che ci ha guidato nell'anno del Giubileo della Misericordia e che ritroveremo nell'ultima domenica dell'anno liturgico che oggi si apre: la pagina del giudizio universale, dove Il Figlio dell'uomo, si identifica nel povero. In chi è affamato, assetato, nudo, prigioniero, malato, pellegrino, in chi è tanto solo da non avere nessuno che si occupi di lui nel momento della sua morte e della sua sepoltura. Davvero è questione di sguardo: quando ti abbiamo dato da mangiare? E il vangelo di oggi ci mette in guardia sullo sguardo: non si accorsero di nulla.; è necessario questo sguardo capace di andare in profondità per riconoscere che il figlio dell'uomo anzitutto viene, al presente, come dice il testo; e questo presente mi dice tutta l'urgenza, non posso perdere tempo! So che vieni Gesù, nel povero, nell'amico, in chi chiede aiuto, in chi bussa alla mia porta. Che bello quanto Dio ci dice oggi: non posso essere Dio senza essere uomo. Allora chiediamo gli uni gli altri in questa messa che Dio possa aprirci gli occhi, stapparci le orecchie, ferire il nostro cuore; ringraziamo anche, perché abbiamo l'opportunità di tornare su pagine precedentemente ascoltate e di approfondire, capire meglio; soltanto due domeniche fa ci dicevamo che la vita non è prendere, possedere, accaparrare. Perché la vita che prende, è una vita che inevitabilmente non si accorge, è una vita piccola, una vita alla quale manca un pezzo, una vita che prende, che possiede, è una vita che non lascia spazio al vangelo, alla buona notizia, perché va a caccia di altre buone notizie: le cose da avere assolutamente, le vite degli altri da far proprie.

C'è un verbo che ci guiderà in questo tempo di Avvento, il verbo abitare: ecco oggi proviamo a dirci che è importante abitare la realtà, la ferialità, il nostro oggi fatto di lavoro, di famiglia, di incontri perché abitare vuol dire non essere indifferenti, sordi, superficiali. Abitare vuol anche dire essere disponibili, vuol dire aprirsi, vuol dire essere disposti a farsi abitare (scusate i giochi di parole); che bello sarebbe poter vivere il tempo di Avvento così: come un tempo per fare casa con Dio e fare di noi e della nostra vita una casa per Dio e per i nostri fratelli e sorelle. In queste quattro settimane quante persone incontreremo nella liturgia, tutte persone che hanno fatto spazio a Dio nella loro vita: i Profeti, Giovanni il Battista, la vergine Maria, Giuseppe, i Pastori!

Con il consiglio di comunità abbiamo pensato di proporre, per ogni domenica di questo tempo di Avvento, un silenzio significativamente lungo prima delle parole del prete, un silenzio durante il quale riprendere in mano il testo del vangelo per poterci lasciar custodire dalle parole, per nutrire il desiderio di aprire la nostra vita a Dio e scoprirci tanto poveri da poter essere riempiti da Dio. L'avvento non ci sorprenda superbi, o sazi, o incapaci di guardare e di accorgerci, perché la pienezza di Dio non può abitare in che è sazio: non ci sarebbe posto per Lui!

Venerdì sera, grazie ad una bella intuizione abbiamo dato una lettura positiva di una immagine di per se poco rassicurante, anzi: quella del diluvio che travolge tutti. Il tempo della visita di Dio, è un tempo in cui possiamo lasciarci travolgere da Gesù! questione di conversione, di cambiamento, ma è un'immagine che mi piace: Gesù che con la sua umanità mi travolge, il vangelo, che con la sua bellezza e il suo invito a volare alto, mi travolge. Una vita troppo normale la mia, una vita troppo tranquilla: è per questo che c'è bisogno che venga rovesciata dal diluvio Gesù!

Domenica scorsa abbiamo consegnato il vangelo agli adolescenti della Comunità dei discepoli che ascoltano e a tutti i parrocchiani. Ho questo desiderio: che possa trasformarsi questa consegna in un diluvio, che la parola bella del vangelo possa travolgere le nostre comunità riunite in un cammino comune. Durante l'incontro del catechismo, abbiamo posto agli adolescenti questa domanda: da quali buone notizie può essere travolta, rovesciata la nostra vita? Cosa è ciò che veramente cerchiamo e che ci fa felici? La squadra del cuore? un bel telefonino? L'allerta rossa che fa' chiudere le scuole? Ci siamo divisi in gruppi e abbiamo creato la prima pagina di un giornale fatto di buone notizie. Le condivido con voi:

- Finalmente è cambiato il modo di vivere: nessuno pensa più solo a se stesso... CIBO PER TUTTI!
- Terminati i ponti per unire i popoli
- L'era della guerra è finita, è scoppiata la pace
- La vita è possibile, grazie a Dio alla sua bontà e generosità, grazie alla sua fantasia
- Niente più dolore
- Vuoi che la spesa ti arrivi direttamente a casa? Da oggi puoi!
- Ed. straordinaria: finalmente si può professare la propria fede senza essere perseguitati. / Duecento religioni diverse che pregano tutte insieme!
- Felicità per sempre / Mai più la disoccupazione: lavoro per tutti
- È stata inventata la macchina del tempo
- Da oggi in poi siamo tutti ricchi... ma non ricchissimi!
- Niente più violenza tra tifosi e giocatori
- Il razzismo è finito / Nuove tecnologie / Gesù rinasce
- I malati guariscono / Il necessario per vivere è accessibile a tutti
- Abbiamo imparato a convivere pur appartenendo a culture diverse
- In tutti i paesi i bambini possono andare a scuola e tutte le persone possono essere curate in ospedale / La povertà è finita!
- I politici pensano di più alle persone
- L'unione fa la forza, e non è più soltanto un modo di dire

Buon Avvento e lasciamoci travolgere da Gesù!

 

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