TESTO Commento su Col 1, 16
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XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) - Cristo Re (20/11/2016)
Brano biblico: Col 1,12-20

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] 35il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». 40L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? 41Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». 42E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
«Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti».
Col 1, 16
Come vivere questa Parola?
I re non vanno molto di moda nel nostro mondo occidentale, anche se ne esistono ancora, magari un po' espropriati dei segni tradizionali di regalità e di sacralità.
Anche al tempo di Gesù, tutto sommato, l'essere re non aveva rappresentazioni granché nobili e ammirevoli: pensiamo ad Erode il grande, quello della strage degli innocenti o ad Antipa, quello della decapitazione di Giovanni battista. Figure meschine, autoreferenziali, legati al potere e ai privilegi, personaggi non liberi, costruiti su un modello faticoso da sostenere e giustificare.
Il modello di regalità che Gesù propone è altrettanto faticoso da sostenere, ma più che giustificabile. Il suo modo di essere re è secondo giustizia, verità e misericordia; egli si fa servo, e guida dal basso il suo popolo, facendosi carico dei problemi, dei limiti di tutti. È come un padre, un fratello, è il pastore della sua gente, ma anche il servo sofferente, il goel, colui che riscatta ed espia per l'altro. È il prossimo più prossimo e, come dice la lettera ai Colossesi qui citata, è il principio, il primogenito. Con la sua massima prossimità ci avvicina e ci riporta nell'intimità con il Padre.
E qui emerge un altro aspetto della sua regalità, non tanto legato alle sue funzioni, al suo agire in qualità di re. Questo altro aspetto è dato dalla relazione che si stabilisce tra lui e noi, non dalle cose che ci può ottenere e dare. Egli è il principio anche qui: è il primo, la relazione prioritaria che dà senso alla nostra vita. "Gesù prima di tutto", "Gesù al centro". Lo diciamo in tanti modi, ma fatichiamo a capire cosa significhi e come ciò si renda evidente nella nostra vita.
Signore, aiutaci oggi a non rendere vuota la centralità di Cristo nella nostra vita. Aiutaci a non tradirla con interpretazioni bigotte e sentimentali. Cristo capo, Cristo principio ci aiuti a ordinare le nostre relazioni, i valori che fondano le nostre scelte e a vivere con libertà e responsabilità.
La voce di una donna credente
La vera domanda è la seguente: voglio o no fare di Cristo il maestro della mia vita? Il "sì" è alla nostra portata perché lo Spirito agisce in ogni uomo e donna. Non importa quale sia la nostra storia.
Suzanne Giuseppi Testut
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it